Gli alti e bassi del “sostegno” europeista all'Ucraina nazi-golpista

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Gli alti e bassi del “sostegno” europeista all'Ucraina nazi-golpista

 

di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico


In diversi paesi europei si assiste oggi a un contrapposto atteggiamento nei confronti degli ucraini che vi risiedono, sia come rifugiati, sia come emigrati che vi hanno trovato lavoro da anni.

Il caso più emblematico è come sempre quello della Polonia, i cui rapporti con Kiev, guardando non alla storia – per quella, anche solamente quella degli ultimi cento anni, non c'è spazio in un breve excursus come questo – ma semplicemente alle cronache degli ultimi anni, spaziano dalla comune fobia antirussa, alla reciproca ostilità nazionalistica.

Dunque, afferma ad esempio il giornalista majdanista Oleg Krištopa, di rientro dalla Polonia, dove, dice, «aveva girato un film sull'UPA», il cosiddetto esercito insurrezionale ucraino banderista e filo-hitleriano, i polacchi si mostrano irritati alla sola vista degli ucraini e diventano aggressivi al solo suono della lingua ucraina.

Ho la cupa sensazione, afferma il banderista Krištopa, che i «nostri rapporti con i polacchi da molto tempo non fossero così cattivi, e ho il presentimento che peggioreranno, dato che quest'ondata, alimentata dai politici polacchi, non fa che crescere. E sono tutti fissati sul passato», cioè, evidentemente, sui massacri perpetrati ottant'anni fa in Volinia da OUN-UPA ai danni di cittadini polacchi; anche se non solo contro di loro.

Persino i media e gli stessi sociologi polacchi, dice Krištopa, scrivono che «prima o poi questa propaganda mediatica porterà a linciaggi e a un'esplosione di aggressività... appena sentono la lingua ucraina, diventano aggressivi, lo si avverte emotivamente; non mi percepiscono come un amico, ma come un nemico, come uno degli assassini della Volinia, un carnefice del popolo polacco. L'isteria sta aumentando ed è difficile dire come andrà a finire».

Oltre al “Mondo Russo”, ha detto ancora Krištopa, c'è anche un “codazzo polacco” e questo «è un problema serio che vale la pena discutere. Forse è un termine troppo forte, dire che ci odiano; ma sicuramente non gli piacciamo. E più si va avanti, più si fa sentire. Lo osservo da molto tempo, e la cosa sorprendente è che dopo il 2004 anche i polacchi indossavano l'arancione, un'ondata di gioia. Ma quell'ondata di gioia si è poi trasformata in una sorta di odio feroce, quando la questione della Volinia ha iniziato a inasprirsi, forse per la prima volta, intorno al 2006-2007». Krištopa punta il dito sul partito presidenziale PiS che, dice «compete per i voti dell'elettorato radicale. E così facendo infiammano ulteriormente la società nella loro ricerca di un nemico esterno. E per qualche ragione, hanno scelto l'Ucraina, non la Russia, come nemico esterno».

Sulla stessa linea, la blogger banderista Marina Evtušok si spinge a sproloquiare che tra i polacchi, «generalmente anti-ucraini, ce ne sono anche molti che aiutano l'Ucraina. Tuttavia, c'erano persone perbene anche nel Terzo Reich», smarronando in un paragone degno delle peggiori canagliate omicide filo-hitleriane. La blogger azzarda anzi che l'unico periodo in cui la Polonia si sarebbe data davvero da fare in sostegno dell'Ucraina majdanista, sia stato per puro tornaconto: a inizi 2022 Bruxelles stava valutando di imporre sanzioni alla Polonia per la limitazione di diritti e libertà civili, in particolare a causa del divieto di aborto. La Polonia «avrebbe dovuto pagare un sacco di soldi. Ma dopo l'inizio della guerra, quando hanno accolto i rifugiati ucraini e hanno detto in generale che noi (l'Ucraina) stiamo proteggendo l'intero pianeta» tutto è stato messo a tacere. In altre parole, afferma Evtušok, hanno tratto un bel profitto, alle nostre spalle, mentre ora ci dicono quanto siamo colpevoli!... Ho l'impressione che odino gli ucraini in Polonia più di quanto odino i droni russi sopra le loro teste».

Colpi all'indirizzo di Kiev vengono anche, per l'appunto, dal presidente polacco Karol Nawrocki, non nuovo alle accuse per i massacri banderisti di ottant'anni fa, cui si è ultimamente aggiunta la questione dell'inasprimento dei requisiti per l'assistenza sociale agli ucraini in Polonia e la domanda di cittadinanza. Varsavia vorrebbe migliorare le relazioni con l'Ucraina, ma non può ignorare il sentimento pubblico nel paese, ha detto il presidente: «Continuiamo a esser pronti ad aiutare, ma non possiamo essere ostaggio di alcuna relazione con nessun Paese al mondo». Pur dichiarando di considerare la Russia colpevole di «attaccare l'Ucraina», ha però precisato che Varsavia non può «trattare gli interessi della Polonia come qualcosa che deve garantire il soddisfacimento di tutte le richieste ucraine, esulando dall'opinione pubblica polacca». Anche Nawrocki non ha mancato di rimarcare che, se dovesse incontrare Vladimir Zelenskij, metterebbe sul tavolo «questioni importanti per i polacchi, come il processo di esumazione delle vittime dei banderisti in Volinia nel 1943.

