Caro Grillo, la lotta di classe è più viva che mai
Abbiamo scelto di prenderci un po’ di tempo per commentare il video di Beppe Grillo di questa mattina. Questo sia per l’incredulità nell’ascoltare quelle parole da chi abbiamo sempre ammirato per quello che ha rappresentato, sia soprattutto per metabolizzare alcune affermazioni di una gravità - dal nostro punto di vista - impressionante.
Come sempre in Italia i media mainstream guardano il dito – vale a dire la proposta paradossale di sostituire Zingaretti come segretario del PD – ma la luna è tutt’altra e può essere compresa solo dopo un’analisi accurata delle parole del garante di quello che era il Movimento 5 Stelle.
Dire, come afferma Grillo, che non esistono più differenze di classe, di visione, di interessi, e che si debba andare dritti e tutti uniti verso l’innovazione tecnologica e ambientalista è il messaggio orwelliano totalitario del pensiero unico.
Non c'è alcuna analisi economica, antropologica, filosofica, culturale. Cancella due secoli di storia con un concetto neoliberista della transizione ecologica, che sarà sfruttata dalle grandi aziende multinazionali, producendo profitto per pochissimi.
Le diseguaglianze sociali esistono e sono state rese sempre più profonde dalla gestione neoliberista della Pandemia. A Grillo basterebbe leggere gli ultimi dati Istat. Ma invece nessun accenno allo stato sociale e al bene comune. Eppure, erano i cardini del Movimento 5 Stelle di cui era garante.
Nessun riferimento al nessuno deve rimanere indietro, vale a dire lotta di classe contro i soprusi dei potentati del regime neo-liberista, nessuna denuncia della gestione del diritto alla salute e all'istruzione, neppure un accenno all'abbraccio mortale con l'europeismo atlantista.
Le parole di Grillo vengono pronunciate, ironia triste della storia, nel giorno in cui emerge l’inquietante notizia che il famigerato Recovery verrà scritto addirittura dalla società di consulenza Usa McKinsey.
Con buona pace del Garante dell’ex Movimento 5 Stelle la lotta di classe è più viva che mai. Il capitale transnazionale è organizzato, ha preso in mano interi paesi come l’Italia del governo Draghi, e soprattutto attraverso l'azione di mostri sovranazionali come l’Unione Europea, la sta stravincendo. Noi – il lavoro - che al contrario la lotta di classe la stiamo perdendo da anni, dobbiamo passare alla controffensiva. E dobbiamo farlo ora.
Non c’è più tempo e non è più tempo di ascoltare le parole di chi è passato dall’altra parte della barricata.