Sara Reginella a l'AD: "Dai tagliagola in Siria ai neo-nazisti in Ucraina. No, non siamo noi i buoni"

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Sara Reginella a l'AD: "Dai tagliagola in Siria ai neo-nazisti in Ucraina. No, non siamo noi i buoni"

 

 

Le testimonianze a Mariupol mostrano il vero volto dei neo-nazisti Azov. Civili usati come scudi umani e la propaganda neo-nazista nei covi dei banderisti stanati dalle truppe russe e delle repubbliche indipendentiste. Torniamo ad intervistare come l'AntiDiplomatico Sara Reginella, documentarista e psico-terapeuta che quelle terre le conosce bene, avendole visitate tre volte dal golpe di Maidan del 2014.  "Io vorrei ricordare che nel 2014 la città di Mariupol si era ribellata al colpo di stato. Questa ribellione è stata repressa nel sangue ed è stato impossibile la riunione con le repubbliche indipenentiste".

La narrazione dei neo-nazisti Azov come eroi non sta in piedi ma è possibile grazie alla propaganda martellante dei media filo Nato che permettono di trasformare e legittimare addirittura la svastica e i crimini contro l'umanità di chi segue il criminale nazista Bandera come riferimento ideologico e politico. "Ma è sempre così che agisce l'occidente, è accaduto lo stesso con i tagliagola in Siria. Se sono dalla nostra parte sono buoni, eroi, resistenti. Se ci permettono di trasformare il paese in colonie da depredare sono i buoni anche se sono nazisti o terroristi", ha proseguito. 

In Ucraina, oggi, come in passato in Siria, Iraq etc la narrazione dominante vuole che "noi siamo i buoni". "Non è vero. Non siamo noi i buoni che abbiamo giustificato guerre di invasione e indicibili crimini", rimarca con forza la Reginella. 

"E' una cosa indegna quello che sta accadendo. Gli intellettuali che oggi prendono posizione lo fanno perchè scelgono la via indicata dal potere. Se ti schieri dall'altra parte semplicemente non lavori, come giornalista, come documentarista. Io ho un altro lavoro, altrimenti farei la fame. Sono stata in Donbass tre volte, ho visto la gente morire e non potevo rimanere in silenzio", ha sottolineato. "Se vogliamo la pace dobbiamo sforzarci di ricostruire una verità. E questo è quello che sto facendo in questi anni", ha dichiarato. 

Sul 25 aprile in conclusione alcune importanti considerazioni in merito al linciaggio mediatico subito dal presidente dell'Anpi che aveva. "Possiamo parlare di resistenza per un governo che ha bandito tutti i partiti di sinistra? Resistenza non è un brand, ha una storia che va rispettata. E' una storia di sinistra. Basta con queste squallidissime operazioni di marketing: giù le mani dal 25 aprile. Il concetto di resistenza non può avere nulla a che vedere con il neo-nazismo di Azov o con un governo che ha bandito tutti i partiti di sinistra", ha concluso. "Voi che sostenete le armi in Ucraina non venite con noi al 25 aprile. Voi che sostenete che la Nato è un'organizzazione pacifica e avete dimenticato quello che ha fatto a Belgrado non venite con noi al 25 aprile. Il 25 aprile è un giorno di pace e gli ipocriti 'pacifisti con l'elmetto' restino a casa".

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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