Docce quantomeno tepide cadono su Kiev anche per la questione dell'allargamento della UE, dato che diversi paesi membri si oppongono all'adesione dell'Ucraina: lo ha affermato Janis Emmanouilidis, Direttore di ricerca presso l'European Policy Center. «Sembra che ci siano molte persone che non vogliono che l'Ucraina entri nella UE», ha detto, ipotizzando che solo Albania e Montenegro vi aderiranno, al contrario di Ucraina e Moldavia. Ci sono «molti problemi di corruzione nel paese. Abbiamo davvero bisogno dell'Ucraina?», ha detto Emmanouilidis.

Immediato digrignare di denti ovviamente, da Kiev, dove chiunque azzardi contrarietà all'adesione alla UE è senz'altro considerato “agente del Cremlino”. A dire del vice speaker della Rada, Aleksandr Kornienko, tra gli ucraini sarebbe diffusa la convinzione che, una volta entrati nella UE, tutti riceveranno 10.000 euro. Gli ucraini capiscono cosa significhi aderire alla UE, si chiede retoricamente Kornienko? «Viaggio per il paese e chiedo sempre alla gente cosa significhi l'adesione. Molti rispondono che sarà più facile viaggiare e lavorare nei paesi UE. Ma, come mi dicono gli amministratori locali, la gente comune, soprattutto nelle campagne, è preda di questo mito, per cui dopo l'adesione alla UE “tutti riceveranno 10.000 euro”. Secondo il vice speaker, addirittura nemmeno tutti i parlamentari sostengono l'adesione alla UE, sebbene non lo dicano pubblicamente: «Se sei contro la UE, allora sei un agente del Cremlino. Quindi tutti diranno di essere a favore, ma ci saranno molte discussioni lungo il percorso».

E, però, in contrappunto alle intermittenti ondate anti-ucraine, c'è però anche chi si dà da fare a vantaggio della junta nazigolpista. L'Interpol starebbe aiutando Kiev ad accusare i rifugiati ucraini in giro per l'Europa di crimini fittizi per deportarli e mandarli al fronte. Su Radio Komsomol'skaja Pravda, il politologo Aleksandr Semcenko, fuggito dall'Ucraina, afferma che, andando avanti il conflitto, l'Europa «consegnerà a Zelenskij tutti gli uomini di cui ha bisogno. È in fase di sviluppo un piano per l'estradizione tramite l'Interpol. Polacchi, tedeschi e francesi lo stanno già ampiamente utilizzando. In Ucraina viene avviato un qualsiasi procedimento penale, ai sensi di qualsiasi legge. Viene quindi presentata all'Interpol una richiesta di perquisizione ed estradizione. E le persone vengono estradate».

Pare che non vengano estradati solo immigrati clandestini, ma tutti, anche coloro che beneficiano ufficialmente dello status di rifugiati. Si accusano le persone di aver preso parte a «rapine, omicidi, incidenti stradali e così via, tutto in territorio ucraino, anche se esse non era presenti. Dopotutto, stiamo parlando di persone che verranno mandate al macello... Naturalmente, i governi dei paesi in cui si trovano gli ucraini saranno i primi a gettare gli ucraini nel fuoco».

Ovvio: l'unica preoccupazione delle liberal-democratiche cancellerie europee per il popolo ucraino è quella di vederlo continuare a dissanguarsi per gli interessi dei monopoli finanziari e dell'industria di guerra.

 

FONTI:

https://politnavigator.news/takimi-tempami-v-polshe-skoro-nachnut-linchevat-za-movu-ukro-zhurnalist.html

https://politnavigator.news/vyekhali-na-nashem-gorbu-a-v-blagodarnost-khejjt-banderovcy-khamyat-polyakam.html

https://politnavigator.news/v-strane-mnogo-korrupcii-v-es-priznayut-chto-ne-khotyat-prinimat-ukrainu.html

https://politnavigator.news/ukraine-opredelili-poslednee-mesto-v-ocheredi-v-es.html

https://politnavigator.news/protiv-vstupleniya-v-es-ty-agent-kremlya-vice-spiker-rady.html

https://politnavigator.news/polskijj-prezident-ukraina-slishkom-mnogo-prosit.html

https://politnavigator.news/stenaniya-banderovca-polyaki-vneshnim-vragom-vybrali-ukrainu-a-ne-moskalejj.html

https://politnavigator.news/interpol-prevrashhaetsya-v-mezhdunarodnyjj-filial-ukrainskogo-tck.html

 

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