Ue accusa Russia e Cina di "disinformazione" sui vaccini. Ma le fonti sono occidentali!
Un rapporto UE accusa i media russi e cinesi di aver diffuso disinformazione su Covid e vaccini. Il quotidiano cinese Global Times evidenzia come si tratti di un’accusa quantomeno curiosa visto che proprio dai media occidentali sono partite diffamazioni assurde nei confronti della Cina.
Un rapporto pubblicato mercoledì dal Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), nei fatti il ministero degli Esteri dell’Unione Europea, afferma che i media cinesi e russi controllati dallo Stato prendono di mira i vaccini occidentali, enfatizzando le notizie sugli effetti collaterali, per alimentare il sentimento ‘no-vax’ in Europa in modo da «rafforzare la promozione dei vaccini cinesi e russi come alternative».
«Un rapporto di disinformazione che non ha basi concrete è di per sé un esempio di disinformazione», la risposta di Pechino affidata al portavoce della missione cinese presso l'UE.
Quale sarebbe questa disinformazione volta a screditare i vaccini occidentali?
Diciotto articoli del Global Times sono stati elencati nel rapporto del SEAE, insieme a quattro della CGTN e quattro di China Daily. Inoltre, i tweet dei portavoce del ministero degli Esteri cinese sono stati classificati come "disinformazione" - Zhao Lijian mette in dubbio l'attività del bio-lab statunitense mentre Hua Chunying celebra 100 milioni di dosi di vaccini cinesi forniti a livello globale.
Insomma, poca roba e strumentale.
Li Haidong, professore presso l'Istituto di relazioni internazionali della China Foreign Affairs University, ha dichiarato al Global Times che sono stati proprio i media occidentali a riportare per primi i problemi di sicurezza dei vaccini occidentali, e le notizie dei media cinesi si basano sui loro articoli.
«Se i resoconti dei media cinesi sono disinformazione, lo sono anche i resoconti dei media occidentali... accusando i media cinesi in realtà si stanno dando pugni in faccia», ha evidenziato Li.
Il quotidiano cinese Global Times nota che tra i suoi 18 articoli ‘incriminati’, cinque erano commenti e il resto erano articoli, le cui fonti provengono quasi tutte da organi di stampa occidentali.
I contenuti? Uno metteva in discussione i doppi standard dei media occidentali. Un altro riguardava gli ormai ben noti coaguli di sangue di AstraZeneca in Europa, notizia rintracciabile su praticamente tutti i media europei e non solo.
Li Baiyang, un esperto di analisi dei dati dell'Università di Wuhan nella provincia di Hubei, ha dichiarato al Global Times che la maggior parte dei casi di disinformazione raccolti da EUvsDiSiNFO, il database in cui è stato pubblicato il rapporto del SEAE, provengono dai media occidentali e statunitensi. Inoltre le accuse contro Russia nel rapporto sono squisitamente di natura politica, mentre quella alla Cina insostenibili per il semplice fatto che i media cinesi elencati nel rapporto dell'UE citavano dati e casi riportati dai media occidentali.
A questo punto l’esperto cinese ribalta l’accusa e ricorda che dalla teoria del virus "lab-leak" alla narrativa del "China virus" di Donald Trump, dal mettere in discussione l'autenticità dei dati sui casi Covid-19 cinesi e l'efficacia del modello anti-epidemico cinese, il filtro "underworld" della BBC sul video di Wuhan, fino ad arrivare alla "scarsa efficacia" del vaccino cinese, sono media e politici occidentali a diffamare la Cina, non il contrario.
A questo punto la domanda è: chi diffama chi? Chi è a diffondere teorie del complotto non verificate al solo scopo di screditare agli occhi dell’opinione pubblica i propri avversari?