Alessandro Orsini - Sul pacifismo e il PD

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di Alessandro Orsini*

Questo è un post cattivo contro Elly Schlein e il PD. È un post che trae spunto dal bellissimo convengo organizzato a Milano da Gianni Cuperlo, persona squisita, con cui mi sono accapigliato tante volte a Rai Tre.

Voglio bene a Elly Schlein, nessuno mi fraintenda, ma ho il dovere morale di scrivere questo post per i doveri pedagogici che un professore universitario ha verso i giovani in un tempo confuso in cui il mondo adulto non è più in grado di trasmettere valori chiari.

Il gruppo dirigente del PD ha abbracciato la parola “pace” dopo la notizia che l’Ucraina ha perso la guerra; ha abbracciato la parola “pace” dopo che la Nato ha iniziato a interrogarsi sul modo in cui trovare una soluzione diplomatica per impedire che l’Ucraina venga ridotta a un cumulo di macerie fumanti dalla Russia.

Questo non è pacifismo.
 
Pacifismo non è essere favorevoli alla guerra quando la Nato dice che bisogna essere favorevoli alla guerra perché la Casa bianca ritiene probabile la vittoria, e non è nemmeno diventare favorevoli alla pace quando la Nato dice che bisogna essere favorevoli alla pace perché la Casa bianca dà per certa la sconfitta.
Questo non è pacifismo; questo è rivedere la linea di un partito che cerca di adeguarsi opportunisticamente alla sconfitta militare dell'Unione europea, guidata da un gruppo di corrotti e di falliti, per mano della Russia.

E, adesso, veniamo ai valori chiari da trasmettere ai giovani.

La prima qualità di un pacifista è il coraggio.

Un pacifista è contro l’alimentazione esterna della guerra in Ucraina e in Siria quando tutti i media sono per l’alimentazione esterna della guerra in Ucraina e in Siria. Un pacifista ritiene che i diritti dei bambini siano più importanti dei diritti degli adulti. Il punto di riferimento dei pacifisti non è il diritto internazionale, bensì il diritto all'infanzia.

La seconda qualità di un pacifista è la forza interiore che è una forza morale che implica la forza di rimanere soli. Un pacifista non ha paura di essere diffamato, minacciato, calunniato, censurato, insultato, irriso e dileggiato a reti unificate. E non ha paura che la sua carriera venga distrutta sotto i colpi della stampa-feccia italiana e internazionale. Un pacifista va contro tutti e contro tutti per difendere i valori di pace della Costituzione Italiana.

Un pacifista non è tale a giorni alterni in base alla linea politica della Casa bianca o della Nato o in base all’andamento degli scontri sul campo.

Un pacifista non è per la pace in Ucraina, ma poi rifiuta di condannare pubblicamente Israele per il massacro a Gaza; non è per la pace in Ucraina, ma poi rifiuta di applicare le sanzioni contro Netanyahu, di invocare un mandato di cattura internazionale contro questo criminale di guerra; non rifiuta di sospendere la vendita di armi a Israele e di designare Israele “Stato terrorista” come il Parlamento europeo ha fatto con la Russia nel novembre 2022.

Tutte queste decisioni richiedono coraggio.
 
Tutto questo richiede i pacifisti.

Un pacifista paga un prezzo.

Se manca il coraggio, mancano i pacifisti.

Detto questo, grazie a Cuperlo per il suo bellissimo convengo, a cui hanno partecipato tante persone ammirevoli.

*Post Facebook del 4 dicembre 2023

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