Senatore russo Vorona sul caso Ariston. "La somma dei fondi russi congelati in Italia è superiore a qualche miliardo di euro"
Intervenendo a Radio Roma il 9 maggio scorso, il senatore russo Dymitri Vorona appartenente alla Commissione economica ha commentato il caso dell'azienda Ariston. “Il termine nazionalizzazione non è giuridicamente corretto. E’ un trucco giornalistico dei media occidentali solo per demonizzare la Russia”. Nel decreto indicato, ha proseguito, è precisato come si tratti di una risposta temporanea russa in risposta alle "azioni dei paesi ostili".
“La somma dei fondi russi congelati in Italia è superiore a qualche miliardo di euro, mentre il fatturato dell’Ariston è solo di 92,5 milione di euro", ha proseguito.
Sulle parole dure della Meloni contro il decreto russo, Vorona ha commentato: “Sono le restrizioni imposte dalla Russia che sono illegittime, vietate dalla Carta delle Nazioni Unite. Per queste aziende, tra cui l'Ariston, non è cambiato nulla. Mantengono l’operatività e tutto il personale riceve gli stipendi".
Per il futuro "molto dipenderà dai passi dell’UE e l’Italia sui fondi russi sequestrati" ha chiarito il senatore russo.
Sulle sanzioni occidentali, il senatore ha dichiarato come "hanno fatto bene alla nostra economia, l'hanno stimolata. Il nostro Pil e domanda interna crescono. I settori dipendenti in passato dalle importazioni sono oggi indipendenti". Sulle nuove possibili sazioni minacciate dall'UE, conclude così: "Non le temiamo. Tutto quello che l’occidente farà continuerà ad avere lo stesso effetto boomerang”.