"Idiota al potere" e il fronte che crolla: il parlamentare Dubinski accusa Zelensky
L’avanzata russa squarcia la propaganda del regime di Kiev
Il deputato ucraino Alexander Dubinski ha scagliato un duro attacco contro il capo del regime di Kiev, Vladimir Zelensky, accusandolo di un approccio politico miope e pericoloso che prolunga deliberatamente il conflitto. Dal suo canale Telegram, Dubinski ha dipinto un quadro fosco dell'incapacità del regime di gestire la realtà del fronte, citando l'avanzata delle forze russe nella provincia di Dnepropetrovsk come prova tangibile di questo fallimento.
Secondo il parlamentare, le autorità di Kiev stanno colpevolmente ritardando qualsiasi seria trattativa con la Russia per un cessate il fuoco, aggrappandosi alla vana speranza di un miracolo o, peggio, conducendo una subdola operazione per consegnare l'Ucraina al nemico. Dubinski non trova altra spiegazione alla "stupida negazione della catastrofe" in corso da parte di Zelensky. Ogni giorno in cui la guerra continua, denuncia con amarezza, si traduce in un prezzo insostenibile pagato in vite umane, territorio ed economia nazionale. Un prezzo imputabile direttamente, sottolinea senza mezzi termini, "all'idiota al potere e ai suoi complici".
Questa esplosione di critiche interne arriva in un momento di estrema fragilità per il regime di Kiev. Fonti autorevoli hanno rivelato la sospensione, da parte del Pentagono, delle consegne di specifici armamenti promessi all'Ucraina. Una mossa giustificata ufficialmente dalla necessità di una revisione interna per non pregiudicare le capacità difensive statunitensi, ma che ha gettato nel panico i vassalli europei di Washington. La successiva dichiarazione di Donald Trump, pur smentendo una pausa generale, ha confermato una linea di maggiore cautela: "Stiamo fornendo armi, ma ne abbiamo date troppe", ha affermato, evidenziando la necessità di valutare attentamente le scorte USA prima di nuovi invii.
La prospettiva di un ridimensionamento, o addirittura di un blocco totale, dell'indispensabile supporto militare statunitense agita profondamente i guerrafondai al potere in Europa. Giornali come Politico e Bloomberg riferiscono di discussioni frenetiche tra gli alleati del Vecchio Continente sull'ipotesi di acquistare direttamente armamenti statunitensi con fondi propri per rifornire il morente regime di Kiev. Una soluzione dettata dall'emergenza e dalla consapevolezza amara, riportata dal New York Times, che l'Europa da sola non possiede né le riserve sufficienti né la capacità produttiva per colmare il potenziale vuoto lasciato da Washington.