FAZ - Il puzzle della Bce. "Ora c'è un'idea promettente"
di Schäfers Manfred, 26 maggio 2020
Faz, titolo originale: “Das EZB-Rätsel”
Tre settimane dopo la sentenza della Corte costituzionale federale sul programma di acquisto di obbligazioni della Banca centrale europea (BCE), Berlino rimane perplessa.
In che modo il Bundestag e il governo federale possono indurre un'istituzione europea, la cui indipendenza è stata stipulata nei trattati, non da ultimo dagli sforzi tedeschi, a presentare il test di proporzionalità richiesto dai giudici tedeschi? La Corte suprema tedesca ha concesso al governo federale tre mesi per convincere il consiglio direttivo ad un riesame del suo programma PSPP. In caso contrario, la Bundesbank potrebbe non partecipare più. La presidente della BCE Christine Lagarde in una prima reazione si è mostrata imperterrita.
La Banca centrale europea è un'istituzione indipendente impegnata nel suo mandato, ha sottolineato. Ha anche sottolineato di essere responsabile nei confronti del Parlamento europeo. Anche se la parola "solo" non appariva in quel momento, tuttavia traspariva.
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Questo giovedì, il presidente del Bundestag Wolfgang Schäuble (CDU) vuole esplorare per la seconda volta con i presidenti dei quattro comitati per il bilancio, le finanze, l'Europa e il diritto e un rappresentante dei partiti che siedono al Bundestag, su come affrontare la cosa legalmente e politicamente, due aspetti che non si combinano. La BCE dovrebbe ignorare una richiesta formale da parte di uno stato membro di giustificare il proprio programma di acquisto solo per autoprotezione.
A sua volta, uno scambio informale dovrebbe non essere sufficiente per la Corte costituzionale federale se nuovi ricorrenti insistono sull'esecuzione della sua sentenza del 5 maggio. Il semplice fatto di non fare nulla, come si dice che il ministro delle finanze Olaf Scholz (SPD) abbia internamente suggerito secondo i circoli della coalizione, non è considerato la sola cura possibile nel gruppo parlamentare CSU-CDU. Più promettente viene considerata la soluzione, di ricorrere al canale informativo tra la BCE e il Parlamento Europeo. Epperò, pure in tal modo l'ordine di Karlsruhe non sarà facile da soddisfare, perché anche così la domanda sul "come" rimane tutt'altro che banale. Difficilmente sarà sufficiente inoltrare un email a Berlino.
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La Commissione Affari Ue del Bundestag ha invitato esperti a un'audizione lunedì, al fine di fare una luce nella legale oscurità. Già le dichiarazioni scritte avevano mostrato che tali speranze - se esistevano davvero - erano esagerate. Le valutazioni degli avvocati sono molto disparate.
Christian Walter dell'Università di Monaco vede negli obblighi del Bundestag e del governo federale nonché il (potenziale) divieto di partecipazione della Bundesbank al programma di acquisti continui come una "leva esecutiva indiretta, per provocare una azione della BCE".
Una "nuova decisione" [neuer Beschluss] da parte del Consiglio della BCE è un presupposto obbligatorio [zwingende Voraussetzung] per la continua partecipazione della Germania al PSPP. Bernhard Wegener dell'Università di Erlangen-Norimberga definisce la decisione del Secondo Senato un "giudizio errato". Egli consiglia al Bundestag, da un lato di assumere una posizione molto critica sul giudizio e, dall'altro lato, di adoperarsi per ottenere [hinzuwirken] una più larga giustificazione [dalla Bce] della proporzionalità del programma di acquisto di titoli di Stato della Bce.
(traduzione di Musso)