Analisti al NYT: le sanzioni contro la Siria non faranno cadere Assad, ma peggioreranno soltanto la crisi umanitaria
In un articolo pubblicato oggi sul The New York Times, gli esperti e analisti citati dal quotidiano statunitense hanno affermato Washington intende inasprire le sanzioni contro la Siria per rovesciare Assad, ma mettono in dubbio l'efficacia di questa misura statunitense.
Nell'articolo si ricorda che i funzionari dell'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sono determinati a imporre nuove restrizioni sulla base del "Caesar Act".
Secondo quanto riferito, ciò è stato incluso nel bilancio militare americano per l'anno fiscale 2020 e conferisce all'amministrazione statunitense il diritto di imporre sanzioni contro istituzioni e persone che forniscono assistenza diretta e indiretta a Damasco, nonché ai vari gruppi che operano nel paese.
L'articolo citava le parole del vice sottosegretario di Stato aggiunto per gli affari del Medio Oriente, Joel Rayburn, che sottolineava che le sanzioni "non finiranno" fino a quando "il regime siriano e i suoi alleati" non accetteranno un cambio di potere nel paese.
Come osserva il giornale, molti esperti hanno espresso dubbi sul fatto che un simile approccio consentirebbe agli Stati Uniti di raggiungere gli obiettivi desiderati, senza compiere sforzi attivi nel campo diplomatico.
"Le sole sanzioni non sono in grado di risolvere il problema", ha affermato John Smith, ex direttore dell'ufficio per il controllo delle attività estere del dipartimento del tesoro degli Stati Uniti.
Ha aggiunto: "È difficile capire cosa può fare anche il governo degli Stati Uniti, oltre a mettere un gruppo di funzionari del regime siriano in un elenco che provoca solo indifferenza da parte loro".
Sulle sanzioni, Basma Alloush , consigliere politico e difensore del Norwegian Refugee Council, un'organizzazione umanitaria che opera in Siria, tiriane che siano "un'arma a doppio taglio", precisando che "se gli Stati Uniti stanno usando sanzioni così vaste e vaste per raggiungere una sorta di obiettivo politico, non prestano sufficiente attenzione alle conseguenze indesiderate". Inoltre ha ricordtao che "gli Stati Uniti aggiungono questa ulteriore pressione sulle persone comuni che hanno attraversato l'inferno e ritorno, hanno davvero bisogno di fare molto di più per dimostrare come esattamente proteggeranno questi civili".
