La mobilitazione a Roma per "una giusta pace" un grande smacco per i media di regime

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La mobilitazione a Roma per "una giusta pace" un grande smacco per i media di regime

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Di Agata Iacono

 

Ad organizzare oggi, 28 ottobre, la grande, imponente manifestazione "Contro la guerra e per una giusta pace" è stata la Comunità palestinese di Roma e del Lazio. 

Poiché è stata una manifestazione pacifica, partecipata, come da troppo tempo non succedeva nella Capitale, da famiglie con bambini, donne e anziani , ma soprattutto ragazzi liceali e universitari, qualcosa i vari giornali di regime dovevano inventarsi per imbastire la narrazione negativa.

Correvano tra noi con enormi telecamere , urtando chiunque, alla ricerca di un terrorista in incognito, di un frantumatore di vetrine, di qualche assalto all'armeria, di succose risse e mascherati black block che assaltassero qualche sede sindacale, provando magari la tenuta del famigerato moto ondulatorio.

Niente.

Una delusione totale.

Raccontare o tacere sul fiume umano che si è riversato a Roma per chiedere la fine dell'uccisione di massa del Popolo Palestinese?

Senza avere la possibilità di criminalizzarlo?

E poi che gli racconti al direttore supremo della passionaccia?

E agli Elkann? Alla Rai?

Allora si riprende il ragazzo che stacca la bandiera israeliana appesa al balcone della sede FAO (poi restituita intatta), o un cartello con Netanyahu con i baffetti hitleriani.

Così i cattivi diventano quelli che abbracciano i palestinesi, che chiedono fine al genocidio, che dimostrano che gli italiani non sono d'accordo con la linea governativa.

E neppure con la linea (se c'è ) dell' l'opposizione parlamentare, a dirla tutta, visto che Conte e Landini avevano indetto una fiaccolata il giorno prima, a piazza Esquilino, con poche decine di persone e qualche candela, contro "l'escalation seguita al vile attacco di Hamas", come ha ufficialmente specificato il capo del nuovo Movimento 5 Stelle 2050.

Il PD della armocromata non ha ritenuto opportuno accendere neppure una candelina.

E così i vari "professionisti dell'informazione" non hanno notato la cosa più importante, persi a cercare pretesti strumentali.

Non si sono accorti di un'assenza.

Non c'era la bandiera italiana.

E non è affatto un caso o una dimenticanza.

Gli organizzatori del corteo hanno esplicitamente chiesto che la bandiera italiana non ci fosse.

Chi l'aveva portata l'ha riposta.

Perché?

Perché l'Italia si è astenuta sulla risoluzione ONU che chiede una tregua umanitaria.

Nessuno ha strappato bandiere, nessuno ha gridato contro questa ignavia, questa ulteriore dimostrazione di mancanza assoluta di sovranità.

L'assenza grida più degli slogan.

Il silenzio, l'assenza della bandiera italiana ha voluto rappresentare lo scollamento tra istituzioni italiane e popolazione, il vuoto di rap

presentanza, la nostra vergogna.

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