Venezuela, la nave golpista affonda e i topi scappano

Venezuela, la nave golpista affonda e i topi scappano

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Il golpista venezuelano Juan Guaidò resta sempre più solo. Le recenti elezioni legislative che si sono tenute in Venezuela lo scorso 6 dicembre hanno dato il colpo di grazia ai suoi progetti golpisti. Con in carica la nuova Assemblea Nazionale l’autoproclamato ‘presidente ad interim’ non ha più alcun appiglio legale per rivendicare la presidenza. Una carica che non ha mai esercitato. Solo certi governi occidentali e determinati media impegnati 24 ore su 24 nella propaganda anti-venezuelana avevano dato credito alle mosse manovrate da Washington di questa barzelletta della storia. 

L’abbandono vero e proprio della nave golpista che affonda è iniziato. Come segnala il giornalista e scrittore cileno Pablo Jofre Leal su teleSUR.

Commentando il disconoscimento della presidenza virtuale di Guaidò da parte dell’Unione Europea scrive: «L'Unione Europea ha posto la lapide su questo vero burattino nordamericano e lo ha fatto attraverso una dichiarazione, che non lascia spazio a dubbi, che è ora di iniziare a prendere i soldi rubati al popolo venezuelano, per un esilio d'oro a Bogotá, Miami o in qualche città spagnola dove suo padre gode di beni illeciti insieme al padre di Leopoldo López, che ricopre una carica parlamentare davanti al Parlamento Europeo per il Partito Popolare spagnolo.L’obiettivo dovrebbe essere quello di giudicare tutta questa schiera di criminali travestiti da oppositori, per tutti i loro crimini. L'UE è stata enfatica nel sostenere che Guaidó non riceverà più la definizione di "presidente ad interim", che non lo chiameranno più deputato - con logica poiché non occupa alcun seggio nell'Assemblea nazionale e ancor di più, affermano che quell'Assemblea dove Guaidó ha alzato la mano in una piazza di Caracas per autoproclamarsi presidente, è una "Assemblea uscente" e questo vuol dire che non c'è più, che è terminata, per chi non capisce il senso di certe parole». 

La posizione assunta dall’Unione Europea è rilevante perché «questa Unione Europea è stata l'attore principale nel sostegno destabilizzante, ha riconosciuto Guaidó come autoproclamato, ha ignorato le elezioni del 6 dicembre 2020 e ha rifiutato di inviare una missione di osservazione per "mancanza di tempo" nonostante era stata invitata mesi prima. Una scusa abbastanza particolare, perché se la memoria ci torna buona, si tratta di ricordare che questa stessa Unione Europea ha impiegato solo 35 giorni per autorizzare e preparare le azioni destinate a preparare le forze militari destinate a invadere la Libia, rovesciare l'assassinato presidente Muammar Gheddafi». 

Ormai con i golpisti venezuelani restano solo organizzazioni ultra-squalificate come l’OSA e il Gruppo di Lima. Un gruppo che perde pezzi, visto che il neoliberismo ritorna a perdere colpi in America Latina, e utilizza argomenti quantomeno fantasiosi per continua a sostenere Guaidò e il regime-change in Venezuela. Anche perché questo è il motivo principale per cui questo gruppo è stato messo in piedi per volere di Washington. 

«Il 5 gennaio, dopo l'inizio delle sessioni dell'Assemblea Nazionale venezuelana, il gruppo dei governi anti-venezuelani, burattini di Washington, che si definiscono "Gruppo Lima", ha rilasciato una dichiarazione non riconoscendo l'insediamento dell'Assemblea Nazionale venezuelana presieduta da Jorge Rodríguez - scrive il giornalista cileno - una dichiarazione dove, contraddittoriamente riconoscono la validità della costituzione venezuelana ma, allo stesso tempo in un intrigo che lascia perplessi, si sostiene: “Non riconosciamo l'Assemblea Nazionale ma riconosciamo l'esistenza della Commissione Delegati guidata dalla giunta direttiva istituita dall'Assemblea Nazionale, presieduta da Juan Guaidó». 

Una posizione insostenibile dal punto di vista legale. «La Commissione Delegata esiste nella Costituzione Bolivariana negli articoli n. 195 e n. 196 ma solo per due periodi all'anno. Il primo per trenta giorni e l'altro per venti giorni. Una creazione che deve essere composta da deputati eletti, questione che nel caso di Guaidó non coincide con tale obbligo, quindi assolverebbe una funzione inesistente. Un altro esempio del comportamento irregolare, golpista, destabilizzante e patetico dei governi di Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Haiti, Honduras, Paraguay, Perù che compongono questa associazione creata per commettere crimini, che con l'agonia politica di Trump ha perso la bussola». 

Cosa si nasconde in realtà dietro queste disperate manovre? Ecco cosa scrive Pablo Jofre Leal: «In Europa, quel continente ogni giorno in franco declino, con democrazie protette da monarchie corrotte, alcune punteggiate da scandali di palazzo, altre. Democrazie in cui pullulano di privilegi che dovrebbero essere inaccettabili: re, principesse, signori, duchi e altri titoli medievali dedicati a succhiare il sangue degli Stati. Questa Europa flagellata dagli Stati Uniti. Attraverso la NATO, per ricordare loro, giorno dopo giorno, i loro doveri, obblighi e compiti affidati oltre l'Atlantico. In quell'Europa deprimente, i padroni sono i governi nei cui paesi risiedono le potenti multinazionali del petrolio. Un paesaggio desolato e immorale, dove gli interessi geopolitici dominano le quattro potenze petrolifere senza petrolio. Holland e la sua compagnia Shell con possedimenti coloniali sulle coste venezuelane. L'Inghilterra e la compagnia British Petroleum con interessi falsi nell'area dell’Esequibo. La Francia e la sua società Total con entrate in gioco nella quarta regione del mondo hanno petrolio, gas, con la certezza che si insedierà un conflitto armato. Uniamo i suddetti paesi con due seconde potenze come la Spagna e il Portogallo. Tutti convinti che la divisione del mondo, stile Conferenza di Berlino, Accordo Sykes-Picot sia ancora una realtà e per questo usano il Gruppo di Lima come frontman per questi interessi, esultando nel soddisfare gli ordini dei loro padroni».

Adesso però il vento è cambiato. La nave golpista affonda e i topi scappano.

 

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