E' in atto una manovra per mettere il Libano sotto tutela
L’esplosione che ha sconvolto Beirut ha gettato il Libano in una situazione di caos. In questo scenario alcune forze, come USA, Arabia Saudita e Francia stanno approfittando della situazione per sferrare un colpo contro Hezbollah e di rimando all’Iran.
Quella che va configurandosi a questo punto è sempre più lo scenario di una ‘rivoluzione colorata’, come evidenzia Fausto Sorini, le cui riflessioni proponiamo ai nostri lettori.
E’ IN ATTO UNA MANOVRA PER METTERE IL LIBANO SOTTO TUTELA
Da parte di chi? USA, Arabia Saudita, o la Francia dello sciacallo Macron subito presentatosi a portare "aiuti" e a tuonare contro la "corruzione". Anche le manifestazioni "spontanee" che ricordano le Primavere Arabe servono a questo. Si vedono effigi di Aoun bruciate e di Nasrallah impiccate .....Purtroppo sembra proprio una "rivoluzione colorata" d.o.c. D'altra parte le immediate e sfacciate ingerenze imperialiste non lasciano alcun dubbio sull'eterodirezione di queste manifestazioni.
L'obbiettivo è duplice: l'indebolimento di Hezbollah e il controllo stretto del Libano, che, ricordo, è uno dei 7 stati che gli USA avevano deciso di "far fuori" in 5 anni nel 2001. Le cose non sono andate lisce come speravano, ma gli Usa hanno più memoria della mafia e come la mafia non perdonano. Hanno iniziato con un attacco finanziario al Libano e adesso sono passati a una fase successiva. Il vile Macron cerca di ricavare vantaggi da questi giochi torbidi.
La crisi incalza e il vecchio centro dominante in (lento) declino si agita sempre di più e sempre peggio.
Notizia recente: nel 2015 il Dollaro era usato per il 90% degli interscambi tra Russia e Cina. Oggi questa quota è ridotta al 46% e scenderà ancora più velocemente.
Ricordatevi cosa diceva David Harvey: ogni azione che indebolira' il Dollaro "vedrà una controreazione statunitense selvaggia anche militare".
Ovviamente per gli Usa il problema non è il Dollaro in quanto moneta, ma il Dollaro in quanto riflesso e strumento del potere imperialista.
(cito liberamente da alcuni spunti apparsi nella Rete NO war)