Dichiarazioni “provocatorie” su organizzazione Mondiali di calcio. Qatar convoca ambasciatore tedesco
Funzionari del Qatar hanno annunciato, ieri, di aver convocato l'ambasciatore tedesco Claudius Fischbach a Doha per protestare contro le "dichiarazioni inaccettabili, riprovevoli e provocatorie fatte da un ministro tedesco in merito ai Mondiali di calcio, che saranno ospitati dall'emirato del Golfo fra tre settimane".
Il ministero degli Affari esteri del Qatar ha dichiarato di aver convocato l'ambasciatore tedesco e di avergli consegnato una nota ufficiale di protesta, esprimendo il disappunto dello Stato e il suo totale rifiuto delle dichiarazioni” del ministro dell'Interno tedesco Nancy Faeser riguardo all'organizzazione dei Mondiali da parte del Qatar.
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— ????? ??????? ??????? (@QatarNewsAgency) October 28, 2022
La reazione del Qatar è arrivata un giorno dopo che Faeser ha dichiarato durante un'intervista con l' ffiliata tedesca della CNN ARD che l'assegnazione di importanti eventi sportivi come l'imminente Coppa del Mondo dovrebbe essere collegata a criteri, "vale a dire, rispetto dei diritti umani e principi di sostenibilità".
La Faeser ha anche aggiunto che avrebbe voluto sentire l'opinione della società civile sull'eventuale realizzazione di progressi, ha riferito ARD.
Nella nota di protesta la diplomazia del Qatar ha sottolineato "il totale rifiuto da parte dello Stato del Qatar di queste dichiarazioni contro un Paese il cui ospitare la competizione globale rappresenta giustizia per una regione che soffre da decenni di uno stereotipo ingiusto".
Inoltre, è stato evidenziato la sorpresa per le dichiarazioni del ministro tedesco prima della sua visita ufficiale a Doha la prossima settimana, considerando che la questione "contraddice alle norme e alle tradizioni diplomatiche".
Inoltre, Majid bin Muhammad al-Ansari, portavoce ufficiale del Ministero degli Affari Esteri, ha precisato che le dichiarazioni del ministro tedesco sono state "respinte, riprovevoli e provocatorie per il popolo del Qatar".
Ansari ha sottolineato che “non è accettabile che i politici registrino posizioni per il consumo interno a scapito delle relazioni dei loro Paesi con altri Paesi”.