"La peggiore forma di crimine". Israele continua demolizione cimiteri palestinesi
In un comunicato diffuso ieri, il Ministero degli Affari Esteri dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha denunciato con la massima fermezza il proseguimento dei lavori di demolizione del regime israeliano, per il settimo giorno consecutivo, nel cimitero islamico di Al-Jusufiya, che si trova fuori Bab al-Asbat (la Porta del Leone), ad Al-Quds.
Il dicastero palestinese ha condannato tutte le misure di giudaizzazione, compreso lo scavo di tombe nel cimitero, e ha affermato che, con tali misure, Israele intende cancellare l'identità storica del sito.
"Si tratta di un crimine continuo commesso dal disumano regime di odio e risentimento", l'entità "dell'occupazione e dell'apartheid", si legge nel testo, citato dall'agenzia di stampa palestinese WAFA .
La nota ricorda che questo crimine e altre violazioni sono considerate crimini contro l'umanità punibili nei tribunali internazionali e secondo il diritto internazionale.
Questi crimini richiedono un'immediata azione internazionale per chiedere conto ai responsabili, ha sottolineato l'ANP, aggiungendo che l'operazione israeliana nel cimitero di Al-Jusufiya è un'ulteriore prova del degrado umano e morale di coloro che sono dietro questo atto atroce. In effetti, ha sottolineato, perseguitare i palestinesi fino alla tomba è la peggiore forma di crimine.
Ciò avviene poiché il regime occupante ha anche espulso un gran numero di palestinesi da Al-Quds, con il pretesto di costruire su terre ebraiche, un atto condannato a livello internazionale.
A questo proposito, lo scorso maggio le Nazioni Unite (ONU) hanno espresso la loro "profonda preoccupazione" per la continua violenza delle forze del regime israeliano contro i palestinesi ad Al-Quds e hanno esortato a porre fine all'espulsione forzata del popolo palestinese in questo città.