Avvocatura di Stato ammette: l'Italia conteggia tutti i deceduti positivi come "morti Covid"

Avvocatura di Stato ammette: l'Italia conteggia tutti i deceduti positivi come "morti Covid"

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La rivelazione choc che in realtà non fa altro che confermare quanto sempre ipotizzato sulle morti eccessive in Italia rispetto a tutti gli altri Paesi.


Ci siamo sempre chiesti come mai in Italia il numero di morti, in percentuale rispetto agli abitanti e a parità di rapporto tamponi-casi di positività, fosse esageratamente più elevato di quello dichiarato in Francia o in Spagna.
I nostri ospedali e i nostri medici sono i peggiori?


Sicuramente, nonostante i tagli alla sanità pubblica e ai discutibili protocolli di cura, l'Italia ha ottimo personale sanitario, benché oggi lo si stia ulteriormente depauperando con la sospensione di chi non è vaccinato.


L'ipotesi più accreditata per spiegare questa anomalia ha sempre riguardato la modalità di conteggio dei morti CON covid o PER covid.


Adesso l'avvocatura  di Palazzo Chigi e del ministero della Salute si è lasciata sfuggire un’ammissione dalla portata esplosiva.


La notizia viene riportata da Il Giornale, quotidiano non certo complottista o no vax.
In Italia, scrivono gli avvocati, i dati registrano tra le vittime di covid “tutti coloro i quali avevano il virus al momento del decesso” e non, come avviene “negli altri Paesi”, solo “coloro i quali sono deceduti a causa del virus stesso”.


Quindi, in sintesi, qualsiasi persona deceduta per altre cause, tumore, leucemia, infarto, se trovato positivo al tampone, è stato dichiarata in Italia morta DI COVID.

La rivelazione si trova all’interno della nota di trattazione, che ilGiornale.it ha potuto visionare, depositata al Tribunale Civile di Roma in merito alla causa intentata da oltre 500 familiari delle vittime del Covid contro il Ministero della Salute, l'ex Presidente del Consiglio Conte e chi avrebbe dovuto vigilare sull'aggiornamento del piano pandemico.
Ma tra le righe della difesa si legge:
“Gli stessi dati riferiti all’Italia (pagina 22),  devono essere valutati con le dovute precauzioni” in quanto quei numeri “classificano tra deceduti tutti coloro i quali avevano il virus al momento del decesso e non – come avvenuto da altri Paesi (…) - soltanto coloro i quali sono deceduti a causa del virus stesso”.


Si conferma così quello che molti siti di informazione libera hanno sempre denunciato.

Ne aveva dovuto prendere atto persino Repubblica e addirittura nelle mail di Fauci emerge la truffa dei dati relativamente all'Italia.

Alla gravissima polemica aveva cercato di rispondere l’Istituto Superiore di Sanità l'otto giugno in un rapporto, che di fatto alimenta ancora di più la certezza che i dati siano stati manipolati alla base, laddove per "morto DI COVID" bisogna intendere (e quindi classificare e registrare) chiunque manifesti sintomatologia. Ma... se un paziente è morto di cancro, di ictus o di epatite, di diabete o di blocco intestinale, se positivo al tampone molecolare, è morto DI COVID.

Lo dichiara nel rapporto lo stesso Istituto Superiore di Sanità. 


"In questo caso ( cioè di malattie pregresse) vengono considerati casi Covid se i malanni già presenti “possono aver favorito o predisposto ad un decorso negativo dell’infezione”. 


Ad esempio “Se l’infarto avviene in un paziente cardiopatico con una polmonite Covid-19, è ipotizzabile che l’infarto rappresenti una complicanza del virus e quindi il decesso deve essere classificato” quale morto COVID.


 Alla sconvolgente rivelazione si associa la polemica sulla modalità di registrazione invece di chi muore dopo la somministrazione del vaccino: solo in questo caso, infatti, il paziente viene dichiarato morto per le malattie pregresse.

Agata Iacono

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Sociologa e antropologa

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