Il "caos creativo", la resilienza della Russia e la recessione d’Occidente

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Il "caos creativo", la resilienza della Russia e la recessione d’Occidente

 

Dopo una breve pausa, sono ripresi i bombardamenti sulle infrastrutture dell’Ucraina, sviluppo che indica una svolta nella guerra. D’altronde fin dall’inizio delle ostilità Mosca aveva avvertito della possibilità di colpire l’Ucraina in profondità, cosa che aveva evitato fino al 10 ottobre (limitandosi a colpire obiettivi militari), avvertimenti soffocati dalla retorica sulla resistenza ucraina e sulla sua gloriosa controffensiva.

Ad oggi i raid russi sono ancora di portata limitata, ma possono aumentare di intensità, con la possibilità che Kiev si svegli un giorno scoprendo di non avere più centrali elettriche, strade, ferrovie e ponti, insomma di non essere più una nazione, ma una terra in cui si combatte una guerra senza senso.


Lo scudo stellare ucraino

L’unica reazione ai raid da parte dell’Occidente è stata quella di rifornire Kiev di difese aeree, come se davvero si potesse alzare uno scudo impenetrabile sulle città ucraine. Alla Nato sanno benissimo che ciò è praticamente impossibile, al massimo si possono intercettare parte dei missili in arrivo. Sembra ripetersi la boutade dello scudo stellare propugnato sotto l’era Reagan, mai realizzato perché irrealizzabile.

L’unico risultato di questo nuova illusoria risposta militare sarà quello di prolungare il conflitto alla stregua delle pregresse guerre infinite, mentre la parola diplomazia resta praticamente impronunciabile sia nei media che nel consesso internazionale.

E per evitare che si possa solo ipotizzare di poter parlare col nemico per tentare vie di compromesso ed evitare un ulteriore spargimento di sangue – a questo serve la diplomazia – si deve disumanizzare l’avversario, così da escludere qualsiasi possibilità di trattare con lo stesso.

Lo si è fatto con tutti i nemici individuati dai costruttori delle guerre infinite, da Saddam ad Assad passando per Gheddafi, come anche per Kim Jong-un, col quale però si è visto che, mutando approccio come ha fatto Trump, si poteva trattare eccome. Ora è il turno di Putin, descritto come un pazzo criminale.

Così ha destato scandalo il fatto che Biden lo abbia definito “razionale” nel corso di un’intervista nella quale ha detto che lo zar è un “attore razionale”, che ha “calcolato male” le sue azioni in ucraina.

Una dichiarazione che ha spiazzato, ovviamente, i narratori di questo conflitto e che indica un nuovo passo di Biden per accogliere eventualmente la proposta russa di un incontro con lo zar al G – 20 (vedi Piccolenote).

Cercheranno in tutti i modi di far deragliare tale possibilità, anzitutto attraverso la manipolazione delle informazioni sulla guerra, ad esempio criminalizzando al massimo le operazioni militari russe, che certo non lanciano fiori, ma neanche ne ricevono (le bombe straziano anche i civili che vivono nella zona controllata dai russi, ma sono bombe ucraine e non se ne deve parlare, tanto per fare un esempio).

Un altro modo per eludere possibilità di negoziato è affermare che l’Ucraina vincerà sicuramente la guerra, come ripetono tutti i media d’Occidente o come ha fatto Zelensky, in uno dei suoi innumerevoli messaggi al mondo, stavolta rivolto al G-7, nel quale ha detto che “non può esserci dialogo con Putin, che non ha futuro” perché è nella fase finale del suo regno.

Bizzarro che chi tira le fila di questa guerra per procura, e quindi sa meglio di Zelensky le reali potenzialità dei contendenti,  la pensi in modo opposto. Così sul Washington Post: “In privato, i funzionari statunitensi affermano che né la Russia né l’Ucraina sono in grado di vincere la guerra in modo definitivo”.

Insomma, proseguire questa guerra è inutile ai fini di una vittoria sul campo, tanto varrebbe avviare subito un negoziato, prima che esso si imponga da sé tra dieci o venti anni, quando l’Ucraina sarà ridotta in cenere, per restare nello stretto ambito ucraino e non parlare delle conseguenze del conflitto sul mondo.

La resilienza della Russia e la recessione d’Occidente

Certo, la Russia in futuro ne risulterebbe indebolita, ma anche l’Occidente potrebbe non passarsela benissimo, al contrario di quanto afferma la narrativa corrente.

Riportiamo un articolo pubblicato sul Kyiv Post, media ufficiale dal governo di Kiev: “L’economia russa potrebbe dover affrontare molteplici sfide a lungo termine, ma per ora le esportazioni di energia sembrano aiutarla a superare le sanzioni occidentali imposte durante l’offensiva contro l’Ucraina”.

“Mosca afferma che l’inflazione si sta attenuando e l’occupazione è praticamente al completo, contraddicendo le previsioni di una catastrofe di molti esperti finanziari”.

“Martedì 11 ottobre il Fondo monetario internazionale ha conferito un certo supporto alle opinioni russe, affermando che la recessione sarà meno grave del previsto a causa delle esportazioni di petrolio e della domanda interna relativamente stabile”.

“Il FMI prevede che l’economia russa si contrarrà solo del 3,4 per cento durante l’intero anno, dopo una contrazione del 21,8 per cento durante il secondo trimestre a un tasso trimestrale annualizzato. Nel giugno scorso il FMI prevedeva un calo annuo del sei per cento”…

“La contrazione dell’economia russa è meno grave di quanto previsto in precedenza, riflettendo la resilienza delle esportazioni di petrolio greggio e della domanda interna con un maggiore sostegno alla politica fiscale e monetaria e un ripristino della fiducia nel sistema finanziario”, afferma l’ultimo rapporto del World Economic Outlook del FMI”.

Riportiamo da The Economist: “In questo momento i russi non hanno molto di cui vantarsi, quindi si accontentano di ciò che possono. I troll dei social media stanno pubblicando video, destinati al pubblico europeo, che mostrano stufe a gas lasciate accese per giorni e giorni. Ciò che quest’inverno potrebbe costare centinaia di euro a Berlino o a Parigi, a Mosca costa pochi rubli”.

“L’immagine può essere infantile, ma suggerisce una verità più profonda: che la guerra economica tra Russia e Occidente si trova in un momento delicato. Mentre l’Europa vacilla sull’orlo di una profonda recessione, la situazione economica in Russia sta migliorando”.

Certo, gli analisti che registrano tale situazione indugiano su prospettive più consone alla narrativa, prospettando che alla lunga il futuro della Russia sarà tetro, nulla importando che a dirlo siano gli stessi che hanno clamorosamente sbagliato tutti i calcoli passati. E nulla importando che il futuro dell’Occidente potrebbe essere altrettanto tetro.

Per non parlare del futuro dell’Ucraina, che rischia di tornare all’età della pietra. Se oggi tutti gli spediscono armi per alimentare questa guerra per procura, le promesse di aiuti per la sua ricostruzione suonano vuote, perché i donatori dovranno fare i conti con i loro problemi interni.

Per capire il futuro è utile guardare il passato. Tutti i Paesi che hanno avuto l’onore di essere devastati dalle guerre infinite ne sono usciti prostrati, sia a livello economico che di stabilità: vedi alla voce Iraq, Siria, Libia, Yemen, Afghanistan etc (a proposito dell’ordine basato sulle regole brandito da Biden).

Ciò non è un accidente, ma, è una dinamica insita nelle guerre infinite, che non hanno obiettivi precisi e limitati, ma si basano sulla destabilizzazione continua secondo lo schema del “caos creativo” proprio dei neoconservatori.

La guerra infinita che si sta consumando in Ucraina interessa il mondo intero e il caos che ne consegue, se non si ferma, avrà portata globale.

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Piccole Note è un blog a cura di Davide Malacaria. Questo il suo canale Telegram per tutti gli aggiornamenti: https://t.me/PiccoleNoteTelegram

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