"Cos' è la mia vita quando Israele uccide donne e bambini e contamina la nostra Al-Aqsa?"

"Cos' è la mia vita quando Israele uccide donne e bambini e contamina la nostra Al-Aqsa?"

La storia di Omar al-Abed, condannato a quattro ergastoli sabato scorso da un tribunale militare di Israele.

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di Paola Di Lullo
 


"Ho molti sogni e credo che si avvereranno, amo la vita e amo rendere felici gli altri, ma cos' è la mia vita quando loro [Israele] uccidono donne e bambini e contaminano la nostra Al-Aqsa? "
 

"Tutto quello che ho è questo coltello affilato per soddisfare il richiamo di al- Aqsa ... Se non apri i suoi cancelli, sono certo che altri mi seguiranno per colpire con mano di ferro. Ti avviso.
 

"I musulmani, mi avvolgeranno con le bandiere del profeta di Dio, avvolgeranno la mia testa con la fascia di al-Qassam (Brigate Qassam, braccio militare di Hamas), e avvolgeranno il mio petto con la fascia di Yasser Arafat e li lasceranno con me nella tomba."



Così scriveva sul suo profilo Facebook, il 21 luglio, Omar al-Abed, 19 anni, del villaggio di Kobar, nel distretto settentrionale di Ramallah, prima di fare irruzione in una casa della vicina colonia illegale di Halamish e pugnalare quattro coloni. Tre hanno perso la vita: Yosef Salomon, 70 anni, e i suoi figli, Chaya, 46 anni ed Elad, 36 anni. Tova Salomon, 68 anni, moglie di Yosef Salomon, è rimasta gravemente ferita nell'attacco.


Secondo quanto riferito dai media, la famiglia di coloni stava effettuando una cena per lo shabbat, alla quale erano presenti una decina di familiari, quando Omar al-Abed è entrato in casa. Un vicino, un soldato dell'esercito israeliano, ha riferito di aver sentito rumori sospetti, di essersi recato nella casa e di aver sparato e ferito moderatamente al-Abed.


A dicembre erano arrivati i quattro capi d'imputazione, tre per omicidio volontario ed uno per tentato omicidio.


Sabato, 17 febbraio, la sentenza. Un tribunale militare israeliano, ha condannato al-Abed a quattro ergastoli, specificando che non potrà mai essere oggetto di eventuali scambi di prigionieri con fazioni palestinesi.
 

Ma perché un giovane diciannovenne, pieno di vita e di sogni, come lui stesso scriveva, decide di portare avanti un'azione così impattante? Per al-Aqsa, come egli stesso ci dice. Per il suo futuro, che non intravede più roseo, in un paese, il suo, la Palestina, dove gli occupanti possono impunemente uccidere donne e bambini. Mentre i coloni, illegali occupanti di quel paese, cenano e festeggiano lo shabbat.

Già, i coloni e le colonie. ILLEGALI. Per la comunità internazionale. Per le Risoluzioni ONU, l'ultima, la 2334, è del 22 dicembre 2016.*

Per la  Corte Internazionale di Giustizia che ha definito, nel caso della parte orientale gi Gerusalemme, Israele quale potenza occupante. Nel parere consultivo dal titolo: Legal Consequences of the Construction of a Wall in the Occupied Palestinian Territory pronunciato dalla Corte Internazionale di Giustizia il 10 luglio 2004, la terminologia utilizzata è particolarmente esplicita, poiché la Corte definisce territori occupati tutti i territori tra la linea Verde ed il Giordano (compresa Gerusalemme Est) ed Israele è chiamata potenza occupante. 





Eppure, circa 570.000 coloni israeliani vivono in 120 insediamenti illegali costruiti su terra palestinese in Cisgiordania e Al-Quds (Gerusalemme). La comunità internazionale oltre a considerare "illegali" questi insediamenti, continua a denunciare le politiche espansioniste di Israele.



 

Ma non basta. Omar al-Abed ha sentito, possiamo presumere, forte, l'esigenza di vendicare tre suoi coetanei, brutalmente giustiziati da Israele, in un ennesimo venerdì della rabbia, seguito alla chiusura di al-Aqsa, per i soli palestinesi.
 

Fin dall'alba di quel venerdì, 21 luglio, le forze israeliane avevano bloccato l'accesso alla Città Vecchia. Migliaia di palestinesi avevano marciato per pregare all'alba davanti alla Porta dei Leoni. In molti, avevano pregato nelle aree circostanti, in via Salah al-Din, vicino alla chiesa di Gethsemane, a Wadi Joz, e alla Porta di Jaffa.

Intorno a mezzogiorno, gli scontri. Dalle 15,00 in poi, un portavoce della Mezzaluna Rossa Palestinese aveva dichiarato che erano almeno 113 i palestinesi feriti a Gerusalemme Est e nel resto della Cisgiordania. Tre i palestinesi uccisi.

 

Muhammad Mahmoud Sharaf, 18 anni, di Silwan, è stato ucciso durante gli scontri nel quartiere di Ras al-Amoud, colpito al collo da un colono israeliano.

Muhammad Abu Ghanam, 20 anni, studente al secondo anno alla Birzeit University, è morto all' Al Makassed Hospital, dopo essere stato colpito dalle forze di polizia israeliane durante gli scontri di al-Tur.

Muhammad Mahmoud Khalaf, 17 anni, è morto in un ospedale a Ramallah dopo essere stato sparato al petto dalle forze israeliane durante una manifestazione nel villaggio di Abu Dis.


Ancora una volta, mi corre l'obbligo, nonché il desiderio, di specificare che le azioni simili a quella di Omar al-Abed, lungi dall'essere atti di terrorismo, sono e restano atti di Resistenza, come sancito da ben due Risoluzioni ONU, la 3246 e la 3070 che :


 

1. ribadisce il diritto inalienabile di tutti i popoli sottoposti a dominio coloniale straniero e ingerenza esterna all’autodeterminazione, libertà e indipendenza conformemente alle risoluzioni 1514 (XV) del 14 dicembre 1960, 2649 (XXV) del 30 novembre 1970 e 2787 (XXVI) del 6 dicembre 1971 della Assemblea Generale;

2. ribadisce inoltre la legittimità della lotta dei popoli per liberarsi dal dominio coloniale straniero e dall’influenza esterna con tutti i mezzi a loro disposizione, inclusa la lotta armata;

3. sollecita tutti gli Stati affinché, conformemente alla Carta delle Nazioni Unite e alle relative risoluzioni delle Nazioni Unite, riconoscano il diritto di tutti i popoli all’autodeterminazione e indipendenza e offrano sostegno morale, materiale e di altra natura a tutti i popoli che lottano per il pieno esercizio del loro diritto inalienabile all’autodeterminazione e indipendenza.

L’articolo 2 della Risoluzione 3070 del 30 novembre 1973 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che costituisce, come tutte le risoluzioni del’ONU, diritto internazionale che deve essere rispettato da tutti gli Stati membri, priva di qualsiasi legittimità tutte le accuse di “terrorismo” con cui si tende a bollare le azioni difensive del popolo palestinese di fronte alle continue incursioni e invasioni dell’esercito dello Stato di Israele.

 

* http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lo_smacco_di_obama_ad_israele_serve_solo_ad_aiutare_trump/82_18358/
http://nena-news.it/palestinaisraele-il-testo-della-risoluzione-onu-sulle-colonie/

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-a_gerusalemme__bollettino_di_guerra_il_regime_di_israele_uccide_3_palestinesi/13944_20941/

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