Perché la "Gold-Brics" è un vero tornante della storia

Perché la "Gold-Brics" è un vero tornante della storia

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di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico

Come si sa John Meynard Keynes non era un estimatore dell'Oro che considerava “un residuo barbarico”. In particolare questo per l'economista britannico valeva qualora venisse usato questo particolare elemento chimico come “moneta”. A tale proposito basta leggere la Teoria Generale dell'Occupazione, dell'Interesse e della Moneta per trovare giudizi sferzanti come questo: «Non si è mai concepito nella storia un metodo tanto efficace per porre i vantaggi di ciascun paese in contrasto con quelli dei suoi vicini quanto il gold standard internazionale». Un ragionamento che credo sia da considerare molto importante anche oggi: agganciare una moneta all'oro significa rendere molto più difficile “svalutare” la moneta del paese “creditore” nei rapporti commerciali internazionali con il paese “debitore” che invece avrebbe il massimo interesse a svalutare la propria moneta per dare fiato alla propria economia grazie all'export e conseguentemente risollevare i propri conti con l'estero.

E a quanto pare, quella della moneta - o per meglio dire dell'unità di conto agganciata all'oro – sembra un'altra volta bussare alla porta della Storia. A darne notizia dando una valenza di semi ufficialità è la televisione internazionale della Federazione russa, Russia Today che ha annunciato come i paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) al prossimo vertice dell'organizzazione che si terrà ad agosto a Johannesburg in Sud Africa verrà annunciato il varo di una unità di conto da usare – tra i paesi aderenti all'iniziativa – negli scambi internazionali. E' chiaro che questa moneta non avrà un corrispondente fisico così come, per esempio, a suo tempo non lo aveva l'ECU, la European Currency Unit che era una unità di conto formata da un paniere composto dalle monete dei paesi aderenti (quelli dell'allora Comunità Economica Europea). Monete del paniere “pesate” in base al Pil del paese emittente: questo al fine di evitare che nel paniere-Ecu la Dracma greca avesse lo stesso peso del Marco Tedesco.  Diversa è però la filosofia che sta dietro la nuova unità di conto del BRICS, ovvero il fatto che sia agganciata all'Oro.

Di principio, una unità di conto non può essere considerata una vera e propria moneta, innanzitutto per il semplice fatto che non si trova nelle tasche dei cittadini. Però in questo caso – da come le cose vengono presentate – la situazione è più complessa. I Brics infatti vorrebbero agganciare questa unità di conto al valore dell'oro, rendendola di fatto una “moneta-merce” (per citare Augusto Graziani) e soprattutto hanno dalla loro la Russia, grande esportatore di materie prime compreso il petrolio e giustappunto paese leader assieme all'Arabia Saudita dell'organizzazione-cartello dei paesi esportatori di petrolio OPEC+. Greggio che almeno fino ad oggi è quotato esclusivamente in dollari americani formando quel particolare sistema denominato del petrodollaro e che ha permesso il dominio del dollaro nei mercati monetari anche dopo lo sganciamento della valuta americana dall'oro così come era stato stabilito a Bretton Woods. E se il petrolio fosse quotato anche in questa unità di conto dei Brics (per comodità da ora in avanti la chiamero Gold-Brics) oltre che in dollari? E' chiaro che il prezzo del petrolio in dollari aumenterebbe notevolmente ogni qualvolta si verifichi un aumento del prezzo dell'oro. Ciò pone in qualche modo a rischio le economie dei paesi che decidessero di continuare ad usare il dollaro come moneta standard per gli scambi internazionali esacerbando il rischio di importare inflazione.

L'economista tedesco Thorsten Polleit a tale proposito a parlato della moneta “Gold-Brics” come della più grande sfida all'egemonia americana che si è avuta  nella storia.


Figura 1: Tweet di Polleit

 

Sempre Polleit poi nel suo thread su twitter continua: "L'uso dell'oro come unità di conto cambierebbe le carte in tavola e porterebbe a una forte svalutazione di molte valute fiat, comprese quelle dei BRICS, rispetto all'oro. Potrebbe far esplodere i prezzi dei beni in valuta fiat e causare uno shock al sistema globale della moneta fiat".

Personalmente ritengo che la svalutazione delle monete fiat (ovvero monete sganciate dall'oro o da qualunque altro bene e fluttuanti sul mercato) non è da darsi per certa, ma ovviamente come una realtà possibile e progressivamente sempre più probabile per il semplice fatto che i paesi che hanno manifestato interesse ad entrare nei BRICS e/o ad utilizzare questa nuova moneta sono già quaratuno. E' chiaro che qualora questi paesi confermassero il loro interesse dovranno acquistare più oro, per avere maggiori riserve di questo metallo visto che commerceranno con una moneta ad esso agganciato. Questo non potrà che aumentare i prezzi del metallo giallo, almeno in prospettiva. E ciò non potrà che comportare di rimando una svalutazione delle monete fiat e conseguentemente inasprire il rischio di importare inflazione.

Come si può facilmente comprendere in prospettiva questa moneta dei BRICS agganciata all'oro è una diretta e aperta sfida all'ordine nato dopo la caduta del Muro di Berlino.

Anzi, vi dirò di più, e una sfida che manco la potentissima Unione Sovietica aveva mai tentato, visto che accettava di buon grado pagamenti in dollari implicitamente così riconoscendo i risultati degli accordi di Bretton Woods che pure non firmò mai.

A queste già importanti considerazioni si aggiunga poi che tra gli utilizzatori della nuova moneta vi è ovviamente la Cina, ovvero la Fabbrica del Mondo, il semi-monopolista dei metalli rari necessari per la produzione degli essenziali microchip e infine il grande creditore del mondo (assieme a Germania e Giappone). E' chiaro che se la Cina si sgancia dal dollaro (in maniera graduale ovviamente, farlo in maniera fulminea significherebbe esporsi a perdite mostruose) e inizierà ad usare seriamente la moneta Gold-Brics sarebbe un terremoto enorme e un danno di proporzioni incalcolabili ai paesi occidentali. Anche se va detto che in Occidente non tutti siamo uguali, gli USA hanno comunque forza militare, diplomatica, economica e tecnologica per risollevarsi; difficile invece dire cosa succederà al Calimero europeo: senza energia, deindustrializzato, tecnologicamente arretrato e politicamente debolissimo.

Comunque siamo di fronte ad un tornante della storia di primaria importanza paragonabile al cambio di egemonia avvenuto al fine della prima guerra mondiale tra la Sterlina Britannica e il Dollaro americano. Vedremo cosa accadrà, per ora non resta che attendere le nuove da Johannesburg.

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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