Incontro a Roma Tre con Gerardo Hernández Nordelo, eroe cubano dei “Cinque”
di Marcello Colasanti - Il Giornale del Riccio
Il 25 Giugno 2025, presso l’Aula Magna dell’Università Roma Tre, si è tenuto l’incontro con Gerardo Hernández Nordelo, uno dei “Cinque eroi” cubani che vennero ingiustamente incarcerati negli Stati Uniti d’America nel 1998 con la falsa accusa di terrorismo.
L’Italia fu tra i paesi maggiormente coinvolti nella campagna di liberazione, come ricordato da Mirta Granda Averhoff, Ambasciatrice di Cuba in Italia, che con il suo intervento ha aperto l’incontro.
Gerardo Hernández, deputato e membro del Consiglio di Stato cubano, ha colto l’occasione per ringraziare i militanti, attivisti e compagni che nel lungo periodo di detenzione, durato oltre 16 anni, hanno attivamente protestato e portato all’attenzione mediatica internazionale la storia dei “Cinque”, denunciandone l’ingiustizia e la motivazione geopolitica: “Quando tutto sembrava perduto, quando il silenzio mediatico negli Stati Uniti e in Europa era assordante, abbiamo sentito la voce di compagni che parlavano nei parlamenti, nelle università, nelle piazze, nelle radio e in ogni luogo possibile per raccontare la verità e smascherare l’ingiustizia. La nostra liberazione è un miracolo frutto degli sforzi dei compagni, molti dei quali sono seduti qui oggi, ai quali dobbiamo profonda ammirazione.”
Proseguendo sulla situazione cubana: “Dico ai giovani, quando sentite parlare di embargo e vi dicono “sono solo parole“, ecco, non sono parole. Ho 60 anni e non so cosa significhi vivere senza embargo. Bambini cubani nascono in un paese bloccato e non sanno il perché.
L’embargo non colpisce solo Cuba ma anche i paesi nordamericani, che credono di essere i “più liberi del mondo“. Se voi italiani volete comprare un sigaro cubano (e con questo non voglio invitarvi a fumare!), lo potete fare. Per gli statunitensi, “i più liberi del mondo“, è proibito. Quando ero in prigione, Arnold Schwarzenegger era governatore della California, un paparazzo lo fotografò in Canada con un Cohiba. Montarono un caso perché violava le norme. Stesso discorso con i rum.
I cubani in Italia possono mandare soldi a Cuba con Western Union, in USA , paese libero, no.
Consiglio a voi di venire a Cuba, a vedere le cose belle e le cose brutte e farvi una vostra idea, ma un americano non può vederlo. E non è l’inferno che dicono.
Voi italiani, approfittate di questa libertà.”
Concludendo il proprio discorso sull’importanza dell’unità e solidarietà:
“tra le lezioni apprese da quella vittoria c’è il potere dell’unità, perché la causa dei Cinque ha unito molti gruppi, molti partiti, molte forze diverse, che hanno capito che non dovevano pensare esattamente allo stesso modo su tutto e hanno capito che l’unità fa la forza. Un’altra lezione importante è che non esiste lotta per una causa giusta che non possa essere vinta, potete sentirvi molto orgogliosi, lo ripeto, di aver identificato la causa dei Cinque come una causa giusta.
La solidarietà salva vite e in molte maniere. Per questo, i cubani ringrazieranno sempre.“
L’incontro è stato organizzato dall’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba (ANAIC).
Il Presidente Marco Papacci, intervenendo in chiusura, ha ricordato l’importanza di questa visita che si estende in altre città italiane fino al 9 Luglio.
La storia dei “Cinque Eroi Cubani”.
L’isola di Cuba è stata costantemente attaccata da azioni terroristiche orchestrate e finanziate dagli Stati Uniti d’America, utilizzando sovente i cubani anticomunisti di stanza a Miami.
Per citarne alcune: l’utilizzo di armi batteriologiche come la Febbre suina e la malattia Newcastle del pollame; l’attentato al volo di linea civile Cubana de Aviación 455 del 1976, in cui tra le 73 vittime erano presenti tutti i 24 membri della nazionale giovanile di scherma cubana; bombe piazzate in alberghi e luoghi turistici, dove rimase ucciso l’italiano Fabio Di Celmo nel 1997. Tali attentati hanno procurato un numero superiore alle 3.500 vittime.
Per prevenire ulteriori stragi, il governo cubano invia 5 agenti, Gerardo Heràndez, Ramòn Labanino, Antonio Guerrero, Fernando Gonzàles Llort e Renè Gonzàles, a raccogliere prove e documenti sui gruppi terroristici nell’area di Miami. Le informazioni ottenute dimostrarono la connessione tra CIA, governo statunitense e gruppi terroristici. Nel 1998, Bill Clinton acconsente allo svolgimento di una riunione all’Avana, durante la quale il governo cubano espone le prove delle attività terroristiche.
Il 12 settembre 1998, quando i cinque agenti cubani presentano alle autorità statunitensi ulteriori prove sui terroristi di Miami, l’Fbi li arresta per sottoporli a un processo farsa (2001), condannandoli a pene sproporzionate: Gerardo Hernandez condannato a due ergastoli e 15 anni (durante l’incontro ha ricordato “se fossi morto due volte, avrei avuto ancora 15 anni da scontare“); Ramon Labanino condannato all’ergastolo; Antonio Guerrero condannato all’ergastolo; Fernando Gonzales condannato a 17 anni; Renè Gonzales condannato a 15 anni. Le misure detentive hanno visto l’isolamento, la segregazione nel famigerato “el huego” (il buco) del reparto di malattie mentali, l’impossibilità di vedere parenti o comunicare con l’esterno.
Furono liberati nel Dicembre 2014, dopo un’imponente mobilitazione internazionale di solidarietà durata oltre 16 anni.