Trump e "la corsa al vaccino": non è solo questione di disinformazione

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Trump e "la corsa al vaccino": non è solo questione di disinformazione


di Francesco Erspamer

Non è solo questione di disinformazione. I giornali e telegiornali servono anche a costruire il tipo di cittadini che conviene al sistema liberista, ossia ai miliardari e alle loro multinazionali.

Mi riferisco a un articolo del Fatto quotidiano online dal titolo: "Coronavirus, per Trump è 'America first' anche sul vaccino: ingaggia un militare e un ex di Big Pharma per vincere da solo e battere la Cina". Magari vorrebbe rappresentare una critica al pallone gonfiato che gli americani hanno scelto come loro presidente e che si apprestano a confermare. Ma il messaggio che arriva agli italiani è un altro: che sia tutto competizione e che l'unica cosa che conti sia arrivare primi. Come del resto insegna a tempo pieno lo sport, che qualche decennio fa era principalmente una questione di partecipazione e adesso è solo una questione di predominio e di soldi. Non importa insomma vivere bene, avere abbastanza; importa soltanto vivere meglio degli altri, avere di più. Essere dei vincenti, dei rottamatori.

L'America ossessionata dal bisogno di essere o sentirsi "prima" è quella più squallida, in cui o si fanno molti soldi o si è dei falliti e dunque a rischio di perdere il lavoro in qualsiasi momento, anche solo perché qualcun altro pretende di meno o accetta turni più lunghi o ha una salute migliore, e quando di perde il lavoro si perde automaticamente l'assicurazione sanitaria, ma nessuno protesta perché ammettere il proprio bisogno è riconoscere di non avere meriti, visto che il merito premia il successo e coloro che, appunto, arrivano primi -- e gli altri non sono nessuno.
Per non dire del fatto che neanche si tratta di vittorie reali: per lo più solo mediatiche. Perché il "Fatto" non ha aspettato che la squadra di Trump producesse il vaccino? Che fretta c'era di dare rilevanza a una sparata che fra qualche mese (ma che dico? fra qualche giorno) nessuno ricorderà? È che i fatti sono pochi e controversi, non bucano lo schermo, vanno documentati; le cazzate invece sono inesauribili e neppure vanno verificate in quanto riguardano il futuro.

Un'educazione al consumismo, di prodotti e di idee, questo sono i media: dispositivi per cancellare le ultime tracce di moralità, solidarietà, onore, buon senso, correttezza. Senza di essi il neocapitalismo non potrebbe esistere ma con essi il neocapitalismo è invincibile. Prima ci si rende conto che è la battaglia chiave di questa guerra, e più aumentano le speranze (per ora molto poche) di salvare il nostro paese e il pianeta.

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