Il nemico numero uno dei lavoratori italiani (che non si può neanche nominare)

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Il nemico numero uno dei lavoratori italiani (che non si può neanche nominare)


di Pasquale Cicalese


La storia d'Italia, dall'unità in poi, è pervasa da potenze straniere che vogliono dominare il nostro Paese, testa di ponte del Mediterraneo. Succede che nel mondo dello shipping, a partire dagli inizi degli anni novanta, il canale di Panama non può permettere l'attraversamento delle nuove mega container, il canale di Suez sì.

Da allora è un gioco tra l'imperialismo franco-tedesco (l'euro) e l'imperialismo anglosassone, volto a controllare il paese. Mani Pulite fu l'operazione che permise ciò, la vecchia classe politica, che si era guadagnata, anche a colpi di corruzione, di clientelismo ecc. (ma in tutti i paesi ci sono questi fenomeni) la stima del mondo arabo e dell'Estremo Oriente, fu spazzata via. L'imperialismo franco-tedesco vide il nostro paese come rete di subfornitura, nata agli inizi degli anni settanta a seguito della ristrutturazione dei grandi complessi industriali privati causati dall'autunno caldo. Ma non bastò, occorreva smantellare banche (privatizzazioni, fine della Legge bancaria del 1936), colossi industriali, reti industriali di semilavorati al sud, per permettere lo spostamento della forza lavoro meridionale al nord, allora alle prese con grave crisi demografica.

L'imperialismo anglosassone vide il paese come ponte militare (ieri un amico di destra mi ha mandato una cartina del sud per il futuro, basi anglosassoni ovunque, da qui il Ponte dello Stretto).

Si doveva impedire l'autonomia del Paese, tutto, unito, che solo la Prima Repubblica fece il miracolo di costruire, visto che, dopo 500 anni, la rotta anseatica, Northern Route, terrestre e marittima (soprattutto) perdeva ruolo.

Fu assoldata una nuova classe dominante, tutta al servizio dei vari imperialismi, in un incontro-scontro tra i due che era rappresentato, a livello politico, dal cosiddetto centrosinistra e centrodestra (io non voto dal 1993). La Southern route fu boicottata, l'Italia perse ruolo, la subfornitura portava deflazione salariale (differenziale inflazionistico, e lotta per essa) tra Germania e Italia. La Legge Hartz IV tedesca diede il colpo di grazia all'Italia, la guerra in Iraq ci fece perdere decenni di relazioni con il mondo arabo.

Si affacciò, dopo decenni, la Cina, con la Via della Seta: il Vaticano doveva offrire qualcosa alla Cina in vista della diffusione del cattolicesimo in quel paese, che la classe dirigente cinese preferiva e preferisce all'evangelismo (ci sono in Cina 100 milioni di evangelici, qualche decina di milioni di cristiani), legata agli Usa. Fu siglato il Memorandum nel 2019, la Southern Route sembrava dopo tre decenni prendere piede, in un gioco Russia-Usa-Cina. Quest'anno Meloni e soprattutto Tajani (legato all'imperialismo anglosassone) lo hanno fatto affossare. Ancora una volta la Southern Route fu boicottata.

Oggi leggo su Il sole 24 ore che la guerra imperialista Usa- Gb, a cui si assocerà l'Ue, contro lo Yemen è un boomerang. L'Iran, dopo la strage dei 101 avvenuta per conto di Isis (Israele+Gb+Usa),  è entrata in campo. Una chiusura dello stretto di Hormuz sarebbe il colpo definitivo all'Europa tutta e potrebbe sgonfiare la stessa asset inflation anglosassone. Come vedete, nella Storia esistono ragnatele di indagini del rapporto capitale-lavoro, di analisi dei vari imperialismi, di cause effetti della perdita della poca sovranità che abbiamo. Ora siamo nel 2024, tutti gli strumenti dello "Stato italiano" sono al servizio di potenze estere, in un gioco piu' grande di loro e che loro stessi faticano a capire. Ma sullo sfondo vi è sempre il dominio del capitale sulla forza lavoro, sul comando sul lavoro, la guerra al salario, la guerra al salario sociale globale di classe.

L'imperialismo è sempre stato il nemico numero 1 del movimento delle lavoratrici e dei lavoratori, le loro espressioni politiche, che siano di élite o servili (come il nostro caso) non sono altro che pupazzi del capitale finanziario transnazionale. Ora abbiamo anche l'autonomia differenziata. Elkann lascia i presidi industriali italiani per dedicarsi alla sanità privata, assieme a banche ed assicurazioni private, controllate da fondi esteri. Un soffocamento per le sorti del nostro Paese che solo un rinnovato patriottismo, all'insegna della difesa delle istanze del movimento operaio (ci sono ancora, nonostante le cazzate che si scrivono) può fermare.

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