Il Niger e il neocolonialismo europeo in Africa - Il tramonto dell’Occidente
L'amministratore delegato di Total afferma che limitare il prezzo del petrolio russo è una "cattiva idea"
L’amministratore delegato della seconda compagnia petrolifera europea ha dichiarato che il piano del Gruppo dei Sette (G7) per limitare il prezzo del petrolio russo è una "cattiva idea”. Si tratta della critica più diretta all'idea da parte di un alto funzionario del settore.
"Penso che sia una cattiva idea", ha dichiarato Patrick Pouyanne, amministratore delegato di TotalEnergies SE, in occasione dell'Energy Intelligence Forum di Londra, secondo quanto riporta Bloomberg.
L'idea del tetto, che i leader dell'UE hanno deciso di imporre mercoledì, è quella di consentire alle compagnie di accedere alle assicurazioni e alle spedizioni fornite dalle nazioni del G7, a condizione che accettino di pagare un prezzo massimo per il petrolio. Il Tesoro degli Stati Uniti, che sta sostenendo l’idea, teme che senza il tetto ai prezzi le forniture russe saranno bloccate e i prezzi saliranno.
Pouyanne ha detto che il mercato sta già facendo il suo lavoro, con i barili russi già disponibili con un “grosso sconto".
Per la Russia Russia, il vice primo ministro Alexander Novak ha dichiarato dopo la riunione dell'OPEC+ che l'introduzione di un tetto massimo di prezzo per il petrolio russo danneggerebbe il mercato energetico, riferisce RIA Novosti.
Novak ha osservato che una tale misura potrebbe portare a carenze e prezzi più elevati.
I sostenitori del price cap sostengono che la Russia non avrà altra scelta se non quella di rispettare i massimali di prezzo a causa del 90% del mercato assicurativo e dell'"ampia coalizione".
La verità è che la coalizione non è abbastanza ampia per far funzionare il massimale. La coalizione, nonostante gli sforzi del G7, non comprende né la Cina né l'India, i due maggiori clienti della Russia. La stessa coalizione non è un grande importatore e due dei suoi membri, gli Stati Uniti e il Regno Unito, hanno già vietato le importazioni di petrolio dalla Russia.
Anche il terzo, il Giappone, avrebbe difficoltà a far rispettare il tetto dei prezzi, data la sua dipendenza da qualsiasi tipo di importazione di energia.
I sostenitori del tetto ai prezzi del petrolio russo affermano che Mosca permettersi di smettere di vendere petrolio agli esecutori del price cap del G7. Ma i dubbiosi circa l’efficacia di questa misura ribattono che a Russia ha già incassato entrate molto più alte del normale dalle sue esportazioni di petrolio e gas a causa del caos provocato sui mercati dalle sanzioni occidentali. Potrebbe quindi permettersi di stare a guardare mentre i prezzi superano di nuovo i 100 dollari e oltre. Soprattutto con l'OPEC+ che oggi ha deciso un corposo taglio della produzione di petrolio.
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