Perù, il governo Castillo perde pezzi: fuori anche il ministro del Lavoro?

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Perù, il governo Castillo perde pezzi: fuori anche il ministro del Lavoro?

Non è iniziata nel migliore dei modi la presidenza del maestro rurale Pedro Castillo in Perù. Il suo governo recentemente formato continua a perdere pezzi. Dopo il ministro degli Estri Bejar, adesso è il turno di Iber Maravì, il quale ha messo il proprio incarico a disposizione del presidente perché accusato di avere vincoli con Sendero Luminoso, gruppo armato ritenuto terrorista in Perù. 

Quindi Maravì è il secondo ministro a mettere la sua posizione a disposizione del presidente Pedro Castillo. In realtà, dopo il giuramento del gabinetto ministeriale, dopo l'ex ministro degli Esteri Héctor Béjar, Maraví era già nelle lista dei ministri che l’opposizione voleva colpire con mozioni di censura. 

Le denunce contro il politico proveniente da Ayacucho riguardano la sua presunta partecipazione d attentati terroristici insieme alla senderista Edith Lagos. 

La denuncia più recente, pubblicata da 'Panorama' domenica scorsa, fa riferimento a un rapporto della polizia del 1980 che indica una presunta complicità tra Maraví ed Edith Lagos in un attacco ad Ayacucho, in occasione del Día del Maestro. 

Il ministro ha respinto le accuse e condannato ogni atto di sovversione. Il presidente del Consiglio Guido Bellido avrebbe però convocato nel suo ufficio il ministro del Lavoro e gli avrebbe suggerito di farsi da parte.

Secondo il quotidiano peruviano La República ci sarebbero altri cambi in vista nella formazione di governo scelta da Castillo, questi i ministri in bilico: Iván Godofredo, ministro dell'Energia e delle Miniere; Juan Silva, dei Trasporti; e Ciro Gálvez, della Cultura. Si valuta inoltre anche la permanenza di Walter Ayala alla Difesa; Geiner Alvarado, dell’edilizia abitativa; e il presidente di EsSalud, Mario Carhuapoma.

La denuncia di Castillo

Il presidente del Perù, Pedro Castillo, ha denunciato questo che sarebbe in corso un piano contro il suo governo con lo scopo di creare le condizioni per dichiarare la vacanza presidenziale (destituzione).

Il presidente peruviano ha poi aggiunto che per questo motivo viene accusato non solo di guidare un governo incapace, ma di essere comunista e di avere legami con il terrorismo, cosa che ha sempre negato.

I numeri in Parlamento sono risicati per Castillo e l’opposizione cercherà in ogni modo di sbarrare la strada al suo governo e sicuramente sono in atto manovre per rovesciare il maestro rurale assurto alla presidenza del Perù contro ogni previsione. Il suo governo, però, fino a questo punto è sembrato pagare una certa inesperienza. Le manovre dell’opposizione erano più che prevedibili, come dichiarato in un’intervista dall’ex ministro degli Esteri Bejar, il quale ha affermato che il governo Castillo dovrebbe essere più risoluto e seguire una chiara linea di rottura in maniera deicsa senza tergiversare. 

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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