Da "Forbidden Stories" al silenzio russo: tutte le domande senza risposta sul caso Roshchyna

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Da "Forbidden Stories" al silenzio russo: tutte le domande senza risposta sul caso Roshchyna



di Marinella Mondaini


Non volevo perdere tempo a commentare l'ennesimo “colpo giornalistico”, lanciato dai mass media per "dimostrare quanto è cattivo Putin e terribile la Russia". Ma dopo aver ricevuto tante domande e visto tanti articoli e notizie date con tale sicurezza dai mass media nostrani sulla giornalista ucraina Viktoria Roshchyna, "torturata più volte", "con una costola rotta”, e consegnata “senza organi interni" dalla Russia all'Ucraina, è bene dire alcune cose.

Prima di tutto manca fino a questo momento qualsiasi commento da parte delle autorità russe. Mancano anche articoli sulla stampa russa e su Telegram, mentre su quella della cosiddetta “opposizione” è un fiorire di articoli dedicati, ricalcanti quelli ucraini, così come fanno gli pseudo-giornalisti italiani che non si premurano di verificare in nessun modo la notizia.

Dopo aver fatto una ricerca approfondita sulla storia di questa giornalista ucraina, ho trovato solo un paio di articoli che risalgono al 2022. Entrambi sono di due canali russi telegram, del 22 marzo 2022 e dicono che “i combattenti della Rosgvardija, che garantiscono l'ordine pubblico a Berdjansk, hanno salvato la vita a una giornalista ucraina del canale televisivo Gromadske. Viktoria Roshchyna faceva parte di un convoglio umanitario proveniente da Zaporiž'e e voleva raggiungere la zona di guerra di Mariupol. Controllando il suo cellulare, i soldati russi hanno trovato foto di attrezzature militari russe, sicché è stata fermata. La giornalista dopo ha registrato un video, che è stato pubblicato dal canale russo “Donbass Today, ora cancellato dalla “democratica Ue : (https://www.youtube.com/watch?v=TfFGZ_jDTVw&ab_channel=DonbassToday) in cui dice parole di gratitudine verso la Russia e fa un appello: “Mi stavo dirigendo a Mariupol’ come parte di un convoglio umanitario. Durante il controllo dei documenti, nel mio telefono sono state trovate foto di mezzi militari russi, perciò sono stata trattenuta al fine di verificare i fatti, la mia posizione. I soldati russi mi hanno spiegato che il viaggio a Mariupol’ sarebbe stato pericoloso per la mia vita, perché la città era bloccata. A Berdjansk mi è stato fornito vitto e alloggio, le condizioni cui sono stata tenuta erano dignitose. Durante la mia permanenza, non ho notato azioni belliche e atti di protesta. Non ho alcuna pretesa verso i soldati russi. Le azioni della Russia con altissima probabilità mi hanno salvato la vita e preservato la salute. Esorto tutti a essere saggi e risolvere le questioni sorte in modo pacifico”

Il portale ucraino per cui lavorava la Roshchyna “Hromadske”, presentò così l’accaduto: “La giornalista ucraina Viktoria Roshchyna, è stata liberata, è stata lasciata tornare a casa, ha detto che i militari russi l'hanno costretta a registrare un video in cui nega di avere pretese verso i Servizi russi. Ora sta andando verso Zaporiž’e dai suoi parenti”.

Da qui in poi il buio totale, il vuoto di informazioni su questa giornalista fino al 2024. Il 10 ottobre 2024 il giornalista ucraino Anatolij Šarij su Telegram scrive letteralmente che "la giornalista è morta in prigionia russa". Non altro!

