Su "Internazionale" l'articolo vergogna su Venezuela e Arabia Saudita: una lettera aperta

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Su "Internazionale" l'articolo vergogna su Venezuela e Arabia Saudita: una lettera aperta



Qui di seguito la lettera che la redazione dell'AntiDiplomatico ha inviato a l'Internazionale dopo la pubblicazione sulla sua rivista della traduzione dell'articolo vergogna di G. Dyer che ha compiuto un parallelo tra il regime dei Saud e il Venezuela. Attendiamo da giorni una risposta, di cui vi daremo notizia.


Gentile direttore, gentile redazione,
 
ringraziando per gli articoli molto utili dell’Internazionale, sentiamo tuttavia di dover reagire alle sconcertanti lusinghe rivolte al regno dei Saud e alla parallela denigrazione del Venezuela bolivariano, a opera di Gwynne Dyer:http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2016/06/24/venezuela-arabia-saudita-petrolio: “Perché il Venezuela è sull’orlo del baratro e l’Arabia saudita no
L’autore fa incredibili accostamenti fra due Stati, Venezuela e Arabia saudita, i cui governi non hanno davvero nulla in comune (per fortuna). I rispettivi paesi, poi, in comune hanno solo il petrolio.
Primo: l’autore non dice che il Venezuela non fa parte del campo occidentale. Ne fa parte l’Arabia saudita, la quale dunque non è vittima di alcuna guerra economica occidentale, anzi! Invece il Venezuela è nel mirino - oltre che dei media - dell’oligarchia interna e di Washington, che ha dichiarato il paese “minaccia per gli Stati uniti”.
Secondo: Ormai in Venezuela l’oligarchia rappresentata dall’opposizione è maggioritaria in Parlamento. Nel paese, il potere legislativo, quello mediatico e quello economico sono nelle mani dell’opposizione. Ma per l’autore dell’articolo la responsabilità di tutto è di Nicolás Maduro e della sua parte politica...i cui sforzi sono ignorati.
Terzo. Come si può dire che la “rivoluzione bolivariana” (è l’autore a virgolettare) è la brutta copia del riuscito “socialismo” saudita? Il processo iniziato dal presidente Hugo Chávez nel 1999 voleva far risalire la china a milioni di venezuelani che nel precedente sistema occidentale pro Usa non esistevano né per l’anagrafe né per il resto del mondo. Nel “socialismo” saudita, che secondo Dyer ha usato la ricchezza per alzare il tenore di vita dei sudditi, una grossissima fetta degli abitanti è composta da stranieri (indiani, yemeniti ecc.) lavoratori iper-sfruttati; e anche buona parte della popolazione sciita è esclusa dal benessere petrolifero. Questi cittadini e residente sono forse assenti dagli indicatori di benessere del sistema saudita, come i venezuelani prima di Chávez?
 
Quarto. L’autore si sofferma sulla questione dei prezzi del petrolio, ma non indica chi ne ha deciso il crollo: gli stessi Saud (su suggerimento degli Usa), proprio perché coperti dai 750 miliardi di dollari di riserve monetarie:quegli stessi che i Saud avevano minacciato di ritirare dalle casse statunitensi se fossero state declassificate le fantomatiche 28 pagine del dossier sull’11 settembre.
 
Quinto. L’autore spiega che “una parte sempre più consistente dei generi alimentari in Venezuela, finanziati pesantemente dallo Stato, è finita sul mercato nero, svuotando i supermercati statali”. Certo la corruzione è un fenomeno molto triste nel paese latinoamericano, ma per onestà andrebbe detto che l’oligarchia economica e commerciale del paese ha un grande ruolo nell’accaparramento dei beni essenziali che sta impoverendo il paese.
Sesto. Che dire del consiglio finale dell’autore, rivolto ai paesi poveri che diventano ricchi grazie al petrolio: "scegliete una famiglia reale perché in democrazia la corruzione è terribile e il potere guarda solo al breve termine"? Si commenta da sé: meglio una monarchia medioevale, o da epoca dei dinosauri, che prevede decapitazioni e crocifissioni, da decenni è madrina e mecenate dei terrorismi sedicenti islamici, è complice e finanziatrice di guerre di aggressione, sta facendo a pezzi lo Yemen...Un regime, infine, che con la sua politica petrolifera è stato di grave ostacolo alle politiche climatiche mondiali.
 
Insomma: sembra un articolo di propaganda nel quale l’Arabia saudita funge solo da spalla. Il vero focus è la liquidazione del Venezuela. Forse perché non ancora alleato degli Usa?
 
Siamo a vostra disposizione per ulteriori notizie.

LA REDAZIONE DE L'ANTIDIPLOMATICO                                              

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