La lista (interessante) dei precettori di donazioni/finanziamenti delle case farmaceutiche

La lista (interessante) dei precettori di donazioni/finanziamenti delle case farmaceutiche

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Tra i dati più interessanti emersi recentemente troviamo quelli circa l’entità delle donazioni / finanziamenti per ricerca e sviluppo forniti dalle case farmaceutiche negli ultimi anni in Italia.

A titolo informativo, il fatturato 2021 delle prime 20 aziende farmaceutiche è stato di 884 miliardi di dollari.

Relativamente alla sola Pfizer le erogazioni in direzione italiana seguono il seguente interessante andamento:

2018 : 169.602 euro
2019 : 6.353.707 euro
2020 : 10.242.454 euro
2021 : 10.319.009 euro

Che ci sia un’esplosione dei versamenti in concomitanza con la pandemia è naturalmente mera coincidenza.

Non meno interessante è la lista dei percettori, che include associazioni scientifiche, società di formazione medica, case editrici, fondazioni, ospedali, università e l’usuale miriade di sponsorizzazioni di eventi e consulenze scientifiche ad hoc. [Fonte "La Verità"]

Ora, le considerazioni da fare qui sono semplici.

1) Abbiamo chiacchierato per anni – a ragione, eh – di “conflitti di interesse” parlando di Berlusconi, poi com’è come non è, l’argomento è sparito dal tavolo proprio quando ha cominciato ad esploderci sotto la sedia di continuo, dalle agenzie di rating, alla proprietà dei giornali, al finanziamento medico, ecc. Come mai? Che i conflitti d’interesse interessino solo come arma politica e altrimenti scatta il tengo famiglia?

2) Se c’è ancora chi pensa che la scienza sia un’operazione teorica pura piovuta dall’iperuranio, qualcosa dove compare solo marginalmente la squallida prosaicità di “chi caccia la grana”, ecco, questi è meglio che esca dall’ultima glaciazione e aggiorni il software. La scienza moderna ha bisogno per funzionare di fondi ingenti. E quanto più la ricerca di un paese è alla canna del gas (e in Italia manco il gas ti passano più), tanto più finisce per essere in vendita al migliore offerente (se gli offerenti ci sono). Poi sì, certo, non tutti, non sempre, non facciamo di tutta l’erba un fascio, ecc. ecc., ma la sostanza è che chi paga compra / investe, e chi è pagato lo sa benissimo. Fine delle fiabe.

3) Su questa base chiunque sbandieri obblighi sanitari sbandiera enormi assegni al portatore; e simultaneamente esige che il pubblico creda ciecamente all’oste che decanta il proprio vino. Con la differenza che tutti sanno distinguere un vino scadente da uno buono, mentre qui si va sulla fiducia.
4) Quanto all’argomento tranquillizzante che “mica Big Pharma ci metterà il metanolo nel vino, perché poi sai quanto gli costerebbe!” per piacere cestinatelo una buona volta. La storia è piena di esempi (Vioxx 1999; Reductil 2000; Tamiflu 2006; Prempro 2012, ecc.) che dicono tutti una cosa semplice: è economicamente molto più conveniente vendere aggressivamente e poi, eventualmente, ritirare pagando i danni che avere troppi scrupoli a mettere sul mercato. E ciò che conviene detta la linea.

Andrea Zhok

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Professore di Filosofia Morale all'Università di Milano

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