Il Vaccino anti-Covid che ti ammazza prima di averlo preso

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di Leo Essen


Dieci anni fa, un Professore di chimica biologica e farmacologia molecolare ad Harvard, un tale Timothy Springer, decise di investire una parte del suo patrimonio in Moderna Incorporated, una Start Up di biotecnologia fondata a Cambridge, nel Massachusetts. 

Quando pensiamo alla biotecnologia ci vengono in mente Blade Runner e Star Wars, ci vengono in mente l’occhio protesico di Roy Batty, coltivato come cipolle, o il braccio di Skywalker, composto da cip e metallo, e innestato su carne viva. 

La biotecnologia di cui si occupa Moderna è molto più sfuggente. La missione aziendale è creare medicine a partire dall’mRNA. Questo acronimo (mRNA) sta per RNA messaggero, e in biologia indica l’acido ribonucleico messaggero. L’obiettivo di Moderna è sintetizzare un mRNA a partire dalle informazioni genetiche ricavate dal COVID, e realizzare un vaccino capace di scatenare nel corpo in cui è iniettato una reazione immunitaria (focus.it), addestrando così il sistema immunitario sano a produrre anticorpi per combattere l’infezione da Covid. Il vaccino è stato brevettato come mRNA-1273, e la Food and Drug Administration (l’Agenzia del Farmaco americana) ha autorizzato la sperimentazione clinica su circa 600 persone.

Ciò che in questa notizia colpisce è, senza dubbio, la possibilità di poter bloccare il virus. Ma ciò che davvero lascia a bocca aperta è che, da tutta questa faccenda, il Professor Springer ha guadagnato il 17.000% (bloomberg.com). La mia mente fatica a rappresentarsi un numero con più 5 zeri, figurarsi calcolare il Diciassettemila per cento.

Nel 2018 Moderna si è quotata al NASDAQ piazzando 27 milioni di azioni a $ 23 per azione, raccogliendo dunque $ 621 milioni. Supponendo che le azioni siano state piazzate al loro valore nominale, e supponendo che gli advisor (i soliti 4 gatti: Morgan Stanley, Merrill Lynch, Goldman Sachs, J.P. Morgan, Barclays etc) non abbiano fatto una cresta, il che non è, perché hanno chiesto $ 1,265 ad azione, dando per acquisite queste supposizioni, Moderna ha potuto scrivere sul conto cassa $ 621 milioni, e sul conto debiti verso soci una identica cifra.

Supponendo che questi soldi siano stati investiti in stipendi, macchinari e materie prime, la cifra sarà arrivata alla cosiddetta economia reale. Anche se qualche dubbio rimane, visto che sul prospetto informativo di collocazione, Moderna dice di aver subito perdite nette in ogni anno, dal loro inizio nel 2009, e di aver accumulato, al 30 settembre 2018, un deficit di $ 865,2 milioni.

Nel 2019 i conti di Moderna, comprese le prospettive future, non dovevano essere migliorati, visto che il mercato era disposto a comprare una sua azione per soli $ 12,73. In questi casi si dice che la borsa ha bruciato capitali. Nel caso di Moderna ha bruciato $ 277 milioni. 

La distruzione vera e propria dei capitali avviene quando le banche che hanno anticipato i soldi per l’acquisto delle azioni chiedono di rientrare delle somme prestate. Quando ciò avviene, e si comunica la propria parziale insolvenza, e la banca comunica la sua insolvenza alla zecca, il denaro viene cancellato, bruciato. 

Il 18 maggio 2020, alla chiusura delle contrattazione del Nasdaq, un’azione Moderna valeva $ 69. Il volume delle azioni in circolazione era rimasto il medesimo del piazzamento iniziale. Ciò significa che, per ciò che riguarda il piano industriale dell'Azienda, ovvero acquisto di macchinari, materie prime e stipendi, non era cambiato assolutamente nulla. In cassa c’erano ancora solo 621 miseri milioni, sui quali gravavano passività per 862 milioni. 

Dove sta il business, da dove proviene la gioia che promana delle facce dei giornalisti dei Telegiornali della sera? La gioia sta in ciò, che gli acquirenti iniziali delle azioni ora hanno un capitale teorico che si è triplicato. In due anni il valore del loro patrimonio è aumentato del 300%.

Mentre quello del Prof Springer è aumentato del 17.0000%. 

Il Prof non fa una piega, quando Forbes gli chiede se questa montagna di soldi ha cambiato la sua vita, lui dice che dei soldi non gli frega niente, che farà una donazione all’università, e che a lui piace fare giardinaggio e collezionare pietre, che non ha bisogno di soldi, che ha uno stile di vita da uomo di scienza, che sta nel suo laboratorio, e che non gli importa una mazza di quelle cose che la gente comune (quelli come me) crede che facciano i ricchi con i soldi guadagnati in borsa, ovvero comprare una mega barca e andare a infilarsi in ogni buco misterioso. 

Sia come sia, fintanto che le azioni non vengono vendute (semplifico) il guadagno del 300% rimane sulla carta. Solo quando un altro investitore, che ha chiesto in prestito sodi ad una banca, la quale ha chiesto soldi alla zecca, comprerà le mie azioni, io potrò realizzare il mio guadagno.

Un aumento del 300%, con prospettive al rialzo, attira capitali come una calamita, da tutto il mondo. Anche dall’economia cosiddetta reale. 

Chi me la fa fare ad investire nella produzione di automobili e macchinari, sperando in un guadagno del 10% (se va bene), quando, comprando azioni, posso realizzare un guadagno del 300%? Si arriva al punto che anche a Moderna converrebbe investire i suoi 621 milioni nelle proprie azioni (Buy-back) realizzando un guadagno con il quale saldare i debiti, che spendere i propri soldi in stipendi e macchinari.

A questo punto la domanda si impone spontanea: Cosa producono queste aziende della cosiddetta economia reale? Ha ancora senso finanziare questi cosiddetti investimenti? Quando si dice che Apple ha una capitalizzazione pari al PIL della Svizzera, cosa si intende, che paga macchinari, dipendenti, materie prime eccetera, per un pari importo, oppure che la sua carta, vale tanta carta, quanto vale il PIL della Svizzera? Economisti, se ci siete, battete un colpo, aiutatemi a capire.

Tutto questo giro di carta, giro che si auto-alimenta, perché tutti i soggetti coinvolti hanno interesse a che la spirale sia crescente, giro che si mangia quasi tutti i soldi stampati dalle banche centrali, tutto questo girò cosa lascia sul campo?

Lascia i conti di chi ha accesso al credito, dei paperoni come il prof Springer, gonfi di denaro. Si tratta pur sempre di carta, perché la cosiddetta economia reale non si è mossa di una virgola. Tutto è rimasto come prima, compresa l’inflazione, che, contrariamente alle aspettative, è rimasta al palo, realizzando il miracolo economico di far transitare la ricchezza dall'industria alla finanza, e dalle tasche dei poveri a quelle dei ricchi.

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