Yemen: l'isola di Socotra tra le proteste contro l'occupazione degli Emirati e lo sfruttamento delle risorse locali

Da mesi l'isola di Socotra è scossa da dure proteste popolari, che hanno denunciato l'occupazione da molti anni degli Emirati Arabi Uniti e lo sfruttamento delle risorse e della ricchezza dell'arcipelago, grazie al vergognoso silenzio del governo mercenario di Aden.

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Yemen: l'isola di Socotra tra le proteste contro l'occupazione degli Emirati e lo sfruttamento delle risorse locali

 

I manifestanti nelle piazze hanno duramente denunciato le mosse espansionistiche di Abu Dhabi che continua a rafforzare la sua presenza militare, ampliando l’influenza economica e strategica nell’arcipelago, come avvenuto con la presa della gestione e controllo dell’aeroporto dell’isola, da parte della HoldingTriangolo orientale” degli Emirati.

Questo ha provocato tensioni e un presidio da parte dei lavoratori aeroportuali, che hanno fermamente rifiutato di consegnare la gestione dell'aeroporto agli occupanti. L’acquisizione dell’aeroporto riflette un piano più articolato di sforzi degli EAU per rafforzare la loro influenza geopolitica nello Yemen, utilizzando Socotra come avamposto strategico per il dominio militare ed economico nella regione.

I manifestanti hanno denunciato il piano dell’occupazione, mediante investimenti nei porti, negli aeroporti nelle aree strategiche del Mar Rosso, con l’obiettivo cruciale di avere il controllo militare ed economico dei corridoi marittimi dell’area, attraverso l’espansione della sua presenza militare nella regione.

Da febbraio, i lavoratori dell’aeroporto internazionale di Socotra, sono in agitazione permanente contro la decisione di consegnare la gestione dell’aeroporto alla società emiratina “Triangolo orientale”. I dipendenti respingono questa mossa, che garantirebbe ad essa il pieno controllo sull'aeroporto, compresa la sostituzione dei lavoratori attuali con dipendenti stranieri. Essi considerano questa, una violazione della legge sull’aviazione civile yemenita e una violazione della sovranità dell’aeroporto e dei diritti dei lavoratori.

Questo avviene in mezzo al completo silenzio da parte del mercenario “Consiglio di Transizione del Sud”(STC), e mentre il rifiuto popolare degli occupanti continua a crescere, le condizioni sociali peggiorano e i prezzi continuano a salire a causa del monopolio delle aziende degli Emirati.

Dalla metà di giugno 2020, il Southern Transitional Council (STC) sostenuto e protetto da EAU e Arabia Saudita, ha mantenuto con la repressione e uno stato poliziesco il controllo su Socotra. Nel corso degli anni, le autorità STC hanno favorito l’espansione degli Emirati sull’isola concedendo grandi aree alle società di Abu Dhabi e accettando diritti monopolistici su servizi chiave come carburante ed elettricità, in una palese svendita della sovranità yemenita.

Nelle scorse settimane un alto ufficiale degli EAU, Saeed Al Kaabi, che gestiva la compagnia aeroportuale è riuscito a fuggire dall’aeroporto ad Abu Dhabi, a causa dell’aggravarsi dell’ondata di proteste organizzata dai dipendenti dell’aeroporto, che continuano a rifiutarsi di consegnare la gestione aeroportuale, e che intendono difendere i diritti dei dipendenti, ribadendo il loro rifiuto di interventi stranieri che mirano a sfruttare le strutture sovrane yemenite vitali.

Esponenti di associazioni per i diritti umani sull'isola, hanno riferito ad Al-Mawqe Post, che le forze affiliate all’STC, che controlla l'arcipelago, nei giorni scorsi hanno disperso violentemente i manifestanti e li hanno allontanati con la forza dall'aeroporto, aggiungendo che la società emiratina assumerà il pieno controllo dell'aeroporto e ne sostituirà il personale, completando il suo dominio su tutti i punti di accesso all'isola. Questo dopo anni di controllo degli EAU su Socotra, durante i quali hanno preso il controllo dei porti marittimi ed esercitato piena autorità sulla loro gestione. Con la sua posizione geografica unica e la vicinanza alle rotte marittime internazionali, l'isola di Socotra è una posizione strategica che può essere utilizzata per svolgere operazioni militari o di intelligence sugli attori regionali.

Un atto preoccupante e foriero di un innalzamento della violenza, è stato l’arrivo sulla remota e piccola isola dell’arcipelago socotrino di Abd al-Kuri, in coincidenza con la visita del capo del STC, al-Zubaidi, di oltre 100 jihadisti africani, arrivati in questo campo militare allestito dagli EAU. Numerosi rapporti sul campo e analisi di intelligence del governo di Ansar Allah di Sana’a,  indicano che il campo di Abd al-Kuri è una base militare congiunta di Israele, EAU, Arabia Saudita e forse anche USA, equipaggiata per effettuare operazioni militari contro le forze di Sana’a.

Sull’isola  è stata costruita una misteriosa pista di atterraggio, una pista principale lunga 2.400 metri, in grado di ospitare "velivoli da combattimento, da ricognizione marittima e da trasporto pesante", secondo The Maritime Executive. Un impianto di frantumazione, situato a circa 5 chilometri dal cantiere, ha fornito i materiali necessari per "costruire fondamenta", sufficientemente resistenti da "sostenere la massa di grandi aerei". E, a 6,5 ??chilometri di distanza, precisamente a Khaysat Saleh, sono stati costruiti dei bunker e un molo sulla spiaggia di Kilmia. Quest'ultimo sarebbe "più protetto da potenziali attacchi di droni Houthi".

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