«Sono qui per i miei figli»: i camionisti bloccano il valico di frontiera tra Stati Uniti e Canada

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In Canada non si fermano le manifestazioni di protesta contro le politiche pandemiche del governo Trudeau. Un gruppo di manifestanti ha bloccato per il secondo giorno consecutivo uno dei valichi di frontiera internazionale più frequentati del Canada, l'Ambassador Bridge che collega Windsor, in Ontario, a Detroit.

Come riporta l’emittente CBC, «decine di dimostranti si solo incolonnati su Huron Church Road, che conduce al passaggio internazionale dalla Highway 401, con camion e veicoli a partire da lunedì pomeriggio e fino a martedì mattina, con la polizia locale che ha chiesto alle persone di evitare la zona».

A partire da martedì mattina, la polizia ha annunciato in un tweet che una corsia del traffico verso gli Stati Uniti è aperta.

«Sono qui per i miei figli, per farli tornare alla normalità. Non hanno giocato a hockey, è stato un disastro. Basta che finisca, restituiteci ciò di cui abbiamo bisogno per vivere di nuovo. Trudeau, Doug Ford, ascoltateci», ha dichiarato Sam Kovak, un cittadino di Woodslee in Ontario. 

«Sono stato a Ottawa negli ultimi due fine settimana, tutte le persone con cui ho parlato erano vaccinate. Ridateci solo la nostra libertà», ha aggiunto. 

L'Ambassador Bridge è uno dei valichi di frontiera terrestre internazionale più trafficati del Canada e un percorso importante per i camion da trasporto.

Intanto la protesta in Canada fa scuola e si espande: ispirati dai camionisti canadesi a Ottawa, proteste similari prendono piede in tutto il mondo. Già sono all’opera gruppi in Olanda, Austria, Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda.

In Nuova Zelanda, i camionisti hanno reso noto di aver lanciato un convoglio da entrambe le isole del Nord e del Sud. Sono destinati a convergere nella capitale del paese, Wellington, secondo il New Zealand Herald.

Uno dei camionisti, che si è presentato solo come Jess, ha detto al Toronto Star che stanno cercando di organizzare una protesta dei camionisti in Nuova Zelanda, dove sono in vigore restrizioni Covid-19 tra le più severe del mondo, perché «il suo paese aveva bisogno di sentire l'appello a resistere».

La donna ha poi confermato che i due gruppi convergeranno a Wellington nel prossimo futuro dopo aver comunicato con i camionisti tramite i social media.

«Penso che state iniziando a vedere quello che diventerà un grande movimento globale per porre fine a questi obblighi», ha affermato nella giornata di domenica a Fox News Brian Brase, co-organizzatore della protesta negli Stati Uniti, riferendosi agli obblighi vaccinali.

«È una violazione dei vostri diritti umani essere obbligati a questo vaccino. Se lo vuoi, vai a vaccinarti, ma essere obbligati a farlo no, ci stiamo opponendo a questo. Pensiamo che sia sbagliato».

La settimana scorsa, gli organizzatori di un convoglio per la libertà degli Stati Uniti hanno criticato Facebook dopo che il social media ha rimosso una pagina che organizzava proteste. I camionisti hanno dichiarato a Fox News che hanno intenzione di guidare dalla California a Washington, D.C.

I camionisti nel Regno Unito manifesteranno anche loro contro obblighi e restrizioni in un sobborgo di Glasgow e andranno a Edimburgo, la capitale, prima di dirigersi a Londra, hanno affermato gli organizzatori al quotidiano scozzese Daily Express. Convogli per la libertà partiranno anche nelle città inglesi di Manchester, Exeter, Bristol e Bournemouth, così come in città dell'Irlanda, dell'Irlanda del Nord e del Galles.

Nei Paesi Bassi, secondo il locale NL Times, decine di camion e altri veicoli si sono riuniti a Leeuwarden per protestare domenica contro gli obblighi e le restrizioni locali legate al Covid-19.

Aram Lemmer, un imprenditore e organizzatore delle proteste in Austria, ha dichiarato alla stampa locale di aver radunato circa 2500 veicoli pronti a raggiungere la capitale Vienna contro obbligo vaccinale e restrizioni. L’Austria ha approvato una legge che renderà obbligatorie le vaccinazioni per tutte le persone idonee dai 18 anni in su, pena multe salate.

A Canberra, capitale dell’Australia, il “Convoy to Canberra” ha intenzione di riunirsi all’esterno del Parlamento. 

Intanto in Canada il liberale Trudeau attacca i manifestanti: «Alcuni individui stanno bloccando la nostra economia, la nostra democrazia e la normale vita dei cittadini. Devono essere fermati». 

Totale chiusura e demonizzazione dei camionisti a cui si sono uniti normali cittadini e altri lavoratori. Questa è la risposta del governo autoproclamato ‘democratico’ canadese offerta a cittadini che chiedono di poter lavorare e vivere normalmente senza dover fronteggiare misure draconiane ormai difficilmente giustificabili dal punto di vista sanitario. 

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La Redazione de l'AntiDiplomatico

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