Sistema Patriot, THAAD e 3.000 truppe: il Pentagono conferma il massiccio schieramento delle sue forze in Arabia Saudita
Il segretario alla Difesa americano Mark Esper ha informato il Principe Ereditario e suo omologo saudita, Mohamed bin Salman, in merito allo schieramento aggiuntivo per rafforzare la difesa della monarchia.
Il Pentagono rafforzerà il suo contingente schierato in Arabia Saudita da 3.000 soldati oltre a inviare materiale bellico aggiuntivo al suo alleato in Medio Oriente, si legge in un comunicato del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
Su richiesta del comando centrale degli Stati Uniti, il segretario alla Difesa Mark Esper ha autorizzato lo schieramento di forze supplementari nel paese saudita, oltre a due squadroni da combattimento, un'ala aerea di spedizione, due batterie del sistema antiaereo Patriot e un sistema antimissile THAAD.
È dettagliato nella dichiarazione che Esper ha notificato questa mattina al principe ereditario e al suo omologo saudita, Mohamed bin Salman, lo schieramento aggiuntivo volto a rafforzare la difesa della monarchia.
Il documento sottolinea che gli Stati Uniti "non stanno cercando un conflitto con il regime iraniano, ma manterrà solide capacità militari nella regione che sono pronte a rispondere a qualsiasi crisi e difendere le forze statunitensi e i loro interessi nella regione".
I piani per aumentare il contingente americano e l'arsenale in Arabia Saudita sono stati annunciati da Washington il mese scorso, dopo che un gruppo di droni ha lanciato un attacco a due raffinerie di petrolio della compagnia saudita Aramco situata ad est del paese arabo il 14 settembre scorso.
L'attacco ha causato il crollo della produzione di petrolio saudita per quasi mezza giornata, scuotendo i mercati.
Sebbene l'azione sia stata rivendicata dalle forze ribelli Houthi dello Yemen, Washington accusa Teheran di essere dietro questi attacchi. Dal paese persiano negano e definiscono le accuse "bugie assolute".