Happy Birthday Roger. Buon Compleanno Gigante

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 di Paola Di Lullo


È il 18 marzo 2006 quando un noto cantautore, in procinto di recarsi in Israele per esibirsi a Tel Aviv, riceve una lettera. È firmata dagli attivisti del BDS ( Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni ), creato in Palestina sull'esempio dell'analogo movimento attivo in Sudafrica ai tempi dell'apartheid. [1]

Nella lettera (https://electronicintifada.net/content/open-letter-pink-floyds-roger-waters/506), gli attivisti palestinesi esortano Waters a visitare i Territori Occupati e ad annullare il concerto, perché "come può l'artista, il cui nome è stato associato per molti anni in tutto il mondo ad abbattere muri di ingiustizia, essere in qualche modo complice della mostruosità del Muro di Israele, dichiarato illegale dalla Corte internazionale di giustizia dell'Aia?* Non molto tempo fa, hai prestato il tuo buon nome allo sforzo di War on Want per raccogliere firme di personaggi pubblici contro il Muro di Israele. A quel tempo, hai giustamente affermato: "La povertà inflitta dal muro è stata devastante per i palestinesi. Ha tenuto lontani i bambini dalle loro scuole, i malati dalle cure mediche adeguate e continua a distruggere l'economia palestinese. Sostengo pienamente la campagna di War on Want, e spero che quante più persone possibile firmino contro il muro".

Waters, pur essendosi già espresso contro il muro, come ricordavano gli attivisti del BDS,  non ero convinto che un boicottaggio culturale fosse la strada giusta da percorrere, ma accettò di andare a vedere "quel" muro.

Visitò Gerusalemme e Betlemme, sotto la protezione dell’ONU. "Ma niente avrebbe potuto prepararmi a quello che vidi quel giorno. Il Muro è una costruzione orribile da vedere. È sorvegliato da giovani soldati israeliani che trattarono me, un osservatore casuale proveniente da un altro mondo, con sprezzante aggressività. Se era stato così per me, uno straniero, un visitatore, figuriamoci come avrebbe potuto essere per i Palestinesi, per le classi più povere, per chi ha solo un lasciapassare. Capii allora che la mia coscienza non mi avrebbe permesso di voltare le spalle al muro, al destino dei Palestinesi che avevo incontrato, persone le cui vite sono schiacciate quotidianamente in mille modi dall’occupazione israeliana. Per solidarietà, benché da impotente, quel giorno scrissi sul muro “We don’t need no thought control."

Realizzando a quel punto che la mia tappa a Tel Aviv avrebbe involontariamente legittimato l’oppressione di cui ero stato testimone, cancellai il mio concerto allo stadio di Tel Aviv e lo spostai a Neve Shalom, una comunità agricola, dedita all’allevamento di pollame e anche, in modo ammirevole, alla cooperazione tra persone di diverse appartenenze religiose, dove Musulmani, Cristiani ed Ebrei vivono e lavorano fianco a fianco in armonia."

Contro ogni aspettativa, 60.000 fan assisterono a quel concerto, forse il più grande evento musicale nella storia d'Israele.
 
Da quel giorno ad oggi, l'impegno, la passione, la dedizione, il supporto di Roger Waters al BDS sono cosa nota.
 
E perciò, buon compleanno gigante
 
 
 
 
 
 
* Il 9 luglio 2004, la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia ha condannato l’illegalità del muro denunciando che: “L’edificazione del muro che Israele, potenza occupante, è in procinto di costruire nel territorio palestinese occupato, ivi compreso l’interno e intorno a Gerusalemme Est, e il regime che gli è associato, sono contrari al diritto internazionale”.
Secondo i giudici dell'Aia, chiamati a pronunciarsi con una risoluzione approvata lo scorso dicembre dall'Assemblea Generale dell'Onu, la costruzione del muro viola il diritto internazionale e dunque l'esecutivo israeliano deve smantellare quella che chiama "barriera difensiva". Contro il muro si sono espressi 14 giudici sui 15 che compongono il tribunale. 

 

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