Vincenzo Costa - 11 ragioni per cui prepararsi al peggio con la Presidenza Trump

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Vincenzo Costa - 11 ragioni per cui prepararsi al peggio con la Presidenza Trump


di Vincenzo Costa*


Qualcuno ha festeggiato, o almeno visto con favore, la vittoria di Trump. Un atteggiamento comprensibile come reazione alla spocchia dei democratici, alla loro idea di modellare il mondo intero con la loro doppia morale, con la loro ipocrisia, supponenza.

Comprensibile come reazione, ma è giunto il momento che si smetta di reagire e si inizi a ragionare.

Per come le cose si stanno iniziando a delineare la presidenza Trump sarà devastante. Tralasciando le questioni interne agli USA, di politica economica interna, di tutela dei lavoratori americani, dei diritti di tutti, e limitandoci alla scena internazionale comincia ad essere chiaro che:

1) il massacro dei palestinesi non solo proseguirà, ma sarà legittimato, non si cercherà neanche più di far finta di disapprovarlo, come hanno fatto i democratici. Questi sono ipocriti: Trump sarà fiero di quello che accade. Rivendicherà ogni massacro come il dispiegarsi della civiltà.
2) se il segretario di Stato sarà Rubio, questi ha già chiarito che l'unico responsabile dei bambini morti e delle stragi in Palestina e' Hamas.
3) può darsi che questi anni vengano davvero sfruttati per annettere, di fatto, i Territori palestinesi, per fare pulizia etnica con il pieno sostegno degli Stati Uniti. Anche la Cisgiordania entrerà nel mirino.
4) come le prime parole di Biden furono "Putin è' un killer", e lasciavano presagire dove si sarebbe andati, quello che si sente e si inizia capire indica che si andrà allo scontro, in primo luogo, con l'Iran.
5) l'Iran è l'unico impedimento al dominio statunitense e israeliano nella regione, e si cercherà di farlo saltare.
6) prevedibile che lo sdegno verso l'oppressione delle donne sarà spostato tutto sull'Iran. Si tratta infatti di incrementare il conflitto interno, di provocare una guerra civile dentro l'Iran, una guerra civile che, se riescono ad innescarla, sarà sanguinosissima e infinita.
Israele si presenta già come il liberatore degli iraniani. State attenti a quello che dite, perché le vostre giuste indignazioni possono servire solo a coprire fiumi di sangue, di uomini e di donne, e per ragioni molto diverse da quello che credete.
7) dei diritti delle donne in Afganistan o in Arabia o in Pakistan etc non interessa più a nessuno. Il dirittoumanismo procede sempre in direzione degli Stati che l'Occidente vuole destabilizzare. Prima arriva la rivendicazione dei diritti umani, della civiltà, poi la guerra civile e le bombe.
8 ) che gli usa abbandonino l'Europa forse è un'interpretazione sbagliata: gli usa di Trump sono perfettamente in sintonia con gli europei. Questi dovranno ora svenarsi per aumentare le spese per la difesa, tagliando su sanità, scuola. Non ci sono soldi per le cose essenziali, ma- lo ha chiarito Draghi - per le armi si trovano. Che draghi voglia sganciare l'Europa dagli usa solo un pazzo può pensarlo. Molti conflitti tra potenti sono scene teatrali.
9) l'ucraina diventa un problema europeo, ma a maggior ragione può sfuggire di mano. Una volta che gli Stati Uniti fanno un passo indietro, non sono più soggetti a possibili ritorsioni. Ma gli europei si.
10) il gioco con l'Iran non è a rischio zero: se la Russia e la Cina permettono la sua destabilizzazione perdono di credibilità internazionale.
11) la nuova amministrazione scoprirà tuttavia che la Cina non è quella del 2016.

Chi credeva che i venti di guerra sarebbero cessati con Trump forse confonde le speranze con la realtà.

Il vizio è però alla radice: continuiamo a sperare nell'uomo della provvidenza, ci si divide e si fa il tifo tra due mali.

Bisogna che iniziamo a riprenderci in mano il nostro destino, a dire che i popoli devono rientrare nella storia, dalla quale sono stati espulsi negli ultimi 40 anni.

Non destra e sinistra, non i potenti. Non verrà da questi ciò che il mondo ha bisogno.

Bisogna tornare a stare dall'unica parte giusta: dalla parte dei popoli.

Il primo passo per pensare un'altra storia è capire che l'emancipazione dei popoli non può venire da nessun salvatore, da nessuna rivoluzione colorata, da nessuna destabilizzazione coi soldi occidentali.

Che non dobbiamo stare né con Trump né con Biden, ma dalla parte dei popoli.

Con prudenza, col passo della storia, senza fare precipitare quei popoli nella guerra civile, ma stando comunque coi popoli, e con nessuna elite, di qualsiasi colore sia.

Dobbiamo reimparare a distinguere le culture dal potere.

Le culture sono cose vive, che evolvono, coi loro ritmi, con le loro direzioni, che non sono le nostre. E questi ritmi vanno compresi e rispettati. Il potere, invece, non bisogna mai rispettarlo. 


*Post Facebook del 12 novembre

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