Le piazze del 24 luglio e la guerra tra poveri

27 Luglio 2021 11:00 Aurelio Armellini

«Il modo più intelligente per mantenere le persone passive e obbedienti è limitare rigorosamente lo spettro di opinioni accettabili, ma consentire un dibattito molto vivace all'interno di tale spettro – incoraggiando persino le opinioni più critiche e dissidenti. Ciò dà alle persone la sensazione che ci sia il libero pensiero in corso, mentre per tutto il tempo i presupposti del sistema vengono rinforzati dai limiti posti nel campo del dibattito». Noam Chomsky

Nulla più di questa frase di Noam Chomsky ci offre risposte ai tempi incerti che viviamo. Il modo più intelligente per mantenervi passivi e obbedienti su tutto quello che di realmente importante banchieri e generali stanno portando avanti in questo momento in Italia è lasciarvi discutere, argomentare, litigare, perfino scannarvi su DDL ZAN e – badate bene – non la gestione drammaticamente fallimentare dell’epidemia Covid in Italia, ma insultare chi al momento LIBERAMENTE - in quanto facoltativo - decide di non sottoporsi al vaccino sperimentale contro il Covid.

Ed è proprio così, alimentando deliberatamente la più grande guerra tra poveri mai scatenata in questo paese, che si sta polverizzando l’immenso polo elettorale su cui potrebbero convergere i milioni e milioni (quasi 6 milioni) di poveri assoluti in Italia. La cifra praticamente raddoppia se aggiungiamo chi vive in povertà relativa.

Un’unica immensa classe sociale che viene frantumata esattamente come descritto, in modo magistrale, dal Prof. Andrea Zhok in un suo recente scritto: chi oggi solleva un dubbio su un siero non a sufficienza testato su categorie (come minorenni) che della malattia non hanno nulla da temere - quando in paesi come la Germania è apertamente sconsigliato - viene subito bollato dal circo mediatico come il nuovo nemico interno. Facendo anche da capro espiatorio per i veri responsabili del collasso delle strutture sanitarie, dei fallimenti criminali della gestione della pandemia e della nuova macelleria sociale che avrà le vesti del PNRR.

Capolavoro assoluto delle élite.

Come dice Chomsky potete avere anche "la sensazione che ci sia il libero pensiero in corso", ma fermatevi un attimo a riflettere:

Vi rendete conto che state insultando chi applica una facoltà concessa e non con chi non ha il coraggio di rendere obbligatorio il vaccino se davvero pensa che sia la “cura”?

Vi rendete conto che ve la state prendendo con chi combatte perché non siano solo i “vaccinati” a poter esercitare il diritto costituzionale al lavoro e non con Confindustria che vuole sfruttare il lasciapassare come nuova arma di macelleria sociale?

Vi rendete conto che ve la state prendendo con chi si batte perché venga fatta chiarezza sulle tante cure efficaci boicottate e non con chi si ostina a lavorare solo per i profitti delle multinazionali di Big Pharma e per i padroni in ottica geopolitica? Come spiegate, dopo mesi e mesi, il boicottaggio verso il vaccino russo Sputnik, probabilmente il più efficace a detta oltre che dal nostro centro d’eccellenza, lo Spallanzani, dalle due riviste mediche più prestigiose al mondo, The Lancet e Nature?

Da più parti giungono appelli a non mettere in dubbio le cosiddette verità ufficiali. A fidarsi, quasi fideisticamente, della scienza medica, della scienza virologica. Sgombriamo il campo da qualsivoglia ipotesi antiscientifica e complottista: lungi da noi voler mettere in dubbio la scienza o la virologia, soprattutto in piena pandemia. Ma sarebbe quantomeno ingenuo, o stupido, fidarsi ciecamente di una scienza - e relativi scienziati - tutt’altro che neutra. Sarebbe utopico credere che in pieno regime capitalistico e neoliberista, la scienza, anche medica, sia un campo neutro completamente scevro da condizionamenti politici e ideologici. Come affermava Mao Tse Tung: «Alcuni sostengono che si deve essere prima esperti e poi rossi. Questo è come dire: prima bianchi e poi rossi. Se si pretende di essere rossi non adesso, ma in futuro, adesso di che colore si è? Senza dubbio bianchi».

C’è chi dopo averla invocata attraverso i “lockdown” ora è convinta che la nuova via per il socialismo passi per la vaccinazione anti Covid di tutta la popolazione da 0 a 100 anni con sieri sperimentali di Big Pharma.

Saranno le urne, come sempre, a testimoniare il suicidio.

Il 24 luglio sono andate in scena manifestazioni popolari, momenti di risollevamento, di insorgenza. Dal lato del lavoro abbiamo avuto bellissime iniziative di lotta. A partire dalla partecipata e combattiva manifestazione di Campi Bisenzio dove migliaia di lavoratori sono scesi in piazza per protestare contro i licenziamenti operati dalla multinazionale britannica GKN. Con gli operai che si dichiarano pronti a prendere il controllo dell’azienda e continuare la produzione. E poi quelle molto discusse in decine di città italiane dove cittadini prendevano le piazze per chiedere risposte, per chiedere se ci pensate che lo Stato faccia lo Stato sul tema dei sieri anti Covid. E’ la cura definitiva? Benissimo Draghi, Speranza e Figliuolo impongano la obbligatorietà e prendano la responsabilità, anche penale, oppure tacciano per sempre. Manifestazioni, queste ultime, che sono state bollate come "no vax" dai media al servizio di chi lavora alla guerra tra poveri, anche se la stragrande maggioranza dei partecipanti non metteva in dubbio nessuno dei vaccini obbligatori imposti dallo Stato italiano e in molti avevano anche il vaccino Covid. Confuse, senza una guida, possono essere facile preda per gruppetti di estrema destra che come sempre hanno l'effetto poi di polverizzare la protesta.

Per un breve periodo di tempo il Movimento 5 Stelle è stata l’espressione politica in grado di dare un volto unitario alle lotte popolari del 24 luglio, non permettendo che questa immensa guerra tra poveri si materializzasse.

I padroni, i governi liberisti, i falchi di Confindustria vogliono dei lavoratori sempre più atomizzati e facilmente ricattabili. Con l'annientamento del Movimento Cinque Stelle all'agenda del PD il loro compito in Italia è molto più semplice.

E qui veniamo al che fare. E' necessario un partito in grado di unire le lotte del 24 luglio o avremo decenni di libero arbitrio di banchieri, Big Pharma e le forze neo-liberiste più estremiste. Alternative non esistono. Se quelle piazze non comunicheranno e anzi accetteranno il gioco di chi li vuole in conflitto avranno vinto loro.

Sono anni che nell'occidente al collasso la lotta di classe è chiara da un lato solo. I milioni di poveri italiani che in forme diverse lanciavano il loro grido di disperazione il 24 luglio sono un’unica classe sociale, ancora senza coscienza di esserlo. Ma per questo serve abbassare i toni sullo "spettro di temi scelto dall'elite". Libertà, lavoro, giustizia sociale e sovranità vanno di pari passo. Serve un partito in grado di comunicarlo.

Le più recenti da L'Analisi

On Fire

F-16, "bersagli legittimi" e NATO. Cosa ha detto (veramente) Vladimir Putin

di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomaticoIl presidente russo Vladimir Putin ha visitato il 344esimo Centro Statale Addestramento e Riqualificazione del personale dell'aviazione militare del Ministero...

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa