La fine della funzione storica del PD e le nuove esigenze politiche

La fine della funzione storica del PD e le nuove esigenze politiche

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Alcuni amici mi chiedono perché la polemica continua con il PD, ancora più che con la destra.

La ragione è semplice: sin quando esiste il PD non potrà nascere una forza riformista, una forza socialista e democratica.

La storia pone esigenze che devono essere soddisfatte, implica passaggi. Il passaggio che pone oggi è la distruzione del PD, perché rappresenta un inganno e blocca la possibilità di una trasformazione e di un rinnovamento del paese.

Il PD avrebbe dovuto mettere insieme le parti migliori della cultura italiana, coniugando il cattolicesimo democratico, la cultura dei comunisti italiani con la sua specificità democratica e la sua fedeltà ai principi della costituzione repubblicana, la tradizione socialista di Nenni, Lombardi, Pertini.

Nella realtà, già con Veltroni, queste componenti furono sterminate dal punto di vista culturale e politico dentro il PD. Restarono alcuni dirigenti, ma interamente risucchiati dentro il vortice neoliberale. Del resto, erano scemi abbastanza per credere alla fine della storia di Fukuyama, e quindi cercarono di riciclarsi come i tempi nuovi richiedevano.

Il PD è dunque un equivoco, storico e culturale, e di lì nasce la sua mancanza di cultura politica, la sua mancanza di iniziativa politica, di visione della storia. Non so quanti voti prenderà, ma anche se prendesse il 40% dei voti, dal punto di vista storico e della funzione storica è una vicenda giunta al capolinea.

È diventato un tappo che imprigiona energie e impedisce la formazione di una forza capace di risollevare e riformare il paese. Imprigionato dentro una serie di stereotipi, di banalità e di riti, che agli adepti servono per costruirsi un’identità (siamo i competenti, i buoni e bla bla), visto dall’esterno ha ormai i contorni del ridicolo, di una setta che vive fuori dalla realtà, in un mondo di fantasia.

La sua distruzione è, da un punto di vista storico, necessaria per liberare le forze del cattolicesimo democratico e della sinistra socialista.

Una nuova grande formazione unitaria non potrà nascere sin quando esiste il PD, che è il modo in cui la tradizione del Partito liberale di Zanone (che fece peraltro la sua ultima legislatura come parlamentare del PD) ha cercato di dominare la sinistra. Con un risultato peraltro fallimentare, perché la colonizzazione liberale della sinistra popolare ha avuto come esito il progressivo spostamento delle masse popolari verso la destra populista.

Vincenzo Costa

Vincenzo Costa

Vincenzo Costa è professore ordinario alla Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, dove insegna Fenomenologia (triennale) e Fenomenologia dell’esperienza (biennio magistrale). Ha scritto molti saggi in italiano, inglese, tedesco, francese e spagnolo, apparsi in numerose riviste e libri collettanei. Ha pubblicato 20 volumi, editato e co-editato molte traduzioni e volumi collettivi. Il suo ultimo lavoro è Psicologia fenomenologica (Els, Brescia 2018).

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