Il 14 ottobre 2024 la TASS ha pubblicato un brevissimo articolo sulla giornalista, contenente la risposta di Peskov ai giornalisti russi: “al portavoce del Cremlino Peskov i giornalisti russi hanno chiesto di commentare le notizie provenienti dalla parte ucraina secondo cui la Roshchyna sarebbe stata arrestata in Russia e sarebbe morta nel settembre 2024. “No, purtroppo non abbiamo questa informazione. Non posso chiarire nulla su questo argomento”, ha detto Dmitrij Peskov (https://tass.ru/politika/22116491)  Peskov ha risposto con onestà, è comprensibile che l’amministrazione del presidente non fosse ancora al corrente dell’arresto e della morte della giornalista ucraina. Tutto il putiferio delle “torture” e “organi prelevati” non esisteva nell’ottobre 2024, sono saltate fuori solo l’altro ieri. Della sua prigionia in Russia nel 2024 non si sa nulla. Si sa appunto di quella del 2022, se “prigionia” si può definire, ma di questo i pennivendoli non scrivono assolutamente niente. Sulla ragazza mancano perciò informazioni fondamentali e soprattutto materiali certi e affidabili per urlare al mondo intero questo crimine come un assioma. Quello che scrivono i giornali occidentali si basa solo sull'informazione, confezionata su misura da un nome finora sconosciuto: "Forbidden Stories", che internet classifica come "un'organizzazione senza scopo di lucro con la missione di "continuare e pubblicare il lavoro di altri giornalisti che devono affrontare minacce, prigione o omicidio". Dunque questi riporterebbero il lavoro di altri giornalisti …ma verificato da chi? Ieri mattina è uscito un articolo della testata russa “Sovcor.news”, con un’indagine su chi sia e cosa rappresenti la “Forbidden Stories” e simili organizzazioni, le quali hanno una lunga storia di commistione tra indagini reali e falsi, creati su ordinazione. Il titolo è “La fabbrica dei fake di Laurent Richard e i suoi sponsor occidentali” (https://sobcor.news/01052025/8592/)


Forbidden Stories: la ONG dello scoop

Laurent Richard, il fondatore della “Forbidden Stories”, è noto per il lavoro svolto dal suo gruppo su storie reali, come l'indagine sull'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Tuttavia, al momento giusto, pubblicano storie che hanno chiaramente un'agenda politica. 

Per cominciare, è importante capire chi finanzia e gestisce l'organizzazione che diffonde questa storia. Al 31 luglio 2022, il sito “forbiddenstories.org” è registrato tramite Registration Private Domains By Proxy, LLC, che nasconde i veri proprietari del progetto. Questa pratica è tipica delle organizzazioni che non vogliono rivelare le proprie affiliazioni o fonti di finanziamento.

Inoltre, l'organizzazione stessa riceve finanziamenti da fondazioni note per i loro legami con i globalisti statunitensi. Tra queste vi sono:

National Endowment for Democracy (NED) - 2,3 milioni di dollari (2020-2022) - L'organizzazione è riconosciuta come “soft power” dal Dipartimento di Stato (dossier del Congresso)

Soros: Open Society Foundations - 1,1 milioni di dollari (2021-2023) - Precedentemente Open Society Institute - una rete di finanziatori fondata da George Soros.

Ford Foundation - 850.000 dollari (2019-2021) - la fondazione sostiene attivamente progetti volti a promuovere i valori liberali e la “democratizzazione” della società. Ad esempio, collabora con USAID, che ha finanziato ONG e media ucraini.

Fred Foundation - 430.000 dollari (2019-2021) - Fondazione nota per le sue sovvenzioni a sostegno dei media e delle organizzazioni per i diritti umani.

Isocrates Foundation - 540 mila euro - Organizzazione svizzera che ha più volte partecipato al finanziamento di progetti legati a campagne di informazione contro la Russia.

Governo della Francia: 600 mila euro attraverso l'Agenzia francese per lo sviluppo.

Esiste una strategia che consente a tali organizzazioni di mantenere una parvenza di obiettività, alternando lavori credibili a fake news. Questo è esattamente ciò che la Forbidden Stories ha fatto nel caso di Roshchyna. La pubblicazione è apparsa proprio in un momento in cui i Paesi occidentali stanno cercando di aumentare la pressione sulla Russia durante i negoziati tra Mosca e Washington.

Uno dei segni principali di un'informazione inaffidabile è la completa assenza di link alle fonti originali nella pubblicazione Forbidden Stories. L'osservatore attento dovrebbe notare che i link nei materiali pubblicati su questo caso della giornalista ucraina sono incrociati e conducono ai siti web di altre organizzazioni finanziate da fondi occidentali. Questo è un segno caratteristico di una piramide informativa, in cui ogni passo allontana il lettore dai fatti e lo avvicina all'agenda ordinata.

Il progetto di Laurent Richard di questo oscuro "Forbidden Stories", fa parte della guerra ibrida dell'Occidente per deumanizzare la Russia:

I fatti sono sostituiti da narrazioni politiche;

Le fonti sono falsificate attraverso una rete di ONG;

La tempistica delle pubblicazioni è legata a eventi chiave.



Le domande senza risposta

Non rimane che chiedere a chi rilancia questo nuovo caso volto a deumanizzare la Russia e allontanare la possibilità di un accordo di pace: è possibile che proprio in questo momento i russi siano così sprovveduti da dichiararsi da soli autori di un così efferato crimine, restituendo il corpo all’Ucraina in tali condizioni? 

