Il virus del liberismo nel più grande mattatoio d'Europa

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Il virus del liberismo nel più grande mattatoio d'Europa


di Carlo Formenti


Da qualche giorno i giornali si occupano di quanto sta succedendo nel più grande mattatoio d'Europa, una "fabbrica" di carne suina situata in Germania in cui vengono macellati ventimila maiali al giorno e in cui lavorano migliaia di addetti. 1500 di questi operai, quasi tutti immigrati polacchi e rumeni, sono risultati contagiati dal covid 19. Si è anche saputo che, per contenere i costi di lavoro, questi disgraziati non vengono assunti ma dipendono da ditte in subappalto che li ospitano in dormitori degni di un lager (letti a castello in stanze minuscole) e li trasportano sui luoghi di lavoro al mattino sui pulmini (come i caporali che trasportano i braccianti africani nei campi della Calabria e del foggiano).


Questo è il civile e avanzato capitalismo tedesco che accoglie "generosamente" milioni di immigrati (che bocca grande che hai nonna, è per mangiarti meglio bambina mia...).


Il paese dei Verdi convertiti al liberalismo che, quando si tratta di profitto, si sentono evidentemente un po' meno animalisti e, invece di puntare il dito anche contro le relazioni fra filiere agroalimentari occidentali e pandemie preferiscono concentrarsi su quelle che nascono nei mercati cinesi e tuonare, in coro con i neocons americani, contro la concorrenza sleale di Pechino che può produrre merci a prezzi bassi perché sfrutta i lavoratori e "non ne rispetta i diritti".
 

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