(Video) La grande marcia in Iraq per chiedere la fine dell'occupazione USA. In Italia censurata, nel resto del mondo sminuita
La grande marcia in Iraq per chiedere la fine dell'occupazione statunitense, dove ha partecipato almeno un milione di persone, mentre nei media italiani è stata quasi ignorata, nel resto del mondo è stata sminuita o, ancora peggio, è stato attribuito un carattere settario
Ieri a Baghdad almeno un milione di persone ha partecipato ad una grande marcia per chiedere la fine dell'occupazione statunitense nel paese arabo in seguito all'uccisione del generale Soleimani. In Italia, i nostri media gli hanno dedicato pochissimo spazio, mentre nel resto del mondo come vedremo dal video di HispanTV, hanno presentato immagini volte a sminuire la grande partecipazione alla manifestazione. In alcuni casi si è voluto sottolineare il carattere settario della marcia, presentandola come un raduno degli sciiti.
L'agenzia britannica Reuters sul suo account Twitter ha pubblicato un tweet con questo messaggio: "No, No all'America: MIGLIAIA di iracheni marciano contro la presenza militare americana". La pubblicazione è stata pubblicata accompagnata da una foto che mostra un piccolo gruppo di iracheni arrabbiati.
L'American Associated Press (AP) ha anche informato i suoi lettori della stessa storia con un messaggio ancor più travisato. Invece di mostrare l'unità esemplare del popolo iracheno nella massiccia marcia di venerdì, ha attribuito alla manifestazione un carettere settorio, come se fossero solo gli sciiti a partecipare.
Peggio ancora, l' AP ha pubblicato la foto di una strada deserta a Baghdad, spiegando che centinaia di iracheni si radunano nel centro della capitale irachena a sostegno di un religioso radicale. In questo caso, non vi è inoltre alcuna visione aerea dell'enorme marcia che ha lasciato tutti stupiti.
Sulla stessa linea, il racconto del canale saudita Al Arabiya in inglese che ha riferito di centinaia di sciiti riuniti nel centro di Baghdad, pubblicando una foto scattata in precedenza. In effetti, l'immagine era stata pubblicata il 4 gennaio. Ma la verità è che le immagini parlano da sole.