Rai di tutto di più. Ma davvero Gino Bartali, sulle Alpi, stipava ebrei (presumibilmente, nani) in un vagoncino, attaccato alla sua bicicletta?
Ma davvero Gino Bartali, sulle Alpi, stipava ebrei (presumibilmente, nani) in un vagoncino, attaccato alla sua bicicletta, portandoli così lontani dalle grinfie dei nazisti? Ce lo assicura “Mangiafuoco”, trasmissione di punta di RAI-Radio 1 - qui potete scaricare il podcast dell’intera trasmissione (35 minuti) del 7 maggio; qui potete ascoltare (37 secondi) il podcast del solo brano incriminato - che, comunque, dopo questa sbalorditiva affermazione, scrupolosamente, aggiunge: “va detto che esistono anche storici che contestano questa ricostruzione”; degli “storici” che la ritengono vera, ovviamente, nessuna menzione. Così come nulla viene detto sulla “ampia massa di testimonianze orali e scritte” che la “Commissione per i Giusti” avrebbe esaminato per decretare la commemorazione di Gino Bartali nello Yad Vashem (che ha “giustificato” la partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme, sponsorizzata con 16 milioni di euro dal miliardario israelo-canadese Sylvan Adams).
Ma a chi volete che interessino queste polemiche (alle quali, ieri, avevamo dedicato un altro articolo) considerando che la partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme è stata vista da 100.000.000 di spettatori? Una colossale operazione di immagine per lavare i crimini di Israele. Così come l’amichevole tra la nazionale di calcio italiana e quella dell’Arabia Saudita, in calendario il 28 maggio, sponsorizzata – chissà perché - dalle multinazionali governative del settore militare Leonardo e Fincantieri.
Sicuramente, sarà un altro trionfo di audience, un’altra Grande Festa dello Sport. Magari allietata da qualche favoletta per renderci simpatica la Corte Saud. Fossimo riusciti a gareggiare in Russia, invece, ci avrebbero, certamente, rovinato la festa tirando fuori un qualche altro caso Skripal.
Francesco Santoianni