"Pride" svuotata dalla politica. L'esempio di Mark Ashton
La banalizzazione e lo svuotamento di significato politico dei “Pride“ odierni, camminano di pari passo con l'evoluzione delle attuali dinamiche sociali. Tali eventi nei fatti, sono diventati per una parte significativa dei suoi partecipanti, sic et simpliciter, luoghi di esibizione sfrenata e momenti di esclusivo svago e divertimento.
Eppure Mark Ashton* , attivista politico, segretario della sezione giovanile del Partito Comunista di Gran Bretagna, gay, capì bene che le lotte per i diritti civili e quelle per i diritti sociali non potevano essere scisse e che anche le manifestazioni gay non potevano essere private del proprio contenuto politico e del loro significato di denuncia sociale e che farlo sarebbe stato un errore madornale. Durante la campagna della Thatcher contro i minatori , Ashton insieme al suo amico al suo amico Mike Jackson nel 1984, costituì il gruppo di supporto "Lesbians and Gays Support the Miners".
“Le comunità minerarie sono vittime della prepotenza come lo siamo noi, sono molestate dalla polizia, proprio come noi.- affermò- Una comunità dovrebbe dare solidarietà a un’altra. È davvero illogico dire: sono gay e sto difendendo la comunità gay, ma non mi importa di nient’altro”.
Con una serie di iniziative senza precedenti, l’associazione londinese di Ashton restò vicina ai minatori del Galles fino alla fine dello sciopero (1984-985). Ridotti allo stremo, dopo un anno i minatori dovettero arrendersi e gran parte delle miniere vennero chiuse: eppure la solidarietà e l'aiuto fornito non furono dimenticati.
Durante il Gay Pride di Londra del 1985, infatti mentre i giovani della “Lesbians and Gays Support the Miners” dibattevano sull’opportunità o meno di politicizzare la sfilata, in preda a un certo sconforto dopo l’esperienza gallese, improvvisamente videro arrivare decine di pullman dai quali, con stendardi e bandiere, scesero i minatori di Dulais che con le loro famiglie marciarono alla testa del corteo.
A solo poco più di venti anni, Ashton aveva già capito dunque, quale fosse l'importanza dell'unità delle lotte e nelle lotte e quanto pericolosa potesse essere la frammentazione sociale e lo svuotamento dei contenuti politici dalle manifestazioni di piazza.
*La storia di Mark Ashton e le battaglie dell'associazione L.G.S.M. in difesa dei minatori, sono state portate nel grande schermo neL 2014 con il film “Pride” del regista britannico Matthew Warchus. Qui uno spezzone: https://youtu.be/HCcqn3hKiyk