Fallimento del neoliberismo in Argentina: peggior caduta economica in nove anni

Tre anni di neoliberismo sfrenato dove hanno portato l’Argentina? A spiegarcelo è l’Indec che fotografa una situazione chiara

10378
Fallimento del neoliberismo in Argentina: peggior caduta economica in nove anni



di Fabrizio Verde
 

L’Argentina è ormai scomparsa dalle cronache del circuito mainstream. Tranne che per avanzare paragoni quantomeno arditi con un’Italia che dovesse eventualmente abbandonare la zona euro. Il motivo è facilmente intuibile: a causa delle politiche di neoliberismo selvaggio implementate dal presidente Mauricio Macri, il paese sudamericano è ripiombato in quel baratro da cui era stato tirato fuori con enormi sacrifici, dopo il default, prima da Nestor Kirchner e poi da sua moglie Cristina Fernandez de Kirchner. Grazie a politiche di segno completamente opposto. Ingaggiando anche una dura battaglia contro i fondi avvoltoio che pretendevano di continuare a spolpare il paese. 

 

Tre anni di neoliberismo sfrenato dove hanno portato l’Argentina? A spiegarcelo è l’Indec - equivalente della nostra Istat - che fotografa una situazione chiara: l’attività economica argentina è crollata del 6,7% a giugno secondo gli ultimi dati, mentre la recessione continua a peggiorare nel paese. Oggi l'incertezza è persino maggiore rispetto a mesi fa e le aspettative di un'uscita dalla crisi sono rimandate solo a metà del 2019, secondo la maggior parte degli analisti economici e persino i portavoce ufficiali.

 

Inoltre, l’impatto della svalutazione della moneta, la confusione quotidiana riguardo il suo valore nei confronti del dollaro e la grave siccità che ha colpito gran parte della produzione agricola del paese (-31%) sono le principali cause del crollo economico attuale. Anche l'industria (-7,5%) e il commercio (-8,4%) sono fortemente influenzati dal calo dei consumi e dall'aumento dei costi dell'elettricità e dell'energia in generale. 

 

Il calo del 6,7% su base annua si verifica anche nel contesto di un'inflazione in crescita, che si stima essere intorno al 35% alla fine dell'anno. Misurato in termini interannuali, l'aumento generale dei prezzi era già al 31,2% a luglio, con una tendenza al rialzo.



 

I dati Indec segnano l'approfondimento della recessione in Argentina, con un livello di attività economica già inferiore rispetto a quando Macri ha assunto la presidenza a dicembre 2015.

 

Secondo l’economista Martin Alfie, citato dal quotidiano La Nación, «siamo nel peggiore dei mondi possibili: alla siccità è andato ad aggiungersi l’effetto del tasso di cambio, combinato con una forte caduta dell’industria e del commercio, prodotto di un mercato interno colpito dall’accelerazione dell’inflazione». 

 

Questa brusca caduta dell’economia argentina è frutto di un destino cinico e baro? La risposta è no. Si tratta semplicemente del prodotto di una serie di politiche scellerate che ovunque trovino applicazione recano danni ingenti all’economia. Basti pensare alla Vecchia Europa dove la Grecia è stata devastata per non cagionare perdite alle banche ed al grande capitale speculativo. 

 

A differenza del Venezuela, l’Argentina non è un paese assediato e vittima di una spietata guerra economica. Gli Stati Uniti non hanno applicato nessuna sanzione volta a colpire il governo di Buenos Aires. Anzi, Mauricio Macri, all’inizio del suo mandato aveva enfatizzato che grazie alle sue politiche l’Argentina sarebbe tornata ad aprirsi al mondo. Questi sono i risultati: miseria crescente, disoccupazione di massa, repressione e un pugno di ricchi che continua ad accumulare fortune. 

 

Ai tanti detrattori del socialismo latinoamericano, liberal liberisti alle vongole, sarebbero da rispedire al mittente tutte le loro critiche ideologiche e preconcette. Con la speranza (mal riposta) che possano iniziare a raccontare i favolosi successi del neoliberismo reale in America Latina. Il neoliberismo avrebbe dovuto portare benessere al paese, ma come sempre avviene, ha impoverito la classe operaia e l'intera popolazione. Qualcuno ancora ci crede però.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

La resa (incondizionata) di Trump di Loretta Napoleoni La resa (incondizionata) di Trump

La resa (incondizionata) di Trump

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi di Michelangelo Severgnini E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale   Una finestra aperta Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake di Francesco Santoianni Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake

Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano di Francesco Erspamer  L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

Marx e l'ecologia Marx e l'ecologia

Marx e l'ecologia

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

L'affarismo politico-militare fa saltare le regole democratiche di Giuseppe Giannini L'affarismo politico-militare fa saltare le regole democratiche

L'affarismo politico-militare fa saltare le regole democratiche

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La vera vittoria del capitalismo neoliberista di Michele Blanco La vera vittoria del capitalismo neoliberista

La vera vittoria del capitalismo neoliberista

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti