Stretto di Hormuz, scompare petroliera attiva negli Emirati. Nuove speculazioni contro l'Iran
"Riah", una petroliera con bandiera panamense di proprieta' di Prime Tankers e attiva negli Emirati Arabi Uniti ha smesso di fornire la sua posizione dallo scorso 13 luglio dopo essere entrata nello Stretto di Hormuz.
A riferirlo è l’emittente saudita “al Arabiya" con sede a Dubai. La petroliera ‘Riah’ trasporta solitamente petrolio da Dubai ai porti di Sharjah e Fujairah (nel Mare dell'Oman), si tratta di un percorso da 200 miglia nautiche solamene. Tuttavia, mentre oltrepassava lo Stretto di Hormuz domenica notte, l’imbarcazione ha interrotto improvvisamente il segnale elettronico.
Un portavoce della compagnia di navigazione proprietaria del "Riah", il generale di Mouj-al-Bahar, con sede a Sharjah, ha dichiarato a TradeWinds che la nave è stata "dirottata" dalle autorità iraniane. La CNN ha riferito che la comunità di intelligence degli Stati Uniti "crede sempre più insistemente" che la petroliera sia stata forzata nelle acque iraniane dall'ala navale del corpo di Guardia Rivoluzionaria Islamica d'élite dell'Iran, ma non ha rivelato le sue fonti.
CNN has learned: US intel increasingly believes UAE tanker MT RIAH forced into Iranian waters over the weekend by #IRGC naval forces. UAE isn't talking. Some Gulf sources say ship simply broke down/towed by Iran. US says tho no contact with crew. Last location Qesham Island.
— Barbara Starr (@barbarastarrcnn) 15 luglio 2019
Teheran non ha confermato la scomparsa del "Riah" e ha negato il presunto "dirottamento". Neanche la US Fifth Fleet, che pattuglia la regione e ha visto la sua presenza rafforzarsi dai bombardieri B-52 e da migliaia di truppe negli ultimi mesi, ha confermato.
Il sito israeliano TankerTrackers.com raccoglie le segnalazioni di navi che si ritiene spengano i loro segnali per attraccare nei porti iraniani e caricare petrolio in violazione delle sanzioni americane. Il sito riportava una nave cinese - la "Sino Energy 1" - che scompariva alla fine del mese scorso vicino all'Iran, prima di riapparire a pieno carico e dirigersi nella direzione opposta sei giorni dopo. Attualmente era a Singapore per tornare in Cina.
Tuttavia, è estremamente improbabile che una nave con sede negli Emirati Arabi Uniti effettui il commercio di petrolio con l'Iran, date le differenze politiche degli Emirati con Teheran e la stretta alleanza con l'Arabia Saudita.
La situazione di tensione sta gia' avendo le prime ripercussioni sui costi di trasporto. Secondo quanto riferisce il network economico "Bloomberg", i premi assicurativi per le navi che entrano nella regione sono passati dai 30 mila dollari di gennaio 2019 a 185 mila di giugno, mentre le tariffe per il trasporto hanno raggiunto nel mese di giugno la cifra di 26 mila dollari al giorno.