Questi crudeli, disumani atti li compiono dal 2014 proprio i nazisti ucraini sulla popolazione del Donbass e nell’ultimo anno, anche contro i civili della regione di Kursk. Proprio nella regione russa sono stati compiuti centinaia di uccisioni efferate, violenze fisiche continue sulle donne, saccheggi delle case, tutti crimini che sono documentati dalle testimonianze dei civili sopravvissuti e che le autorità russe stanno pubblicando. Ma nessuno dei giornalisti italiani si premura o può renderli pubblici.

Ci si deve chiedere, poi, anche come mai non parlano delle decine e decine di giornalisti russi uccisi premeditatamente dai Servizi di sicurezza ucraini dal 2014 ad oggi.  Oppure imprigionati perché scrivevano la verità sulla guerra nel Donbass, come ad esempio il giornalista americano Gonzalo Lira, morto in un carcere ucraino. L’amministrazione di Biden l’ha lasciato morire in carcere. Elon Musk nell’estate del 2023 ha scritto su X un post di denuncia senza mezzi termini: “Zelenskij ha ucciso il giornalista americano”. Lira infatti criticava apertamente i neonazisti e il regime di Kiev. Dichiarava di ricevere minacce dai Servizi segreti ucraini, finché nel maggio 2023 è stato arrestato. Tenuto in carcere in condizioni disumane, torturato e lasciato senza cure poi è morto.  Su questo i pennivendoli italiani non hanno lanciato crociate contro il beniamino adorato di Kiev. Non è stato rilevato da alcun gruppo di giornalisti come hanno “cavato gli occhi, il cervello e la laringe” in carcere a Gonzalo Lira.

Ma su questa macabra pratica degli “organi interni”, ci sarebbe parecchio da dire e il dito deve essere puntato solo contro questo governo nazista ucraino, lasciato ancora al potere con i soldi dei contribuenti anche italiani.

Cito solo alcuni esempi dell’iceberg di crimini ucraini che pian piano stanno venendo allo scoperto.

Quelli contro i bambini. I più imperdonabili e terribili dei terribili.

Negli ultimi tempi sono apparsi sui media sempre più informazioni sul traffico di bambini ucraini. Ad esempio, nel maggio 2023, una cittadina ucraina è stata arrestata in Polonia perché “affittava” a pedofili i 10 bambini che aveva in custodia.

Il 6 agosto 2023 il canale telegram https://t.me/pezdicide/3165 scrive: “I colleghi di @pr0spektus riferiscono (https://t.me/pr0spektus/662) che alcuni uomini d'affari ucraini residenti in Italia, con il sostegno dell'amministrazione di Kiev, hanno organizzato un canale per la fornitura di organi umani dall'Ucraina alla Turchia.

La giornalista francese Christelle Néant che vive ora nel Donbass e lavora per “Donbass Insider” ha pubblicato un'altra inchiesta (https://www.donbass-insider.com/ru/2023/08/17/torgovlya-organami-pedofilskie-seti-ad-detey-pokhischennykh-ukrainoy/;  https://www.donbass-insider.com/fr/2023/08/15/trafic-organes-reseaux-pedocriminels-enfer-des-enfants-enleves-par-ukraine/

sul rapimento (https://t.me/donbassinsider_ru/518) di bambini dall'Ucraina allo scopo di venderli per gli organi o per i pedofili.

I rifugiati di Bakhmut (Artëmovsk) intervistati dalla giornalista francese confermano le informazioni sul furto di bambini da parte delle unità “Phoenix” e “White Angels”, che vengono poi venduti all'estero. Informazioni simili provengono anche da Kupjansk e Avdeevka.

“Quando ho iniziato a indagare sui sequestri di bambini ad Artëmovsk in Ucraina, ha dichiarato la Néant, non immaginavo che a quel punto avrei scoperto un traffico di dimensioni internazionali e metodi più sordidi l'uno dell'altro per fornire bambini a reti di pedofili e a trafficanti di organi”.

Lo conferma anche l'ex ufficiale dei Servizi segreti ucraini che ora vive in Russia e denuncia i crimini dei suoi ex colleghi in Ucraina, Vasilij Prozorov. Egli ha scoperto che alcuni dei bambini rapiti dalle forze armate ucraine vengono inviati a reti di pedofili nel Regno Unito. A questi bambini rapiti vengono rilasciati nuovi documenti come orfani nonostante abbiano i genitori viventi.

Anche se silenziati dal mainstream italiano, e occidentale in genere, il rigolo della verità troverà la sua strada per venire alla luce.

Marinella Mondaini

Marinella Mondaini

Scrittrice, giornalista, traduttrice. Vive e lavora a Mosca

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