Striscia di Gaza. Società USA modella piano per la deportazione dei palestinesi

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Striscia di Gaza. Società USA modella piano per la deportazione dei palestinesi

 

Nell'ambito di un progetto che "immagina" la ricostruzione di Gaza nel dopoguerra, una nota società di consulenza statunitense, la Boston Consulting Group (BCG), è stata incaricata dai suoi sostenitori israeliani di elaborare un piano dei costi per il "trasferimento" dei palestinesi da Gaza. Questo piano è stato rivelato da un'inchiesta del Financial Times (FT) pubblicata il 5 luglio.

Questo modello per la ricostruzione di Gaza “includeva stime dei costi per il trasferimento di centinaia di migliaia di palestinesi dalla Striscia e l’impatto economico di uno sfollamento di massa di questo tipo”.

In uno scenario, ai palestinesi verrebbero forniti pacchetti di "ricollocamento volontario" del valore di 9.000 dollari a persona, per un totale di 5 miliardi di dollari. Ogni persona riceverebbe 5.000 dollari in contanti, un affitto agevolato per quattro anni e cibo agevolato per un anno.

Il modello ipotizza che 500.000 palestinesi, un quarto della popolazione della Striscia, potrebbero lasciare l’enclave assediata e che "tre quarti di coloro che sarebbero stati trasferiti non avrebbero mai fatto ritorno", ha aggiunto il FT.

Diverse persone a conoscenza dell'operazione hanno spiegato  che il team del BCG non ha elaborato il piano postbellico per Gaza che ha modellato finanziariamente.

L'articolo del Financial Times non specifica in quali località al di fuori di Gaza verrebbero sfollati i palestinesi. I leader israeliani hanno già fatto pressione sul governo egiziano affinché accolga un gran numero di palestinesi da Gaza.

Il BCG è finito sotto l’occhio del ciclone per il suo ruolo nella creazione del Gaza Humanitarian Fund (GHF), un'organizzazione statunitense-israeliana che ha soppiantato le Nazioni Unite e le ONG internazionali nel ruolo di principale fornitore di aiuti alla Striscia.

Il 26 giugno Haaretz  ha riferito che i soldati israeliani hanno ricevuto ordini diretti di sparare ai palestinesi disarmati che chiedevano aiuti alimentari nei punti di distribuzione della GHF, anche quando non sussisteva alcuna minaccia.

Secondo il Ministero della Salute di Gaza, dal 27 maggio oltre 600 palestinesi sono stati uccisi nei pressi dei siti di distribuzione del GHF.

 

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