Cile: i Carabineros fanno irruzione in un liceo e attaccano gli studenti con bombe lacrimogene
Manganellate e gas lacrimogeni. Le Forze Speciali (FF.EE) dei Carabineros del CIle giungono presso l'Istituto Nazionale a Santiago per sopprimere una manifestazione di protesta in corso.
Sembra un racconto risalente ai tragici anni della dittatura fascista del generale Pinochet. Invece è il Cile di oggi, nel 2019, guidato dal neoliberista Sebastián Piñera. Lo stesso che si segnala tra i capi di Stato maggiormente attivi nel denunciare presunte violazioni dei diritti umani in Venezuela.
Singolare che sia così distratto nelle questioni domestiche. Evidentemente l’attivismo nel destabilizzare il Venezuela gli ha fatto perdere il contatto con gli accadimenti nel proprio paese. O peggio ancora avalla la repressione aperta nei confronti degli studenti.
Tornando alla violenza contro gli studenti, i Carabineros hanno fatto irruzione nell’edificio lanciando bombe lacrimogene che hanno colpito i ragazzi e provocato feriti.
Sono stati inoltre segnalati tentativi di intimidazione.
Significativa la testimonianza di una madre: «Mentre mio figlio stava dando un esame di matematica, entra la polizia nell'edificio. Anche le altre madri piangendo chiedono solo di non fare del male ai nostri figli... I carabinieri ci prendono in giro e dal liceo ci dicono che è tutto normale».
A questo punto vien da chiedersi: se questo episodio fosse accaduto in Russia o Venezuela, quale sarebbe stata la reazione internazionale?