Come è andato il vertice di Sochi tra Erdogan e Putin?

Come è andato il vertice di Sochi tra Erdogan e Putin?

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Incendi boschivi, gasdotti, centrali nucleari e conflitti in Siria e nel Caucaso sono stati tra gli argomenti discussi a Sochi dal presidente russo Vladimir Putin e dal suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan.

Un vertice molto atteso dal momento che Russia e Turchia vivono un momento di frizioni dovute all'attuale situazione nella provincia siriana di Idlib e dal discorso tenuto da Erdogan all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite la scorsa settimana dove ha definito la Crimea una parte dell'Ucraina "di cui non riconosciamo l'annessione" da parte della Russia. 

Tuttavia il presidente turco non ha nascosto la frustrazione causata dai colloqui con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden - di cui la Turchia è alleata nell’ambito della NATO - e ha annunciato che avrebbe invece cercato di stringere legami più stretti con la Russia. Erdogan non ha nascosto che le discussioni a New York sono andate male. Il fatto che Ankara sia un membro chiave del blocco militare NATO guidato dagli Stati Uniti, ovviamente - evidenzia RT - significa che il vertice di Sochi potrebbe avere conseguenze geopolitiche.

Dopo il vertice, in ogni caso, i due leader non hanno tenuto nessun incontro con i giornalisti. Erdogan ha twittato mercoledì sera di aver lasciato Sochi "dopo un fruttuoso incontro" con Putin.

Nel frattempo, il Cremlino ha pubblicato una foto con i due presidenti che sorridono e si stringono la mano. 

Nel discorso tenuto in apertura dell’incontro Putin ha affermato di essere "felice che le nostre relazioni continuino a svilupparsi e procedano in modo positivo" e aggiunto che Russia e Turchia stanno "collaborando con successo sulla scena internazionale”, in riferimento a Siria e Libia. 

Erdogan ha definito Putin un "caro amico" e si è detto felice di incontrarlo di persona. Il presidente turco ha ringraziato la Russia per l'assistenza fornita nel contrasto agli incendi boschivi durante l'estate e ha espresso condoglianze alle famiglie dei cinque russi rimasti uccisi in un incidente aereo nel mese di agosto, mentre partecipavano alle azioni di spegnimento degli incendi che hanno falcidiato la Turchia questa estate. 

Riguardo a un tema caldo come la Siria, dove Russia e Turchia si trovano su fronti opposti, Erdogan ha affermato: “I passi che facciamo insieme riguardo alla Siria hanno una grande importanza. La pace lì dipende dai legami Turchia-Russia”. Nel frattempo, Putin ha fatto solo un riferimento fugace alla Siria nei suoi commenti di apertura, affermando che si tratta di una delle aree in cui i due paesi hanno cooperato con successo.

Il presidente russo ha affermato l'idea che i due Paesi riescano a superare le differenze attraverso il dialogo.

"I nostri incontri non procedono sempre senza problemi, ma le istituzioni competenti sono in grado di superare i problemi per raggiungere soluzioni", ha affermato Putin.

Putin ha anche affrontato il tema della cooperazione con la Turchia nella crisi del Nagorno-Karabakh, affermando che è un elemento importante per mantenere il cessate il fuoco e garantire la pace permanente nell'area in futuro.

Ha affermato che anche la cooperazione di Mosca con Ankara su Siria e Libia sta procedendo con successo nello schema globale delle cose.

Sulla Siria Mosca ha riaffermato che le forze russe sono in Siria su invito ufficiale del presidente Bashar al-Assad e che la presenza di altre forze sta ostacolando i suoi sforzi per riunire e ricostruire il paese devastato dalla guerra.

Il presidente turco Erdogan, sottolinea RT, ha anche ringraziato Putin per il gran numero di turisti russi che hanno visitato la Turchia durante l'estate, riconoscendo il loro ruolo nel rafforzare un settore particolarmente colpito dalla pandemia. Entrambi i leader hanno poi evidenziato il lavoro di Rosatom nella costruzione della centrale nucleare di Akkuyu, sulla costa meridionale della Turchia.

Sempre riguardo all’ambito energetico Putin ha ringraziato Erdogan per la sua posizione sulla costruzione del gasdotto TurkStream, grazie al quale Ankara si sente al sicuro mentre l’Europa è nel bel mezzo di una crisi del gas.

Il vertice di Sochi è stato il primo incontro di persona di Putin con un altro capo di Stato dopo essere entrato in auto-isolamento a metà settembre, al verificarsi di un focolaio di Covid-19 tra il personale del Cremlino. All’uscita dalla residenza di Bocharov Ruchey i due leader hanno parlato del loro stato di vaccinazione e dei livelli di anticorpi. A tal proposito Erdogan ha affermato che il livello di anticorpi del presidente Putin sarebbe troppo basso, essendo il suo “oltre 1000”. Ma il leader russo ha evidenziato che le misurazioni sono diverse. 

Putin ha poi esortato Erdogan a effettuare una dose di richiamo con il vaccino russo Sputnik V, ma il presidente turco ha esitato, affermando di aver già ricevuto un terzo richiamo con un altro vaccino (Pfizer). 

Dall’incontro è giunta la conferma che sono in corso trattative per l’acquisto da parte della Turchia di un nuovo lotto del sistema di difesa missilistica S-400. Su questo punto gli Stati Uniti hanno già annunciato che ci saranno nuove sanzioni per Ankara dopo che la Turchia è stata estromessa definitivamente dal programma F-35, nonostante sia un importante membro della NATO. 

Secondo il presidente del partito turco Vatan Dogu Perinçek, “siamo alla fine della visione senza orizzonte e superficiale nelle relazioni Turchia-Russia.

Il governo turco - afferma Perinçek secondo quanto riportato dal quotidiano Aydinlik - deve ora disporre di una strategia e di un orizzonte storico che vada dal Mar Nero e dal Mediterraneo allo Stretto di Hormuz, e poi dall'Oceano Atlantico all'Oceano Pacifico”. 

Quindi “la Turchia deve cooperare in ogni campo con i suoi vicini Russia, Siria, Iraq, Iran e Azerbaigian sia per la sua sicurezza che per lo sviluppo economico contro le minacce USA-israeliane. La Federazione Russa svolge un ruolo chiave in questo imperativo strategico.

A questo proposito, il ‘Piano di pace per il Mar Nero e il Mediterraneo’, che abbiamo stilato come Partito Vatan, è l'unica via ed è in fase di attuazione.

In questo contesto, come ha recentemente affermato il nostro Presidente Erdogan, senza il contributo della Russia, non avremmo potuto ottenere la vittoria salvando il Karabakh dall'occupazione.

Allo stesso modo, i passi che la Russia deve intraprendere per il riconoscimento della TRNC (Repubblica Turca di Cipro del Nord) sono importanti da sbloccare, e per questo ci troviamo di fronte alla responsabilità di intraprendere passi che rafforzeranno l'amicizia Turchia-Russia nel Mar Nero.

Il riconoscimento del fatto che oggi la Crimea è territorio russo rafforza la sicurezza della Turchia ed è negli interessi dei nostri turchi di Crimea. La liberazione dell'Ucraina, che è la Grecia nel Mar Nero, dal controllo degli Stati Uniti si realizzerà solo in questa linea”.

Infine, il leader del partito post-maoista ammonisce il presidente turco: “Ci auguriamo che il nostro onorevole presidente Tayyip Erdogan non adotti atteggiamenti che possano compiacere i nemici della Turchia a Sochi e si orienti verso la cooperazione strategica e la solidarietà”. 

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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