Iran si riserva "tutte le opzioni possibili" per difendere la propria sovranità
Teheran ha denunciato una "grave violazione" del diritto internazionale e del Trattato di non proliferazione nucleare, dopo che gli Stati Uniti hanno affiancato Israele in una campagna di attacchi aerei durata una settimana contro impianti nucleari e basi militari iraniani. L'Iran non ha ancora annunciato alcuna risposta militare, ma ha definito gli attacchi “criminali” e una violazione dei diritti sovrani. Il presidente Trump ha messo in guardia Teheran contro qualsiasi ritorsione, minacciando ulteriori attacchi statunitensi.
Teheran ha accusato gli Stati Uniti di aver violato il diritto internazionale e il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) con i suoi attacchi notturni contro importanti impianti nucleari, ma assicura alla popolazione che non è stata rilevata alcuna contaminazione radioattiva nei siti colpiti.
In una dichiarazione ufficiale rilasciata domenica mattina, l'Organizzazione per l'Energia Atomica Iraniana (AEOI) ha confermato che gli attacchi aerei statunitensi hanno colpito i suoi siti nucleari a Fordow, Natanz e Isfahan nelle prime ore di domenica mattina, definendo l'operazione un atto illegale e “brutale”. Le autorità iraniane hanno criticato Washington per aver lanciato gli attacchi contro siti che operavano sotto la supervisione di ispettori internazionali. “Questo atto... è stato purtroppo compiuto nell'ombra dell'indifferenza e persino con il sostegno dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica”, ha affermato la dichiarazione.
Una dichiarazione separata del Centro iraniano per il sistema nazionale di sicurezza nucleare ha confermato che sono state condotte ispezioni di emergenza in tutti e tre i siti.
“Non sono stati registrati segni di contaminazione”, ha affermato il centro, aggiungendo che non vi è “alcun pericolo per i residenti che vivono nei pressi dei siti sopra citati”. L'AEOI ha promesso che il programma nucleare iraniano non sarà fermato da quelle che ha definito “cospirazioni malvagie”. Ha elogiato la resilienza degli scienziati iraniani e ha annunciato che saranno intraprese azioni legali in risposta agli attacchi. “Non permetteremo che lo sviluppo di questa industria nazionale, frutto del sangue dei martiri nucleari, venga fermato”, ha affermato l'organizzazione.
Il presidente statunitense Trump ha annunciato il primo intervento statunitense in un post su Truth Social sabato sera (ora di Washington): "Un carico completo di BOMBE è stato sganciato sul sito principale, Fordow", ha dichiarato, precisando che tra gli altri obiettivi figuravano anche Natanz ed Esfahan. In quel post e in successivi messaggi, il leader americano ha esortato l'Iran a evitare ritorsioni e ad avviare negoziati, sostenendo che "è il momento della pace".
Il ministro degli Esteri iraniano, Seyed Abbas Araghchi, ha condannato i raid definendoli una violazione di ogni accordo internazionale: "L'Iran si riserva tutte le opzioni per difendere la sua sovranità, i suoi interessi e il suo popolo", ha dichiarato. Già in precedenza, Teheran aveva avvertito Washington e altri attori esterni di non intervenire nel conflitto, minacciando di colpire qualsiasi asset ostile e ogni carico di armi diretto a Israele. Un portavoce degli Houthi yemeniti ha aggiunto che, in caso di intervento USA, il gruppo "mirerà alle navi da guerra americane nel Mar Rosso".
Israele ha giustificato l'operazione "Leone Nascente" come attacco preventivo per impedire all'Iran di dotarsi di armi atomiche. Teheran, che da sempre nega qualsiasi intento bellico nel suo programma nucleare, ha bollato l'offensiva come "atto di guerra", rispondendo con missili e droni. Secondo il ministero della Salute iraniano, i raid israeliani hanno causato almeno 430 vittime e oltre 3.500 feriti tra i civili. Fonti israeliane, invece, riportano 25 morti e più di 2.500 feriti.