Pepe Escobar - L'anatra "stra-zoppa" torna da Pechino da pollo senza testa
di Pepe Escobar – Strategic Culture
[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]
Devono essere serviti eoni di pazienza taoista al presidente Xi Jinping per spiegare alcuni fatti evidenti della vita a un mediocre funzionario imperiale come il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan.
Ecco le principali affermazioni di Xi:
- “La Cina è pronta ad essere partner e amica degli Stati Uniti.” Anche se è altamente probabile il contrario – visto che la Cina è considerata da Washington una “minaccia” esistenziale.
- La Cina si concentra sul benessere di tutta l'umanità: questo è il nucleo del concetto di Pechino di una “comunità globale con un futuro condiviso”.
- Cina e gli Stati Uniti dovrebbero essere entrambi responsabili della storia, del popolo e del mondo. Questo è il concetto delle “tre responsabilità”.
L'ultima cosa di cui un Egemone unipolare è responsabile è il mondo in generale: l'unipolarismo, per definizione, fa guadagnare solo la plutocrazia dell'Impero.
Little Sullivan ha anche spinto per le comunicazioni dirette, via telefono, tra militari a livello operativo. Naturalmente, poiché l'Egemone ha meno di zero talpe pagate infiltrate nei nodi chiave del sistema cinese – così almeno potranno ricevere piccole chicche ogni tanto dai militari cinesi.
Tuttavia, la chiave di lettura del dossier militare è arrivata durante la sessione di Little Sullivan con il generale Zhang Youxia, il vicepresidente della Commissione militare centrale cinese.
Il generale Zhang ha detto schiettamente e senza mezzi termini a Sullivan di stare lontano da Taiwan. Dopo l'incontro Sullivan assomigliava a un pollo senza testa.
Tanto decapitato quanto dopo l'incontro con il ministro degli Esteri Wang Yi:
“Gli Stati Uniti e la Cina non hanno fatto progressi nei negoziati per trovare una soluzione alla crisi ucraina.”
Beh, certo che no. Pechino vede attraverso le macchinazioni imperiali del “cessate il fuoco” – parallelamente agli Stati Uniti che hanno oltrepassato tutte le linee rosse russe. Mosca non ha risposto in modo devastante – almeno per ora – perché Putin ha molti tratti taoisti come Xi.
La Cina è tornata: fatevene una ragione
Gli incontri della dirigenza di Pechino con l'inviato di quell'"anatra stra-zoppa" di un'amministrazione americana potrebbero essere stati solo un esercizio pro forma. Dopo tutto, ciò che conta davvero sono gli affari.
Le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti rappresentano meno del 2% del PIL cinese. È una cifra trascurabile. La Cina è la prima potenza commerciale globale – e gli affari veri e forti non sono con l'Occidente, ma con la Maggioranza Globale. La Cina ha giocato questo Gioco Lungo alla perfezione.
Talmente perfetto che i media imperiali hanno letteralmente dato di matto per la profonda integrazione della Cina in tutta la Maggioranza Globale, sfidando quello che è de facto l'“ordine” internazionale liberal-totalitario di "ciò-che-decidiamo-noi". Si veda, ad esempio, qui.
Da Trump a Crash Test Dummy, le “politiche” dell'Egemone hanno compiuto un'impresa non da poco.
Il pacchetto comprende la cessione del più grande mercato tecnologico del mondo – la Cina – esclusivamente ai produttori cinesi; la cacciata di almeno il 75% dei migliori scienziati cinesi dagli Stati Uniti alla Cina; la cessione dell'intero mercato russo – oltre 100 milioni di consumatori – alla Cina, parallelamente all'acquisto da parte di Pechino di un'enorme quantità di energia a basso costo.
E questo è solo l'inizio. Le sanzioni dell'Egemone hanno aiutato Pechino a sviluppare ancora più rapidamente la serie di politiche Made in China 2025 – diventando leader o seconda in 10 settori ad alta tecnologia. La fase successiva è rappresentata dai diversi passi simultanei verso la de-dollarizzazione – compresa l'espansione del petroyuan.
Uno studioso cinese di prim'ordine ha riassunto il tutto con il suo stile deliziosamente schietto (“con il vantaggio di essere cristallino come un Leviatano”): La Cina è davvero tornata – e lo rimarrà per molto, molto tempo.
Non c'è da stupirsi che questo sia oltremodo anatema per la plutocrazia imperiale e i suoi vassalli atlantisti.
Stiamo lentamente e inesorabilmente avanzando verso l'istituzione di un nuovo sistema mondiale gestito da Stati Civilizzatori Sovrani: Cina, Russia e Iran sono in prima linea.
La strada, però, sarà lunga e spinosa – con molte brutte battute d'arresto. E questo ci porta all'attuale saga giudiziaria-tecnologica-geopolitica di Pavel Durov.
Come Telegram è geopolitica
Pavel Durov è ora essenzialmente un ostaggio di alto livello in uno dei nodi chiave del NATOstan, la Francia.
La matrice militare di intelligence/sorveglianza/economica della NATO ha finalmente ottenuto la leva che ha cercato attivamente per tanto tempo. Per il momento non c'è risposta alla domanda chiave: cosa ha offerto Durov ai suoi rapitori per essere “ricompensato” con un temporaneo regime di semi-libertà dopo aver pagato una cauzione che per i suoi standard equivale a una paghetta?
Durov è essenzialmente accusato di non aver “collaborato” o “cooperato” con l'intelligence occidentale. La loro ossessione è quella di controllare il sistema di moderazione dei contenuti di Telegram, di avere un accesso totale dalla porta di servizio e, infine, di bandire tutti i canali russi – che sono stati fondamentali per portare le storie reali sul campo, dall'Ucraina all'Africa sub-sahariana e oltre.
Telegram è il social network preferito dalla Maggioranza Globale. Telegram è al cuore della geopolitica. Si tratta quindi di un altro capitolo della Guerra Ibrida senza esclusione di colpi da parte dell'Occidente Collettivo contro la Maggioranza Globale.
Si dà il caso che Telegram sia ampiamente utilizzato in Russia da enti pubblici e militari. È quasi certo che Pavel non possieda le leggendarie chiavi di crittografia di Telegram; ma suo fratello Nikolai, genio della matematica, sì.
Al momento nessuno conosce i termini dell'accordo che ha portato alla semilibertà di Pavel. Ciò che è chiaro è che sono state fatte alcune concessioni – Durov non è stato trasformato in un Assange 2.0. Queste concessioni potrebbero includere la consegna di informazioni selezionate in una classica modalità “giudiziaria” che non comprometta i segreti di Stato russi.
I fratelli Durov sono certamente consapevoli che qualsiasi informazione che porti l'intelligence occidentale a perseguitare blogger e canali per le loro posizioni politiche comprometterebbe fatalmente la credibilità di Telegram.
A seconda di come procederà l'“indagine” della megaburocrazia francese, e se il sistema deciderà di portare Durov in tribunale o addirittura di bloccare Telegram nell'UE, ciò non potrà che giovare a Telegram a livello globale.
La saga è solo all'inizio. Allo stato attuale, il mondo sta aspettando una parola da Pavel Durov in persona. Su Telegram.