Coronavirus, ma perché il Piano per “non provocare il panico” è ancora segreto?

21222
Coronavirus, ma perché il Piano per “non provocare il panico” è ancora segreto?


 
Davvero sbalorditivo quanto riporta Repubblica :“A gennaio il ministero della Salute aveva già preparato un piano di emergenza per contrastare il coronavirus. Ma è stato tenuto segreto, perché ipotizzava anche uno scenario ritenuto talmente drammatico da provocare il panico (…) Il Piano è stato tenuto nascosto perché si temeva potesse scatenare il panico. Secondo il ministero non c'è stato nessun ritardo".

Di fronte a dichiarazioni come questa, forte è la rabbia, insieme alla speranza di vedere subito qualcuno in galera; ma, invece di illudersi che, per l’assoluta impreparazione del governo e del sistema italiano di protezione civile, paghi qualcuno, meglio limitarsi a qualche (possibilmente pacata) considerazione; da esprimere, purtroppo, senza aver potuto leggere questo famoso Piano di emergenza che, a differenza di quanto avviene in tutti i paesi civili (dove viene liberamente discusso ed emendato in Parlamento) continua ad essere segreto. Ovviamente, non per qualche giornalista mainstream, che così lo glorifica:

Dal ministero della Salute è uscito a gennaio un «piano nazionale di emergenza» per contrastare il coronavirus. In quelle pagine sono scritti gli orientamenti programmatici che hanno ispirato le scelte del governo. Il documento contiene tre scenari per l’Italia, uno dei quali troppo drammatico per essere divulgato senza scatenare il panico tra i cittadini. Per questo il piano è stato secretato. (…) Se la più fosca delle previsioni non si è realizzata, è perché il governo ha scelto, anche se gradualmente, di chiudere i battenti del Paese e imporre il distanziamento sociale. (…)  «Non c’è stato nessun vuoto decisionale - risponde Andrea Urbani, direttore generale della Programmazione sanitaria -. Già dal 20 gennaio avevamo pronto un piano secretato e quel piano abbiamo seguito. La linea è stata non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio»”.

Ma un Piano di emergenza non è certo un libro dell’orrore da dare in pasto ai lettori; bensì - in estrema sintesi - un documento che, sulla base di determinati scenari, elenca le direttive (che ogni addetto all’emergenza e ogni struttura dovrà attuare) e le risorse (ovviamente già disponibili, non un Libro dei Sogni) che saranno impiegate. Avrebbe dovuto essere questo, ad esempio, il “Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale” che – ça va sans dire – è rimasto lettera morta, anche perché la struttura che avrebbe dovuto coordinarlo, incredibilmente, è stata sciolta nel 2016.

Provvederà a questo qualcuna delle innumerevoli Task Force (al momento ne sono state istituite 17) che si stanno moltiplicando come conigli per affrontare l’emergenza Covid19? Speriamo di sì. Intanto - essendomi occupato, per quarant’anni, di protezione civile e Disaster Management - mi permetto di dare un consiglio a chi, occupandosi del Piano, dovrà preoccuparsi del “panico”: dia una occhiata a come la RAI informava durante la gravissima epidemia del 1970. Certo, erano giornalisti soggiogati dal Direttore generale Ettore Bernabei, ma che, lavorando in una azienda di Servizio pubblico, a differenza dei loro odierni colleghi, non si ritenevano autorizzati a spargere il terrore per raccattare audience.

Se, invece, qualcuno ritiene, invece, che, durante una epidemia, sia necessario terrorizzare la popolazione per costringerla a rimanere a casa, rifletta su cosa ha comportato presentare in TV dati falsi per attestare un agghiacciante tasso di letalità del virus (28 volte superiore a quello attestato in Germania). Il terrore per una infezione percepita come una inevitabile condanna a morte ha, infatti, impedito ogni assistenza sanitaria domiciliare agli anziani, i quali - infetti o no da Covid19 - si sono così dovuti riversare sugli ospedali affollandoli all’inverosimile. L’ecatombe in Lombardia, determinata da infezioni ospedaliere e non dal Covid19, è stata il risultato.
Altro che Piano di emergenza da tener nascosto per evitare il panico.
 
Francesco Santoianni
 
Articolo già pubblicato su Disastermanagement.it
 
 
 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La resa (incondizionata) di Trump di Loretta Napoleoni La resa (incondizionata) di Trump

La resa (incondizionata) di Trump

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi di Michelangelo Severgnini E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale   Una finestra aperta Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake di Francesco Santoianni Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake

Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano di Francesco Erspamer  L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

Marx e l'ecologia Marx e l'ecologia

Marx e l'ecologia

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Necropolitica e Tanatopolitica di Giuseppe Giannini Necropolitica e Tanatopolitica

Necropolitica e Tanatopolitica

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La vera vittoria del capitalismo neoliberista di Michele Blanco La vera vittoria del capitalismo neoliberista

La vera vittoria del capitalismo neoliberista

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti