Biden e le "spie cinesi": il complottismo di Repubblica in un articolo poi cancellato
Dopo lo spettacolo sempre più triste di disinformazione offerto sulla Palestina (capovolgimento totale della realtà), Colombia e Cile (praticamente censura), Repubblica ci delizia con un articolo dal titolo: "Biden "sfrattato" dai cinesi al vertice Nato di Bruxelles: i grandi hotel sono controllati da società del Dragone", poi cancellato.
Ma che era già stato pubblicato da msn.
Nell’articolo a firma di Federico Rampini la capitale del Belgio, sede dell’Unione Europea ma soprattutto della Nato, Bruxelles, viene incredibilmente descritta come un covo di spie cinesi e il presidente padrone della Nato (e dell’Ue) Biden “sfrattato” perché tutti gli alberghi storici utilizzati in città dagli Stati Uniti in occasione dei vertici internazionali sono passati “in mani cinesi”.
Quindi gli Stati Uniti non possono “sequestrare”, scrive Rampini su Repubblica, “uno dei grandi alberghi di Bruxelles appartenenti a catene Usa, come The Hotel (gruppo Hilton fino al 2011) o lo Steigenberger (filiale Conrad, sempre della catena Hilton). Ma il celebre gruppo alberghiero americano, pur essendo un’icona del turismo made in Usa, ora ha come maggiore azionista (col 25% del capitale) il conglomerato Hna Group di Hainan, Cina. Biden può anche dormire nella residenza dell'ambasciatore, ma tutti i suoi sherpa, consiglieri, tecnici della cyber-sicurezza e bodyguard? Vista da Washington la capitale dell'Unione europea sembra la Vienna degli anni Cinquanta descritta nel film “Il terzo uomo” con Orson Welles, cioè un covo di spie comuniste…”.
Il delirio complottista di Repubblica raggiunge il suo apice con questa frase: “Una proprietà cinese fa scattare automaticamente l’allarme nell’intelligence Usa. Anche ammesso che i camerieri siano rimasti belgi e inappuntabili, è sufficiente il rischio che The Hotel sia imbottito di microspie e apparecchi di vigilanza che inviano audio e video a Pechino… o all’ambasciata cinese di Bruxelles”.
Qualcuno nella redazione di Repubblica ha avuto un sussulto e ha cancellato l’articolo oppure è opera delle spie cinesi di Bruxelles che hanno ingaggiato qualche hacker russo?
Aggiornamento: evidentemente gli implacabili hacker cinesi e russi devono aver colpito anche il sito di Repubblica. L'articolo di Rampini risulta infatti non raggiungibile da fisso, mentre nella versione mobile si apre. Resta comunque valida la riflessione sul complottismo spicciolo di Repubblica