Elezioni Nicaragua. Le fake news di Biden travolte dalla sovranità popolare

08 Novembre 2021 18:00 Fabrizio Verde

In Nicaragua il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, guidato dal presidente Daniel Ortega coadiuvato da Rosario Murillo, si avvia verso una larga conferma. A confermarlo sono i dati preliminari resi noti dall’autorità elettorale di Managua.

Il Consiglio Supremo Elettorale ha pubblicato i risultati dello scrutinio provvisorio, a seguito della somma dei fogli di conteggio ricevuti dalle Commissioni per la ricezione dei voti attraverso il sistema di trasmissione, che ha funzionato in modo efficiente e sicuro, ha affermato il giudice Brenda Rocha, il suo presidente .

Con 6.629 dei 13mila 459 fogli conteggiati, per un totale del 49,25 per cento, con un milione 424mila 642 voti totali, di cui un milione 352 556 validi, l'Alleanza del Fronte Sandinista risulta avere un ampio margine con un milione 14.334 voti (74,99 %). Secondo le informazioni fornite dal CSE, il resto dei voti vanno a PLC (194 mila 754), Camino Cristiano (46 mila 464), ALN (44 mila 217); APRE (29 mila 798) e PLI con 22 mila 998.

È stata registrata una partecipazione del 65,35 per cento, ha aggiunto Rocha.

Quest’ultimo dato è molto importante perché i settori più oltranzisti dell’opposizione al Fronte Sandinista, consci di non poter battere Ortega nelle urne, avevano chiamato al boicottaggio delle elezioni per delegittimare la rielezione Sandinista. A questo punto il tentativo è miseramente fallito. Il popolo nicaraguense ha chiaramente espresso la sua preferenza per il Fronte Sandinista che è stato capace in questi anni di risollevare un paese devastato dagli del neoliberismo selvaggio.

I leader latinoamericani salutano la vittoria di Ortega

Diversi leader latinoamericani hanno accolto con favore la vittoria elettorale del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale guidato dal comandante del presidente Daniel Ortega e dalla vicepresidente Rosario Murillo.

L’ex presidente boliviano Evo Morales ha postato sul suo account Twitter un saluto “al popolo del Nicaragua che, in una dimostrazione di coraggio e maturità democratica, ha eletto il fratello Daniel Ortega presidente costituzionale nonostante la campagna statunitense di menzogne, ricatti e minacce. Il trionfo di Ortega è la sconfitta dell'interventismo yankee”.

Anche Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica di Cuba si è espresso utilizzando Twitter: “Congratulazioni ai fratelli del #Nicaragua, Daniel Ortega e Rosario Murillo, per il risultato delle elezioni di questa domenica, che sono state una dimostrazione di sovranità e civiltà di fronte alla crudele campagna mediatica che subiscono. Potete sempre contare sul supporto di #Cuba. Un abbraccio”.

Ancora da Cuba ha fatto sentire la sua voce anche Bruno Rodríguez, il ministro degli Esteri de L’Avana: “Congratulazioni fraterne da #Cuba al Pdte Daniel Ortega e alla Vpdta Rosario Murillo per la loro vittoria elettorale in #Nicaragua. Ribadiamo fermo sostegno e solidarietà al nostro fratello popolo nicaraguense e al governo, che avanzano verso nuovi traguardi nonostante le interferenze esterne”.

Non poteva mancare il messaggio da Caracas di Maduro, presidente di un paese, il Venezuela, che proprio come il Nicaragua si trova costantemente nel mirino dell’imperialismo statunitense.

Maduro si è congratulato con il Nicaragua per aver celebrato le elezioni in maniera tranquilla e pacifica con un'elevata affluenza alle urne.

Le farneticazioni di Biden

La popolarità di Ortega e del Fronte Sandinista in Nicaragua è molto alta, frutto di una politica indipendente e sovrana i cui benefici per il popolo nicaraguense sono tangibili, eppure il presidente statunitense Biden pur non potendo presentare alcuna prova esce con dichiarazioni oggettivamente farneticanti.

La repressione degli oppositori politici da parte del governo Ortega-Murillo "ha truccato l'esito ben prima del giorno delle elezioni", ha affermato il presidente degli Stati Uniti.

Una grande opera di mistificazione perché gli esponenti dell’opposizione tratti in arresto in primis non sono mai stati candidati, poi sono stati fermati perché accusati di atti illeciti come la cospirazione per minare l'integrità nazionale, chiedendo sanzioni e l'intervento straniero nel paese. E poi di crimini finanziari come il riciclaggio di denaro.

Il presidente degli Stati Uniti ha quindi invitato il governo del Nicaragua a "prendere provvedimenti immediati per ripristinare la democrazia" e rilasciare i detenuti.

Sappiamo bene cosa voglia dire per gli Stati Uniti il ripristino della democrazia: vuol dire la rinuncia ad ogni politica indipendente e sovrana, svendita del paese, tagli di salari e pensioni, totale asservimento agli interessi economici e geopolitici di Washington. Questa è la democrazia declinata nel modo statunitense. Per questo i popoli latinoamericani la rigettano. E per questo il governo statunitense si accanisce tanto contro paesi come il Nicaragua, il Venezuela e Cuba che non si arrendono alla tracotanza e la violenza di Washington.

Il popolo sandinista in piazza

Per toccare con mano quanto siano fuori dal mondo e strumentali le accuse di Biden basta vedere la reazione popolare a Managua dopo la notizia che il Fronte Sandinista si avvia verso la rielezione. Migliaia di persone sono scese in piazza per celebrare l’importante risultato.

Festeggiamenti sono stati segnalati nella capitale Managua, così come nelle principali città del paese centroamericano come León, Granada, Estelí e Chinandega.

Il popolo è sceso in piazza con le bandiere nicaraguensi e le bandiere rosse e nere del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) ed ha celebrato la vittoria con canti e balli. Molti dei partecipanti ai festeggiamenti si sono detti soddisfatti dai vari programmi sociali, volti a rispondere ai bisogni della maggioranza. "È un voto per l'unità”, la dichiarazione più ascoltata tra la gente.

Alle elezioni generali del 2021 in Nicaragua hanno partecipato 232 osservatori elettorali tra deputati, rappresentanti di organizzazioni sociali e partiti politici, oltre a circa 600 giornalisti di diversi media nazionali e internazionali.

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