Ambasciatore USA in Israele: Washington non è impegnata nella creazione di uno Stato palestinese
Da quando è iniziata la guerra genocida contro la Striscia di Gaza, 7 ottobre 2023, dopo l’operazione della Resistenza palestinese denominata “Tempesta di Al Aqsa”, Israele e il suo padrino politico, militare, finanziario, come gli Stati uniti d’America, non hanno mai nascosto le loro vere intenzioni, ovvero eliminare ogni residua presenza dei palestinesi nell’area. Oggi è la Striscia di Gaza, domani sarà la Cisgiordania.
Il 7 ottobre è solo la soluzione finale di Israele di un piano iniziato il 15 maggio del 1948 con la Nakba, giusto per ricordare che la Storia non è iniziata il 7 ottobre 2023.
Sulle vere intenzioni di USA e Israele, a fugare ogni dubbio, ci ha pensato l’ambasciatore statunitense in Israele, Mike Huckabee il quale ha ribadito che uno Stato palestinese nella Cisgiordania occupata non è più un obiettivo della politica statunitense, ma i “vicini musulmani” di Israele potrebbero cedere le loro terre per crearne uno, ha dichiarato martedì l'ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee a Bloomberg News.
US Ambassador to Israel Mike Huckabee:
— Khalissee (@Kahlissee) June 10, 2025
The U.S no longer endorses an independent Palestinian state as a policy goal...He suggests having a Palestine state “somewhere in the middle east” rather than in Palestine.
Never trust America. NEVER. pic.twitter.com/2cNJPiSwk0
“A meno che non accadano eventi significativi che cambino la narrazione, non c'è spazio per questo”, ha detto Huckabee, nominato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e da tempo sostenitore dell'espansione degli insediamenti nella Cisgiordania occupata, quando gli è stato chiesto di uno Stato palestinese.
Ha precisato che tali passi probabilmente non avverranno ‘nel corso della nostra vita’.
Incalzato sull'argomento, Huckabee ha ripetuto una provocatoria affermazione avanzata da alcuni funzionari israeliani, secondo cui i paesi musulmani confinanti potrebbero cedere le loro terre ai palestinesi per creare uno Stato.
“Dove dovrebbe sorgere? Deve essere necessariamente in Giudea e Samaria?”, ha chiesto Huckabee. “Deve essere necessariamente in un luogo diverso?”
Huckabee non ha escluso l'ipotesi di sottrarre territori all'Arabia Saudita per creare uno Stato palestinese, affermando quando è stato incalzato che "tutte le opzioni dovrebbero essere sul tavolo".
Inoltre, ha aggiunto che “I paesi controllati dai musulmani hanno sei centoquarantaquattro volte la superficie di Israele. Quando si dice che Israele deve rinunciare a qualcosa, ci si gratta la testa e si pensa: ‘Vediamo se ho capito bene...’. Perché queste persone [gli israeliani] dovrebbero cedere quando queste persone [i paesi musulmani] hanno un ampio margine di manovra per dire: ‘Ci ritaglieremo qualcosa’?
Il “no comment” del Dipartimento di Stato
Il Dipartimento di Stato americano si è rifiutato di commentare martedì le dichiarazioni dell'ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee, secondo cui gli Stati Uniti non perseguono più l'obiettivo di uno Stato palestinese indipendente.
"Non intendo commentare le dichiarazioni dell'ambasciatore. Non le spiegherò né le commenterò affatto. Credo che parli chiaramente per sé", ha spiegato ai giornalisti la portavoce Tammy Bruce.
Alla domanda se Huckabee stesse parlando da solo o se le sue osservazioni rappresentassero un cambiamento nella politica dell'amministrazione Trump, Bruce suggerirebbe al giornalista di chiedere alla Casa Bianca.
"Non analizzerò le dichiarazioni dell'ambasciatore... e non parlerò nemmeno della natura di ciò che si dice che lui affermasse o non affermasse. Non intendo fare una conversazione speculativa su questo adesso", ha concluso.
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