Le fake news e il conflitto tra India e Pakistan

6352
Le fake news e il conflitto tra India e Pakistan



Piccole Note
 

Il New York Times ripercorre l’annoso conflitto tra India e Pakistan, accennando a una possibile, facile risoluzione. Contesa resa ancora più allarmante da una variabile nuova, le fake news che rendono ancora più torbida tale ostilità.


Tensione e distensione



La guerra tra i due Paesi si inasprì nel 2008 quando dei militanti del gruppo terroristico pakistano Lashkar-e-Taiba attaccarono Mumbai causando la morte di 174 persone. Ad aggravare la situazione si aggiunse la mancata consegna da parte del Pakistan dei presunti colpevoli.


Dopo altre tensioni, lo scorso 15 febbraio la situazione è precipitata di nuovo verso uno scenario già visto. Il gruppo terrorista Jaish-e-Mohammed ha rivendicato l’attacco nella regione del Kashmir che ha causato la morte di 46 paramilitari indiani.


La matrice di queste tensioni è proprio il Kashmir, regione divisa e sotto il controllo di entrambi i Paesi. Fortunatamente, però, è in atto un processo distensivo che si spera possa culminare con un’intesa indo-pakistana.


La soluzione forse risiede nel passato. Verso la seconda metà degli anni 2000, infatti, i due Paesi furono vicini a uno scioglimento pacifico della questione, come ricorda un articolo del NYT. Si stava, infatti, raggiungendo un accordo per demilitarizzare la linea di confine della regione contesa e permettere libero passaggio e scambio. Poi tutto sfumò.


Manipolazione dell’informazione



A complicare le cose, però, sono subentrate le fake news, come scrive Farhad Manjoo in un articolo del New York Times dal titolo significativo: “Il conflitto tra India e Pakistan. Parata di bugie”.


Queste ultime sono entrate in campo molto presto, subito dopo il bombardamento, da parte di jet indiani, di un sito ritenuto un campo d’addestramento per terroristi nella città di Bakalot in Pakistan.


Sebbene il governo non avesse fornito prove visive dell’esito dell’attacco, i media indiani hanno mandato subito in onda immagini “esclusive” del bombardamento…


Le immagini in questione, però, erano state postate online nel 2017 e poi riemerse nella scorsa settimana, da qui poi trasmesse su diversi canali d’informazione del Paese.


Analogamente i media pakistani, dopo l’abbattimento di un jet indiano da parte delle forze aeree di Islamabad (effettivamente avvenuto), mostrarono immagini false dell’accaduto, riguardanti un incidente aereo precedente e affermando che i jet abbattuti erano due, mentre New Dehli contava una sola perdita. Acque torbide, cui non è stata estranea la Fake.

 

Implicazioni e conseguenze della manipolazione dell’informazione



L’evidente inattendibilità di entrambe le testimonianze non ne ha limitato la diffusione, anzi sono state strumentalizzate da entrambi i governi per screditarsi l’un l’altro.


La distorsione delle notizie, però, non è stata solo del web, da sempre visto come apparato a sé stante facilmente preda di simili derive.


Scrive Manjoo sul NYT, infatti, che il fenomeno è spesso originato da un meccanismo più ampio, i cui protagonisti sono anche “politici, celebrità e parte dei media (in special modo la televisione, da cui la maggior parte delle persone ancora riceve le notizie)”.


Quanto accaduto tra i due Paesi esemplifica il rischio di una discesa verso una “società in cui piccole e grandi bugie pervadono ogni discussione attraverso tutti i media, dove l’inganno è dato per scontato, la fiducia è ingenuità e una oggettiva visione della realtà comincia ad apparire spaventosamente anacronistica” , continua il reporter sul Times.


Fake news: non solo il web



Impossibile, di conseguenza, pensare che la piaga delle fake news sia limitata solo a Paesi lontani e in stato di conflitto e all’informazione via web.


Continua infatti il report sul Times: “Ciò che ho trovato è allarmante; dovrebbe terrorizzare il mondo […] A prescindere da quale fosse la fonte, indiana o pakistana che fosse, durante il conflitto si riscontrava comunque una grande difficoltà a orientarsi attraverso un miasma di falsità”.


Il governo indiano ha recentemente emanato delle restrizioni volte a evitare la diffusione di notizie false sul web, ma “quando le menzogne attraversano ogni media e ogni istituzione sociale, quando diventano parte della cultura, concentrarsi sulle piattaforme digitali significa non capire il nocciolo della questione” conclude Manjoo.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri di Loretta Napoleoni La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese di Giuseppe Masala La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo   Una finestra aperta L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo

L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google di Francesco Santoianni I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America? di Raffaella Milandri Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Papa "americano"? di Francesco Erspamer  Papa "americano"?

Papa "americano"?

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Lavoro e vita di Giuseppe Giannini Lavoro e vita

Lavoro e vita

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Il PKK si scioglie: la Turchia sconfigge (per sempre?) i nemici esterni di Michelangelo Severgnini Il PKK si scioglie: la Turchia sconfigge (per sempre?) i nemici esterni

Il PKK si scioglie: la Turchia sconfigge (per sempre?) i nemici esterni

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Appello al voto per i Referendum dell'8 e 9 Giugno di Michele Blanco Appello al voto per i Referendum dell'8 e 9 Giugno

Appello al voto per i Referendum dell'8 e 9 Giugno

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti